Con le bolle ai piedi e un vulcano nella testa…


Uno dei 200.000


(note a margine della marcia della pace del 7/10/2007)     Penso di aver fatto bene ad aspettare un giorno per mettere su carta qualche idea: si dice che la notte porta consiglio e infatti a me è servita a mettere un minimo di ordine nel guazzabuglio di pensieri che questa esperienza, forte anche se non […]


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(note a margine della marcia della pace del 7/10/2007)

    Penso di aver fatto bene ad aspettare un giorno per mettere su carta qualche idea: si dice che la notte porta consiglio e infatti a me è servita a mettere un minimo di ordine nel guazzabuglio di pensieri che questa esperienza, forte anche se non nuova, ha originato nella mia testa.

   Lo immaginavo nei giorni  precedenti, ma ne ho avuto piena conferma quando mi son trovata sabato sera nel pullman, in partenza per la marcia della pace Perugia – Assisi: Torre Santa Susanna oggi ha scritto una bella pagina della sua storia. Nel nome della pace nasce in seno al coordinamento – donne dello SPI/CGIL l’idea di partecipare alla marcia: arriva il sostegno di tutta la CGIL locale e dello SPI provinciale, aderisce il Comune con la presenza dell’assessore ai servizi sociali che fa le veci del Sindaco e reca il gonfalone cittadino; partecipano ragazzi di Emergency e dell’Unione degli Studenti confortati economicamente dall’amministrazione comunale e un piccolo contributo arriva pure da qualche privato cittadino che crede nel valore dell’idea ma vuole rimanere anonimo; dobbiamo rinunziare alla presenza di altre otto persone perché il pullman è pieno; la palestra San Francesco permette di creare un tocco di immagine, peraltro ben apprezzato da vari commenti di partecipanti durante la marcia, sponsorizzandoci con le sue magliette arancioni sulle quali spicca l’adesivo inviatoci da “La Tavola della Pace” di Assisi (tutti i diritti umani per tutti: tema di questa edizione). Il 7 ottobre 2007 a Torre Santa Susanna la destra e la sinistra (vi ha partecipato anche un consigliere comunale della minoranza) sono state insieme, come è giusto che sia di fronte a certi temi difficilmente discutibili e che devono restare fuori dalle colorazioni politiche; adulti e ragazzi da 68 a 10 anni; famiglie intere e singoli cittadini; persone in buona salute e qualcuna un po’ meno: tutti ugualmente motivati a testimoniare voglia di pace e di diritti umani, con lo sguardo maggiormente rivolto al popolo birmano che in questi giorni paga col sangue il suo bisogno di libertà.

    Abbiamo risolto i problemi del mondo? Certo che no, nemmeno per sogno! Eppure credo che, oltre alla speranza che qualche pur pallida eco giunga all’orecchio dei grandi della terra, un obiettivo più concreto sia stato raggiunto: allargare lo sguardo oltre il nostro piccolo benessere e consegnare ai nostri giovani, noi pensionati dal lavoro ma non dalle idee, il convincimento sulla fondatezza di una lotta per la giustizia e per la pace, mete difficile da raggiungere come tutte le grandi mete, ma che perciò stesso devono vedere tutti e sempre costantemente impegnati.

    Nessun problema? Beh, la fatica e la stanchezza di una marcia possono, in qualcuno, mettere a dura prova l’autocontrollo, ed è comprensibile qualche mugugno; per quanto riguarda, invece, alcune aspettative non realizzate, mi sento… come rimandata agli esami di riparazione: per altre evenienze, vuol dire che dovrò o dovremo… studiare di più!

     Penso, però, che anche qualcun altro dovrebbe studiare di più…
Innanzitutto: l’organizzazione logistica della Perugia – Assisi dovrebbe prevedere parcheggi un po’… più logici: non si può pensare di infliggere altri 7 Km  a chi eroicamente ha già marciato da ponte San Giovanni a Santa Maria degli Angeli, perché i pullman devono essere parcheggiati a Ponte San Vetturino!

    Ma anche i mezzi di comunicazione dovrebbero riflettere, e tanto!
E’ vero che alcune reti hanno aperto spazi di diretta sulla marcia, ma è ugualmente vero che nei giorni immediatamente precedenti non c’è stato un granché di battage pubblicitario che avrebbe dovuto informare e formare l’opinione pubblica sull’evento, ed è soprattutto vero che già prima dell’alba del giorno seguente non c’era più alcuna eco dell’evento. Ho stentato a crederci, ma ho dovuto convincermi che non ero io a non capire per la stanchezza: era proprio così. I primi Tg  del lunedi erano come ogni giorno: ammazzamenti, rapine, scaramucce di tattica politica, l’oroscopo, le previsioni del tempo. Sparita in pochissime ore anche la asettica frase che ho trovato sul televideo appena tornata a casa: “In 200.000 partecipano alla marcia della pace”, seguita dai commenti di circostanza di alcuni politici. Fine. Nessun programma di approfondimento, nessun talk show sull’argomento.

     E sì, mi son detta: non è cronaca nera, non è Cogne, non l’isola dei famosi, non è una torta di mele, non è una sfilata di moda, non è San Remo, non è miss Italia… La pace, anzi il sacrificio di chi ha le bolle ai piedi o le gambe gonfie per aver voluto testimoniare al mondo che non è d’accordo con le bombe, con le democrazie esportate a forza, con gli eccidi e i genocidi, con la fame e la morte di civili innocenti: tutto questo no, non “fa notizia” .
   
     Sin da piccoli, soprattutto se maschietti (e il mondo è governato in massima parte da maschi) si viene abituati a giocare alla guerra e si va avanti così finché un po’ di adulti imbecilli non si fossilizzano con le armi in mano senza più distinguere tra fantasia e realtà e trascinano popoli interi nella loro macabra allucinazione; altri osservano, rimbecilliti, lo scenario di sopraffazione e di morte che dilaga per il pianeta e rimandano, amplificata attraverso i mezzi di comunicazione di massa, come “normalità” di vita questo tipo di realtà, frammezzandola, giusto per far ricreare un po’ le menti frastornate e rintontite, con momenti di “vuoto ameno”…

    Ma domenica 7 ottobre un po’ di gente (credo più di 200 mila, ma fossero stati anche 10 avrebbero meritato ugualmente rispetto e ascolto) ha voluto “giocare alla pace” e, se non altro per la stranezza e l’inconsuetudine del gioco, mi sarei aspettato uno straccio di strascico mediatico.
      
   Torre Santa Susanna, 9 ottobre ’07                                    

Concetta Guida                                                                                            

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