Clima: le proposte della Conferenza mondiale dei popoli sui diritti della Madre Terra


Giorgio Beretta - unimondo.org


Solo a partire dal riconoscimento dei diritti della natura e della Madre Terra potremo essere in grado di mettere un freno alla crisi ed invertire la rotta


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Clima: le proposte della Conferenza mondiale dei popoli sui diritti della Madre Terra

"Oggi, la nostra Madre Terra è ferita ed il futuro dell’umanità è in pericolo". Inizia così la Dichiarazione finale della 'Conferenza mondiale dei popoli sui cambiamenti climatici e diritti della Madre Terra' (Cmpcc) tenutasi a Cochabamba (Bolivia) a cui hanno partecipato oltre 20mila persone tra delegati di movimenti sociali, scienziati, intellettuali, sindacati, forze politiche e governi (qui una rassegna degli interventi). "Rifiutiamo in maniera assoluta l’illegittima “Intesa di Copenhagen” che permette ai paesi sviluppati di contrattare riduzioni insufficienti di gas effetto serra, ricorrendo a impegni volontari ed individuali, che violano l’integrità ambientale della Madre Terra conducendoci a un aumento della temperatura di quasi 4ºC" – sottolinea la dichiarazione.

La prossima Conferenza sul Cambiamento Climatico che avrà luogo alla fine dell’anno in Messico – affermano i convenuti a Cochabamba – deve provvedere all’approvazione della rettifica del Protocollo di Kyoto per il secondo periodo di impegno dal 2013 al 2017 durante il quale i paesi sviluppati dovranno conseguire riduzioni domestiche significative di almeno il 50% rispetto all’anno base del 1990 senza fare ricorso ai mercati del carbonio o ad altri sistemi di sviamento che mascherano l’inadempimento delle riduzioni reali di emissioni di gas effetto serra.

La dichiarazione denominata omi, chiamata "Accordo dei Popoli" contiene le proposte condivise emerse durante i giorni di lavoro del vertice, tra esse la richiesta di riconoscimento del debito climatico e delle responsabilità del modello capitalista nell'attuale crisi ambientale; la presentazione all'Onu della Dichiarazione Universale dei Diritti della Madre Terra; la creazione di un Tribunale Internazionale per la giustizia climatica ed ambientale come istanza giuridica vincolante e il lancio di un Referendum Mondiale sul cambiamento climatico.

"Le proposte contenute nell'Accordo di Cochabamba saranno fatte proprie e promosse nelle sedi istituzionali, come durante la 16ma Conferenza delle Parti sul Clima, prevista a Cancun a dicembre, dai governi dell'Alba" – riporta da Cochabamba Marica Di Pierri della redazione di ASud. "Proprio a Cancun si sono date appuntamento tutte le realtà presenti qui a Cochabamba, coscienti che l'appuntamento messicano costituirà un momento cruciale nel cammino dei popoli verso la giustizia climatica".

Diverse personalità del mondo della cultura, dell'associazionismo e della politica italiana aveva diffuso un appello a sostegno della Conferenza mondiale dei Popoli di Cochabamba. Nell'appello si legge che "Solo a partire dal riconoscimento dei diritti della natura e della Madre Terra potremo essere in grado di mettere un freno alla crisi ed invertire la rotta ristabilendo le giuste priorità ed una nuova intesa tra i popoli, basata sulla giustizia climatica e sociale. È questa la sfida più grande che ci attende ed è per questo che ci riguarda tutti e tutte".

Concludendo la conferenza, il presidente della Bolivia, Evo Morales, ha affermato: "Siamo di fronte ad una battaglia campale: dobbiamo persuadere i governi indistrializzati a farsi carico della problematica del clima. Oppure, in ultima istanza, se non saremo ascoltati, dovremo organizzarci e rafforzarci socialmente in tutto il mondo per ottenere che le decisioni dei governi e dei popoli del mondo siano ascoltate e rispettate”.

Fonte: Unimondo

26 aprile 2010

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