Nel mondo 50 milioni di eco-profughi
Redattore Sociale
Dossier di Legambiente: raddoppiano rispetto al 1990 le persone costrette a emigrare a causa dei cambiamenti climatici. Nel 2050 potrebbero superare i 200 milioni.
Sono almeno 50 milioni le persone costrette all’esodo forzato a causa del cambiamento climatico. E nel 2050 potrebbero superare i 200 milioni, ovvero una persona ogni 45 nel mondo, con una media di 6 milioni di uomini e donne costretti a fuggire ogni anno dai propri territori. Sono i numeri forniti dal dossier 2010 di Legambiente sui ‘Profughi ambientali’ , in costante aumento nel corso degli ultimi anni, presentato questa mattina a Terra Futura.
Complessivamente, sono 192 milioni le persone che attualmente non vivono nella loro terra di nascita (pari al 3% della popolazione mondiale). Sono state 276 milioni le emergenze alle quali ogni hanno ha dovuto far fronte l’Unicef tra il 2005 e il 2007 in 92 paesi, oltre la metà causate da calamità. Sono 344 milioni le persone a rischio per i cicloni tropicali, altre 521 milioni quelle minacciate da inondazioni. Il fenomeno degli eco-profughi, che già nel 1990 riguardava 25 milioni di persone (la metà rispetto a oggi), sembra destinato ad aumentare vertiginosamente. Le principali cause ambientali che costringono milioni di persone ad emigrare sono la desertificazione, la diminuzione delle riserve idriche, l’innalzamento del mare e, molto più evidenti, gli uragani e gli tsunami. “Nonostante l’emergenza umanitaria ormai evidente a livello internazionale, dal punto di vista giuridico i profughi ambientali non esistono, non essendo riconosciuti come ‘rifugiati’ dalla Convenzione di Ginevra del 1951, né dal suo protocollo supplementare del 1967. La soluzione del problema dei nuovi migranti necessariamente passa dunque per il riconoscimento del loro diritto a godere del sistema di protezione internazionale accordato a profughi e richiedenti asilo”.
Fonte: Redattore Sociale
28 maggio 2010
Eco-profughi italiani? Legambiente: “Sud a rischio desertificazione”
Anche l’Italia potrebbe essere investita dal fenomeno della migrazione ambientale e negli ultimi 20 anni nel nostro paese si è triplicato l’inaridimento del suolo e si stima che il 27% del territorio nazionale rischia di trasformarsi in deserto. A rilevarlo è il dossier 2010 sui ‘Profughi ambientali’ di Legambiente, presentato questa mattina a Terra Futura. Sono interessate soprattutto le regioni meridionali, dove l’avanzata del fenomeno rappresenta già da un decennio una vera e propria emergenza ambientale. La Puglia è la regione più esposta con il 60% della sua superficie, seguita da Basilicata (54%), Sicilia (47%) e Sardegna (31%). Ma sono a rischio anche le piccole isole. “Il fenomeno dei profughi ambientali – spiega il dossier di Legambiente – deve portare a considerare l’Italia non solo come paese di destinazione, ma anche come possibile punto di partenza. la nostra penisola, infatti, ha già iniziato a scontare gli effetti del riscaldamento globale in quanto area mondiale “a più alta vulnerabilità in termini di perdita di zone umide e in particolare degli ecosistemi e della biodiversità marino-costiera”. Si stima che saranno sommersi circa 4.500 chilometri quadrati del territorio”.
Fonte: Redattore Sociale
28 maggio 2010