Una marcia per la pace in Afghanistan


La redazione della Marcia


Meno militare e più civile. La soluzione militare non è la soluzione. Lo dicono gli afgani presenti all’incontro dedicato al conflitto nel paese asiatico.


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Una marcia per la pace in Afghanistan

Per adesso è solo una speranza ma Najila Ayubi, delegata dalla rete Afghan Women's Network, l'idea la butta sul tavolo: far si che anche l'Afghanistan possa avere la sua Marcia per la pace. Possibile? “Difficile, dice, ma non impossibile”. Najila Ayubi arriva col dottor Khalil Rahman, presidente dell'Associazione dei giornalisti di Baghlan, nel primo pomeriggio di oggi direttamente da Lodi. Vessati da una traversata del Belpaese inumidito dalla pioggia e dopo un viaggio massacrante da Kabul, sono stanchi ma non poco agguerriti. E, dopo i convenevoli e i ringraziamenti, vengono subito al cuore del problema. La discussione fa emergere molti punti comuni tra i due delegati afgani e i rappresentanti di Afgana, la rete italiana della società civile: la soluzione militare non è la soluzione e resta gravata da una totale mancanza di sintonia tra il governo Karzai e l'esercito che risponde a Kabul da una parte e le forze occidentali dall'altra.
Il paese cerca la pace che ora si profila con un un negoziato (a fine maggio) che, dicono gli afgani, non può essere solo simbolico ma deve aprirsi a tutte le forze e contemplare la presenza attiva delle donne, anche per difenderne il ruolo in futuro. Le donne e la società civile restano comunque inascoltati, sottofinanziati, abbandonati a se stessi, in un circolo vizioso che, alla fine, fa mancare loro anche un sostegno psicologico più che necessario. Sulla pace, dicono ancora, bisogna investire e creare condizioni di occupazione, salute, opportunità che siano il vero contraltare alla guerra come lavoro. Infine, e durante tutto l'incontro, il tema delle vittime civili: sempre troppe. Il dottor Khalil ricorda le stragi maggiori, Uruzgan, Shindand, Bala Boluk, la litania belluina di ogni conflitto. Domenica saranno alla testa della marcia perché proprio quella litania non venga dimenticata.

Perugia, Sala della Provincia

14 maggio 2010

 

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