Una giornata particolare
La redazione della Marcia
Inizia il Forum della Pace: la diretta delle attività del primo giorno di incontri, dibattiti, discussioni, laboratori e seminari nel cuore di Perugia.
15.00 / 17.00. Perugia, piazza Morlacchi. G come giustizia. Dopo pranzo riprendono i lavori del Forum della pace. Mentre nella sala dei Notari si svolge un’affollatissima assemblea sull’Africa (tanti i cittadini provenienti dal Continente africano), poco distante, in piazza Morlacchi, alla facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Perugia partono i laboratori riservati alle scuole superiori. Centinaia di ragazzi provenienti da ogni parte d’Italia discutono sulle sette parole simbolo di questa edizione della marcia. Al secondo piano è riunito il gruppo su mafia e giustizia. Dopo una breve premessa i ragazzi decidono di riunirsi in sottogruppi per discutere sul significato della parola “giustizia”. Molte le considerazioni condivise, fra queste il senso di uguaglianza e di responsabilità indissolubilmente legato alla parola. Ma anche elementi “contraddittori” – il termine mi viene riferito da un ragazzo proveniente dal Veneto – come la fatica di vivere nella giustizia, i limiti che la giustizia può avere. A mettere d’accordo tutti ci pensa però la familiare di una vittima di mafia. Nella stanza accanto si discute invece di diritti umani. Anche qui giustizia e ingiustizie fanno capolino. Un ragazzo del gruppo interscolastico “Nientescuse” di Trieste parla degli obiettivi del Millennio e il quadro che ne viene fuori analizzando punto su punto è desolante. Emblematico un passaggio sul diritto allo studio: si racconta di come la Costa d’Avorio sia riuscita ad alzare il numero dei ragazzi che frequentano la scuola semplicemente eliminando l’obbligo di portare la divisa in classe. Era un costo insostenibile per tante famiglie che vivono al limite della povertà assoluta. Un esempio positivo fra mille negativi.
Scendendo un piano si incrocia il gruppo che discute della censura. Qui un silenzio assoluto accompagna il racconto di alcuni giovani iraniani che parlano della loro vita e del loro impegno nel movimento nato subito dopo le ultime elezioni presidenziali. I ragazzi che assistono al laboratorio sono molto interessati. Finita l’esposizione fioccano le domande: siete stati in prigione?, come avete fatto a lasciare il vostro Paese?, quale era il vostro impegno durante le manifestazioni?, come si vive in Iran? Nell’aula a fianco i ragazzi sono divisi in piccoli gruppi e simulano una revisione del Rapporto di lavoro della revisione Universale. I giovani leggono e discutono su diritti violati e su impegni disattesi. Si parla della Costituzione italiana ma è anche l’occasione per volare con la fantasia e dire la propria su quello che accade in altri paesi. Un ragazzo di origine indiana si affanna per dire la sua sull’India. Vuole esserci: è anche questo un modo per essere protagonisti. E per contribuire a scrivere anche oggi a Perugia una bella pagina.
Ore 12.00 / 14.00. Perugia, piazza IV Novembre – S come speranza, quella che molti avevano di evitare la pioggia. Così non avviene e puntuale invece arriva l’acqua. Il cattivo tempo sembra però non preoccupare nessuno. Non preoccupa di certo un gruppo di giovani che sono arrivati da poco dalla Sardegna “un viaggio lunghissimo – dice con accento sardo un ragazzo con una vistosa maglietta gialla con la scritta pace – siamo partiti ventiquattro ore fa…”, sventolano una bandiera bianca con il simbolo della regione, i quattro mori. Locale e globale si intrecciano, nelle strade di Perugia.
Dal palco continuano gli interventi, e con essi l’attenzione che i ragazzi prestano a tutto ciò che li circonda. Il colpo d’occhio è notevole: la piazza è piena di ombrelli colorati.
