Quella fiducia che la vita possa essere ancora un nido caldo e accogliente e non soltanto guerre, miserie e divisioni


Uno dei 200.000


Chissà quanti come me vorrebbero esprimere le emozioni, le idee e le intuizioni della passata, ma da qualcuno ignorata domenica, dedicata alla dignità di tutti gli uomini.Molti di loro lo hanno fatto, salendo su un palco, dando libero sfogo a principi, ideali, azioni concrete e programmi di azioni, nonchè alla pressante voglia di affermare il […]


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Chissà quanti come me vorrebbero esprimere le emozioni, le idee e le intuizioni della passata, ma da qualcuno ignorata domenica, dedicata alla dignità di tutti gli uomini.
Molti di loro lo hanno fatto, salendo su un palco, dando libero sfogo a principi, ideali, azioni concrete e programmi di azioni, nonchè alla pressante voglia di affermare il sacrosanto diritto di tutti gli uomini a non essere lesi nei propri valori fondamentali, quelli propri di coloro che sono degni di essere chiamati uomini e non bestie.
Quei diritti propri di quegli essere degni di essere chiamati uomini, in virtù di quell'umanità, conquistata a fatica nel corso di secoli, eppure troppo spesso rinnegata, calpestata, cancellata, ammantata da un velo di silenzio che sembra avere tutti i caratteri dell'omertà più che della riservatezza.
Tutela della riservatezza o elogio della colpevole reticenza?
Le mafie sanno bene cosa sia il silenzio; quel silenzio eloquente che copre gli orrori, le nefandezze e le omissioni di chi osserva ma non vede, di chi potrebbe agire, ma semplicemente se ne sta a guardare.
Le mafie sono ovunque. In tutti quei luoghi dove dilaga la miseria. La miseria degli uomini. Quella che quotidianamente miete vittime, anche se molti di noi non lo sanno. O preferiscono non sapere.
Le mafie sono tutte quelle che prigioni che impediscono a noi, uomini e non bestie, di esprimere la nostra personalità, il nostro credo politico, il nostro credo religioso e tutto quanto è parte del nostro essere persona. In primo luogo il diritto di esplicare la nostra personalità in tutti i contesti di vita quotidiana.
Non ce lo dice forse la nostra Costituzione?
 
Ma oltre alla personale dimensione del sè, l'uomo, quello veramente umano, riesce ad abbracciare anche quella misteriosa dimensione dell'Altro.
A cosa serve fingere di vivere in una società evoluta, dove l'uomo tende solo ed esclusivamente alla perfezione del Sè, quando non siamo in grado di aprire gli occhi sulle necessità dell'Altro, chiunque esso sia, e di stabilire con questi una relazione?
Non è proprio la capacità dell'uomo di uscire dalla gabbia del Sè a renderlo umano, diverso cioè dalle bestie?
Come mai, nonostante questa dichiarata e dilagante umanità, le vite preziose di molti uomini come noi vengono cancellate come puntini su un foglio bianco, ma soprattuto, e questa è la cosa più angosciante, perchè noi lasciamo che tali cose avvengano?
Le risposte a questo interrogativo sfortunatamente non possono essere univoche, ma che sensazione di benessere domenica scorsa, mentre percorrevo quel cammino fiducioso verso la solidarietà tra i popoli, i gruppi, i singoli…
Quanta armonica coesione tra tutti quegli uomini e donne in viaggio verso la libertà e l'oasi della pace, Assisi appunto, mossi da quell'imprescindibile diritto alla speranza, quello che ci viene insegnato, se siamo fortunati, da bambini.
Quella fiducia che la vita possa essere ancora un nido caldo e accogliente e non soltanto  guerre, miserie e divisioni.

Loredana Z.

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