Ma i tagli restano: sindaci in piazza e fasce tricolori listate a lutto


L'Unità


Oggi 23 giugno alle 12.00 la manifestazione davanti al Senato decisa dal Comitato Direttivo dall’Associazione dei Comuni italiani per protestare contro i tagli imposti dalla manovra finanziaria.


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Ma i tagli restano: sindaci in piazza e fasce tricolori listate a lutto

La manovra economica non lascia loro altra scelta che scendere in piazza a protestare. Con un taglio complessivo da 14 miliardi di euro, comuni e regioni d’Italia saranno costretti a ripensare la totalità dei servizi finora forniti ai propri cittadini: alcuni saranno diminuiti e altri saranno soppressi, le città più forti manterranno l’indispensabile e i paesi più deboli non riusciranno nemmeno a garantire l’ordinaria attività amministrativa. Da qui la scelta dei rappresentanti degli enti locali d’indossare la fascia tricolore listata a lutto nella manifestazione indetta per domani a Roma dall’Anci.

Enti locali in piazza
L’associazione nazionale dei Comuni italiani ha infatti organizzato una mobilitazione di protesta davanti al Senato, in concomitanza con la seduta della Conferenza Stato-città, ed ha invitato i primi cittadini che non potranno partecipare a testimoniare comunque la loro adesione esponendo le bandiere a mezz’asta in segno di lutto, per «testimoniare il rischio che corre la sopravvivenza stessa dei Comuni, se non verrà modificata questa manovra». Finora l’esecutivo si è mostrato sordo a qualsiasi appello. Ed attende ancora risposta la richiesta del presidente dell’Anci Sergio Chiamparino di un incontro per decidere insieme i correttivi alla Finanziaria.

Nel frattempo continua a crescere la mobilitazione. Domani in piazza con l’Anci ci saranno anche l’Unione delle province italiane (Upi), quella delle Comunità montane (Uncem), la Legautonomie e la Cgil. Contro «una manovra ingiusta e depressiva», il sindacato di Corso d’Italia si unirà domani agli enti locali: «Altro che federalismo. Così si colpiscono pesantemente i Comuni e le Regioni con un taglio di oltre 14 miliardi, pari al 60% dell’intera manovra». I tagli operati dalla correzione di bilancio sulle amministrazioni locali e regionali, sottolinea la Cgil, «si scaricheranno sui cittadini e i lavoratori, i cui redditi sono già gravati dalla cassa integrazione, dalla disoccupazione dei giovani, da un fisco che pesa solo sulle buste paga e sulle pensioni». E significheranno «meno trasporto pubblico locale, meno sostegno alle imprese, meno infrastrutture, meno cultura e meno risposte ai bisogni delle persone e delle famiglie» come nidi, scuole materne, tempo pieno, servizi per gli anziani e i non autosufficienti.

Fonte: L'Unità

22 giugno 2010

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