Continua a piovere e nella sala della Vaccara inizia l’incontro dei giovani amministratori. La moderatrice indossa una maglietta verde con la scritta “diritti umani”: è una delle t-shirt creata dalla collaborazione fra la Tavola della Pace e l’associazione Terradelfuoco–lavoro. Dalle vetrate ad un certo punto entra un suono, è la P.Funking Band che con la sua musica riesce in quello che solo pochi minuti prima sembrava impossibile: smette di piovere. Trombe e percussioni animano la piazza, in molti ballano e dalla gradinata del palazzo dei Priori viene fatto scendere un lungo striscione colorato, si parla sempre di pace e si intrecciano i simboli delle tre grandi religioni monoteiste: una croce, una mezzaluna e una stella di David. Ancora una volta a farla da protagonista sono i ragazzi, con la loro fantasia. Oramai la mattinata si avvia verso la conclusione, sul palco si esibisce in un monologo straripante Mario Pirovano e i ragazzini della scuola Mazzini di Carbonia. Il ghiaccio si è sciolto e con esso le gabbie fra i ragazzi: girando si incontrano giovani umbri che chiaccherano con i loro coetanei di Roma. I sardi scherzano con alcuni studenti veneti. Ci si mischia, ci si contagia a vicenda. E’ lo spirito della Perugia-Assisi.
Ore 11.00 / 12.00 (Perugia, Palazzo dei Prori) – P come pace. Una pace strettamente legata ai diritti. La sala dei Notari non riesce a contenere i tantissimi giovani arrivati da ogni parte d’Italia a Perugia. Molti di loro decidono così di assistere ai lavori all’aperto, sfidando le condizioni atmosferiche.
Un grande schermo è montato in Piazza IV Novembre, proprio davanti la scalinata del palazzo dei Priori. Passeggiando nella piazza sorprende il silenzio e l’attenzione che accompagna l’intervento di Stefania Grasso, responsabile Memoria di Libera e figlia di un imprenditore assassinato in Calabria. Stefania nel suo intervento declina il senso di voler fare “pace con la Costituzione”: "In Calabria non si vive in pace, quando i diritti sono calpestati ogni giorno non si può vivere in pace. Difendete la Costituzione perché così si difendono i diritti e quindi la pace…". Più chiara di così…
Pochi metri più in la sulla gradinata un gruppo di giovani circondano un uomo con una chitarra che intonava stornelli, di pace naturalmente, ma anche loro si sono fermati per sentire la testimonianza di Stefania.
Sorridono invece e si fanno volentieri fotografare dieci ragazzi della scuola Ics E. Fermi di Mondolfo che mostrano con orgoglio il loro striscione. Era stato fatto per la Marcia di domenica, ma come mi dice una ragazza che sostiene un lembo della tela, "la voglia di mostrarlo era troppa". Lo striscione rappresenta sei immagini della terra e le sue sofferenze (una terra inquinata da industrie che emettono sostanze nocive, il fondo del mare dove rifiuti tossici vengono sprigionati, una terra malata con tanto di termometro ad indicare il surriscaldamento…).
Tutto sta insieme.
Intanto i ragazzi dello staff della Tavola della pace man mano indossano magliette rosse con le sette parole simbolo di questa edizione della Marcia.
Ore 9.00 – 11,00 (Perugia Palazzo dei Priori) – R come responsabilità, quella delle decine di volontari della Tavola della Pace che da questa mattina presto si muovono intorno al palazzo dei Priori e alla Casa delle associazioni per mettere a punto gli ultimi ritocchi prima dell’apertura ufficiale del Forum della Pace. Fino all’ultimo le cose da fare sembrano di gran lunga di più di quelle già fatte, ma alla fine come per magia tutto parte e alle 10 in una sala dei Notari stracolma di giovani inizia il Forum.
Sul palco si alternano le “autorità” istituzionali con giovanissimi ragazzi, protagonisti quest’ultimi del progetto delle 100 storie per la pace. Un salutare mischiarsi che rende benissimo l’invito alla partecipazione e al protagonismo, da sempre bussola del lavoro degli organizzatori della Marcia Perugia Assisi. Un qualcosa di palpabile, che si concretizza ad esempio con la lettura del messaggio del Presidente della Repubblica fatta da una ragazza proveniente da una scuola di Ancona. Al termine un applauso da stadio, convinto. L’oggi che si lega al passato, il Palazzo dei Priori che torna ad essere a pieno palazzo pubblico, della cosa pubblica, come lo era al tempo dei Comuni. Si capisce meglio anche il senso, e soprattutto l’attualità, di quella prima pagina della Costituzione italiana che fa bella mostra al centro del palco, fra gli oratori. Chiedo a Mirko, un giovanissimo di Serra San Quirico che scherza con i suoi compagni, se sa cosa è quella pagina, mi sorride e mi spiega che è: “la nostra Costituzione, una cosa importante” – ne hanno parlato a scuola – poi mi dice che gli piace proprio stare qui.
Fuori il tempo è nero, promette pioggia, ma importa poco, a schiarire un cielo grigio ci pensa l’entusiasmo dei tanti giovani presenti in sala.
14 maggio 2010