Passione pacifista


Silvia Beconi, Reporter di pace


Silvia Beconi, Reporter di pace, racconta il faticoso arrivo della marcia alla Rocca quasi fosse la fine di una battaglia e i ragazzi di Pisa fano il gesto di peace and love.


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Passione pacifista

Sono reduci di pace questi che scendono a valle dopo aver espugnato la Rocca Maggiore, il punto d’arrivo della Marcia. Quassù i furgoncini che hanno accompagnato l’esercito della pace non possono salire, è un terreno precluso ai mezzi pesanti, qui è arrivata solo la fanteria.

Per sollevare il morale delle truppe esauste dopo ventiquattro chilometri di marcia l’orchestrina di Arturo Piazza suona le canzoni di De Andrè e di Cochi e Renato. I più giovani ballano e bruciano le ultime energie facendo trenini liberatori. C’è chi brinda con il vino biologico distribuito in gavette di plastica da punti di rifornimento improvvisati. C’è chi si appunta sul petto la spilletta amaranto di Altromercato con su scritto “Io scambio il mondo”, ricordo della campagna appena conclusa e onorificenza al valor pacifista.

I pochi inviati di pace che ancora resistono sul campo vanno in cerca di un ultimo scambio di battute con gli alti gradi dell’esercito della nonviolenza.

Giù in piazza la brigata interista festeggia: è appena stata raggiunta da un dispaccio che porta la notizia dell’Inter campione d’Italia. Il giorno della marcia è anche quello dell’ultima giornata di un campionato dal risultato incerto fino all’ultimo minuto. Ma se loro sono qui è perché l’amore per la bandiera arcobaleno ha prevalso su quello per il vessillo nerazzurro.

Le truppe sono affamate e si affollano nei bar in cerca di vettovaglie fresche; c’è chi opta per un rancio più sostanzioso sedendosi ai tavoli dei ristoranti e chi, invece, si accontenta degli ultimi resti della razione da campo vegetariana che la Lega Anti Vivisezione ha distribuito lungo il percorso. In molti mandano sms dal fronte per avvertire chi è rimasto a casa che per oggi le operazioni di pace sono finite e presto faranno ritorno.

Ma la guerra per la pace ha i suoi costi e il bilancio dei feriti è pesante: lungo la strada che porta ad Assisi si vedono reduci che tentano di alleviare il dolore dei crampi alle gambe con esercizi di stretching, altri si sciolgono le spalle indolenzite dal peso dello zaino, altri ancora si tolgono le scarpe per massaggiare i piedi e per tamponare vesciche e sbucciature. Il parcheggio di un grande magazzino è ormai una sorta di ospedale da campo.

Sul treno del ritorno alcuni ragazzi di un liceo pisano parlano del loro futuro. Dopo la Marcia di oggi c’è da pensare al compito in classe di martedì, agli esami di maturità tra un mese e poi alla scelta dell’università. Hanno molte aspirazioni e moltissimi dubbi. Di una cosa, però, si dichiarano sicuri: “passione pacifista”, e lo dicono mentre con le dita fanno il gesto di peace and love. Magari non lo sanno, ma il futuro di tutti dipende anche dalle loro scelte.

Fonte: Silvia Beconi, Reporter di pace

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