Monsignor Oscar Romero, un martire per l’uguaglianza


Edoardo Caprino


Trent’anni fa moriva eroicamente l’arcivescovo di San Salvador


CondividiShare on FacebookTweet about this on TwitterEmail to someoneGoogle+
Monsignor Oscar Romero, un martire per l'uguaglianza

Morire sull'altare freddato da colpi di arma da fuoco. È questa la fine tragica, l'atto di eroismo estremo che ha visto come protagonista trent'anni fa – il 24 marzo 1980 – mons. Oscar Romero, arcivescovo di San Salvador. Un personaggio scomodo per il regime che governava allora lo stato dell'America Centrale, l'unico uomo  capace di alzare la voce contro i crimini, le violenze, le persecuzioni che venivano perpetrate. L'unico capace di fare i nomi e cognomi scomodi dei signori della morte.

Troppo presto Romero è stato etichettato in vita come uomo vicino alla Teologia della Liberazione. È stata una etichettatura sbagliata in quanto Monsignor Romero era un Pastore della Chiesa con la P maiuscola, non un capopopolo o un uomo che mischiava religione e politica. Al contempo però egli non taceva le disuguaglianze, i torti, i soprusi che il popolo salvadoregno, i suoi fedeli, subivano costantemente. Tra i suoi confratelli nell'episcopato spesso vi erano contiguità con il regime (come avveniva in tutti gli stati del centro e sud America sotto dittatura), ma Romero era un Vescovo innamorato del suo popolo che non poteva tollerare la situazione che vedeva sotto i suoi occhi.

Morire celebrando l'eucaristia è forse il più completo atto di martirio che un uomo di Chiesa può compiere nella sua esistenza terrena. Al contempo per chi perpetra questo crimine è l'atto più vigliacco e blasfemo che si possa concepire. Senza alcuna giustificazione. Spesso si è parlato di incomprensioni tra Mons. Romero e Giovanni Paolo II. Senza trovare giustificazioni, occorre però contestualizzare il tutto al clima degli anni Ottanta quando la Chiesa si trovava essa stessa a convivere nel clima di guerra fredda che contrapponeva Usa e Urss. Il Pontefice in quegli anni così difficili non fece mancare la sua parola di condanna dei regimi, anche in casa loro (come avvenne nel Cile di Pinochet).

Dal 1993 la data dell'assassinio di Mons. Romero è stata scelta dal Movimento Giovanile Missionario delle Pontificie Opere Missionarie Italiane per ricordare ogni anno tutti i missionari uccisi nel mondo. È una giornata di preghiera e digiuno. Niente strilli, niente rivendicazioni. Quanti martiri, ogni anno, allungano questa lista dolorosa. Spesso le loro morti non fanno la dovuta notizia. Qualche pezzo in pagina e il giorno dopo nessuno più li ricorda, salvo la Chiesa, i confratelli e i fedeli che li hanno apprezzati. La loro opera è preziosa, spesso è l'unico aiuto e fonte di riscatto per il popolo ove operano. È gente che non protesta, che non alza la voce ma che opera sul campo. È gente che fa evangelizzazione con le mani, sporcandosele, dando tutto di loro stessi. È gente che non cerca la morte violenta a tutti i costi, ma che è pronta a donare la vita per gli altri, se questo occorre.

Non sono eroi, sono martiri. Gente spinta da una motivazione che va ben oltre l'aspetto razionale. Tutto può essere ricondotto solo a quella fede che è – più che mai nel loro caso – dono per sé  per gli altri.
Monsignor Vincenzo Paglia – Vescovo di Terni e anima della Comunità di Sant'Egidio – porta al petto la croce che indossava Monsignor Romero quando fu assassinato. Egli è il postulatore della causa di beatificazione di questo grande uomo. Speriamo che presto il Vescovo di San Salvador venga elevato agli Altari. Non a caso presso la Basilica di Santa Maria in Trastevere – la Chiesa di Sant'Egidio a Roma – il Cardinale Crescenzio Sepe andrà a celebrare la Messa di suffragio di Mons. Romero per la Comunità che tanto si adopera per lenire le disgrazie nel mondo e per diffondere il messaggio di pace e di dialogo tra le religioni, i popoli e le culture. I sacrifici dei missionari non sono mai atti inutili o sprecati. Dal loro sangue sorge sempre una Speranza che nessuna pallottola potrà fermare. Come è stato per Oscar Romero.

Fonte: http://www.ffwebmagazine.it

24 marzo 2010

CondividiShare on FacebookTweet about this on TwitterEmail to someoneGoogle+

Lascia un commento