Italia, diritti umani: vergogna!
Sergio Bassoli
Imbarazzo e vergogna, ascoltare in una sede così autorevole ed istituzionale tante e tali critiche ad un paese (il nostro) che fa parte dei G8, fondatore dell’Unione Europea…
Nel pieno rispetto della scadenza della XIV Sessione del Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite (HRC), l’Italia ha presentato le risposte alle 92 raccomandazioni recapitate dal Gruppo di Lavoro del HRC, lo scorso febbraio. E’ toccato alla Rappresentante Permanente della delegazione italiana presso le Nazioni Unite di Ginevra, Ministra Mirachian, diplomatica di carriera, di esperienza ed intelligente, presentare la posizione del Governo italiano e quindi rispondere alle osservazioni dei rappresentanti dei governi che hanno partecipato alla revisione periodica sullo stato dei Diritti Umani in Italia, ed alle prevedibili critiche della società civile, rappresentata dalle organizzazioni non governative (ong).
La Ministra ha impostato il suo intervento sulla difensiva, utilizzando solamente 5 dei 20 minuti a disposizione per presentare la riposta del Governo alle Raccomandazioni, non è entrata nel merito, lasciando così il campo agli interventi in sala, per poi rispondere in modo preciso alle osservazioni. Scelta questa, abbastanza irritale, come sono stati irritali gli interventi dei rappresentanti degli stati membri, rompendo quel tacito accordo tra stati di non criticare pubblicamente in sedi così formali come questa, salvo, per quelle condanne riservate ai paesi più esposti, vedi Israele, Iran, Arabia Saudita, Cuba, ed altri. Tutti gli interventi non hanno risparmiato critiche e ulteriori raccomandazioni all’Italia. I rappresentanti di Algeria, Iran, Belarus, Stati Uniti d’America, Iraq, Somalia, non hanno fatto sconti, ricordando, le discriminazioni contro i rom e contro i migranti irregolari, il rifiuto di inserire il delitto di tortura nel codice penale, i fatti di Rosario, le leggi contro la libertà di opinione (stampa ed intercettazione), il conflitto di interessi, e per finire la posizione italiana contro la dichiarazione del HRC di condanna ad Israele per l’atto di pirateria contro la nave Mavi Mavar. il rifiuto di ratificare la Convenzione ONU del 1990 sui Diritti dei Migranti e delle loro Famiglie, l’impegno per lo 0,7% a favore dei paesi poveri, sempre più lontano per i tagli realizzati.
A queste critiche, ripeto, inusuali perché riportate in Assemblea da rappresentanti di stati contro uno stato membro dell’Unione Europea, depositario di democrazia e libertà individuali e collettive, si sono, aggiunte le “bordate” dei rappresentanti della società civile, che hanno aggiunto; le pratiche di respingimento contro l’obbligo di no refoulement nei confronti dei migranti e richiedenti asilo nel mar mediterraneo, l’ambiguità dell’accordo con la Libia, l’espulsione di stranieri sospettati di terrorismo contro il diritto di protezione contro la tortura, le condizioni in cui vivono i migranti africani in alloggi fatiscenti ed alla mercé delle organizzazioni mafiose che li sfruttano in modo disumano nelle attività agricole, le espressioni di razzismo e di xenofobia in crescita, la mancanza di tutela dei minori e la violenza dentro le mura domestiche, la mancanza di strumenti di emersione e di protezione per i migranti che cercano di uscire dal lavoro forzoso e dalla tratta.
Imbarazzo e vergogna, ascoltare in una sede così autorevole ed istituzionale tante e tali critiche ad un paese (il nostro) che fa parte dei G8, fondatore dell’Unione Europea, con una Costituzione tra le più avanzate al mondo per i continui riferimenti e vincoli per il rispetto dei diritti umani e per le libertà individuali e collettive, per i diritti civili, politici, economici, sociali e culturali.
La Ministra Mirachian, nei 20 minuti a disposizione per la replica finale, non è riuscita a rispondere a tutte le osservazioni presentate, trovandosi di fronte ad una impresa impossibile, ha chiesto tempo aggiuntivo ma neppure con i 5 minuti accordatole dal Presidente dio turno, è riuscita a terminare la difesa del nostro paese, visto che la scelta del governo italiano di rispondere alle 92 raccomandazioni con 78 Sì, non è sembrata credibile, alla luce dei provvedimenti e delle mancanze dell’attuale governo in materia di migrazione, aiuto pubblico allo sviluppo, attacchi a stampa e magistratura, respingimenti. Inoltre, il governo italiano non ha assunto nessun impegno con scadenze, strumenti ed impegni finanziari.
Abbiamo così appreso la strategia del governo italiano in materia di immigrazione; lotta alla criminalità organizzata, cooperazione con i paesi d’origine e cooperazione con i paesi europei, visto che il flusso dei migranti vede l’Italia come paese di passaggio verso il nord Europa.
E’ stato ricordato, sempre nell’intervento della Ministra Mirachian, che il nostro è un paese che in poco più di vent’anni è passato da essere un parse di emigrazione ad un paese di accoglienza di migranti, quindi, impreparato e senza strumenti legislativi adeguati. Che si ritiene di dover fare una politica attenta di distinzione tra regolari ed irregolari, e per questo non si ratifica la Convenzione ONU del 1990. Ed in fine, sulla questione sollevata dal rappresentante dell’Iran, il no dell’Italia alla commissione d’inchiesta approvata in sede HRC, la Ministra ha voluto sottolineare quanto sia stata combattuto quel No, visto l’impegno, la solidarietà e la vicinanza dell’Italia con il popolo palestinese, come testimoniano le numerose dichiarazioni a sostegno del dialogo, espresse dal Ministro Frattini, subito dopo il voto.
A conclusione, si conferma una situazione di grande imbarazzo e di perdita di credibilità del nostro paese nei contesti internazionali, anche se, mi sento di dover fare un plauso finale alla brava diplomatica, che ha dovuto affrontare una missione che già si preannunciava come mission impossible ma da brava diplomatica ha tenuto la parte, con un passaggio finale, niente male, quando a conclusione del suo intervento, per segnalare l’impegno del governo sul fronte della xenofobia e del razzismo, ha segnalato come i sindaci di Verona e Treviso, sono stati già oggetto di azioni giudiziarie, a segnalare quanto sia attenta l’azione di repressione contro atteggiamenti discriminatori e razzisti, ma, nello stesso tempo, confermando lei stessa la gravità della situazione, dove amministratori e politici di governo, diventano i migliori interpreti di comportamenti ed affermazioni di razzismo e di discriminazione nei confronti degli stranieri, fomentando chiusura e paura verso l’altro, dimenticando, per l’appunto, la nostra storia di emigranti e ed il presente che ci vede obbligati ad accogliere nuovi cittadini, ed a rispettarli come tali.
Sergio Bassoli
Dip Internazionale
CGIL