Criminalità: + 19,9% di denunce, ma la popolazione immmigrata cresce del 45,7%
Redattore Sociale
Nessuna relazione tra dell’immigrazione e criminalità. Lo dimostrano le denunce tra il 2005 e il 2008 che aumentano del 19,9% a fronte di una popolazione incrementata del 45,7%. Una tendenza che si riscontra indistintamente in tutte le regioni italiane.
“I dati statistici sono un rimedio contro i pregiudizi”. È questo l’assunto di base da cui parte il rapporto “Immigrazione, regioni e consigli territoriali per l’immigrazione. I dati fondamentali”, presentato questa mattina a Roma. E tra i luoghi comuni da sfatare c’è di sicuro quello del legame tra aumento dell’immigrazione e criminalità. Lo dimostrano i dati sulle denunce penali che nel periodo 2005-2008 rilevano un aumento di quelle verso cittadini gli immigrati (sia regolari che irregolari) inferiore all’incremento dei residenti stranieri nel nostro paese: mentre le prime aumentano del 19,9%, infatti, la presenza straniera raggiunge il 45,7% in più. Una tendenza che si riscontra indistintamente in tutte le regioni italiane. La maggior parte delle denunce riguardanti gli immigrati, inoltre, ricade nell’area dei reati comuni o della microcriminalità (soft crimes), ma non mancano anche alcuni reati più gravi.
In termini generali il maggior numero di denunce si registra nelle regioni del centro-nord e in particolare in Lombardia (904.814 al 31 dicembre 2008), Lazio (450.151) e Veneto (454.453).“In ogni caso è il singolo immigrato a essere coinvolto e non la collettività nel suo complesso”, precisa il rapporto che sottolinea come gli stranieri non siano solo fonte di rischio ma anche soggetti a rischio: nel caso dei reati violenti contro le persone sono vittime ricorrenti almeno in un caso ogni sei. Inoltre, un cittadino straniero è soggetto a un maggior numero di disposizioni normative e molte denunce riguardano il tentativo di entrare o mantenersi nella legalità (fuga, false generalità, falsi documenti, reati di resistenza all’arresto, oltraggio a pubblico ufficiale, falsità, ecc.). Secondo la Direzione Investigativa Antimafia, inoltre gli stranieri sono sempre più attivi anche nella criminalità organizzata, che recluta molto spesso la manovalanza tra gli immigrati irregolari.
Per quanto riguarda, invece, lo stato dell’integrazione nei singoli territori il rapporto fa riferimento al VI rapporto Cnel sugli indici di integrazione, distinguendo tra metodo assoluto di valutazione (la situazione degli immigrati in un determinato territorio confrontata con quella degli immigrati riscontrata negli altri territori) e metodo comparativo (la situazione degli immigrati in quel territorio viene confrontata con quella degli italiani nello stesso territorio). Nel primo caso la regione che spicca con il maggiore livello di integrazione socio-occupazionale è l’Emilia Romagna, seguita da Friuli-Venezia Giulia e Piemonte, mentre all’ultimo posto si posizionano Campania e Basilicata. Seguendo invece il criterio comparativo è la Sardegna a presentare i migliori livelli di integrazione insieme a Marche e Friuli-Venezia Giulia. La maglia nera, in questo caso, spetta invece al Lazio.
Fonte: Redattore Sociale
25 giugno 2010