Come da tradizione anche quest’anno ho partecipato alla Marcia della Pace…
Uno dei 200.000
Come da tradizione anche quest’anno ho partecipato alla Marcia della Pace. Devo ammettere a me stesso di avere in qualche momento fatto fatica ad immaginare per questa edizione il successo di partecipazione che invece ha brillantemente ottenuto. La marcia si è infatti proposta al mondo con formule nuove e coraggiose, che hanno saputo mettere in […]
Come da tradizione anche quest’anno ho partecipato alla Marcia della Pace. Devo ammettere a me stesso di avere in qualche momento fatto fatica ad immaginare per questa edizione il successo di partecipazione che invece ha brillantemente ottenuto. La marcia si è infatti proposta al mondo con formule nuove e coraggiose, che hanno saputo mettere in secondo piano proprio gli elementi legati alla tradizione, all’evento per concentrarsi sulla sostanza politica di un concetto che è quello altre volte espresso ma mai sintetizzato così bene come domenica 7 ottobre e cioè che forse oggi la pace non basta più. Gli orrori, le privazioni della libertà, le torture fisiche e le intollerabili pressioni psicologiche che si perpetrano nel mondo anche in tempo di pace, esprimono la necessità di spostare il focus dell’attenzione politica più sui diritti umani che non solo sulla pace dei quali essa tuttavia è figlia. La pace resta sempre un obiettivo politico primario ma è necessario andare oltre, avendo ben chiaro che a volte dietro l’assenza di conflitti aperti possono nascondersi violazioni di fondamenti del diritto naturale degli esseri umani che proprio la pace stessa può servire a coprire. La presa di coscienza di ciò, proprio da parte della Tavola della Pace che è stata fin qui uno dei più autorevoli agenti della Pace intesa come No alla guerra, è un fatto che la politica deve guardare con grande attenzione ed essa, con umiltà e con impegno si deve dedicare alla comprensione dei nuovi fenomeni internazionali e alla formulazione di nuove politiche globali per i diritti umani. La Perugia – Assisi ha dimostrato di non essere solo un evento, un momento aggregante di riflessione comune su temi profondi ma distanti da noi. La marcia di domenica ha voluto e saputo indicare nuovi indirizzi politici e nuove formule per ottenerli e i giovani sono stati fra i primi che lo hanno capito. I tanti giovani che la politica ambisce a coinvolgere e che anche domenica chiamiamo a votare per il Partito Democratico. Oggi i ragazzi non vanno più solo dove c’è gente, i giovani vanno dove scelgono di andare e dove si sa indicare loro una opportunità di impegno e una ragione per trovare una coscienza collettiva. Teniamolo a mente.
L'articolo integrale è consultabile nel blog www.nicolamariuccini.it