L’Onu: Gaza soffre. Israele tolga il blocco


Aldo Baquis


Dopo Biden e La Ashton, critiche anche da Ban Ki-moon che dichiara durante una visita nella striscia che il blocco di Gaza “infligge sofferenze inaccettabili”.


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L’Onu: Gaza soffre. Israele tolga il blocco

Dopo le aspre critiche del vicepresidente USA Joe Biden e dell’alta responsabile europea Catherine Ashton, ieri è stato il turno del segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon ad attaccare ruvidamente, durante un sopralluogo nella regione, la politica del governo israeliano verso i Palestinesi.
Il prolungato blocco di Gaza, ha affermato Ban Ki-moon durante una visita nella striscia, “infligge sofferenze inaccettabili” ad un milione e mezzo di Palestinesi, ed è anche “controproducente” perchè esasperando la popolazione favorisce le forze estremiste a scapito dei moderati.
Proveniente da Gerusalemme, Ban era tuttavia latore di una notizia positiva: per la prima volta da anni, ha spiegato, Israele accetta adesso di introdurre una quantità limitata di materiali per la costruzione di abitazioni. Di conseguenza a Khan Yunes (Gaza) sarà possibile edificare 150 alloggi. “Una goccia nel mare” ha precisato lui stesso.
In serata Ban ha incontrato anche Benyamin Netanyahu, che in partenza per gli Stati Uniti dove martedì sarà ricevuto da Barack Obama. Il progetto edile autorizzato a Khan Yunes rientra in una lista di misure elaborate dal premier per recuperare la fiducia dei palestinesi mentre l’emissario di Obama George Mitchell si sforza di rilanciare negoziati indiretti di pace. Netanyahu suggerisce inoltre la liberazione di detenuti palestinesi e la rimozione di posti di blocco in Cisgiordania.
Mentre la diplomazia arranca a fatica, il terreno ribolle. Nella zona di Nablus quattro giovani palestinesi sono rimasti uccisi tra sabato e domenica in due incidenti separati con l’esercito israeliano. In entrambi i casi la versione dei militari contrasta con quella degli abitanti,che trovano del tutto ingiustificate quelle morti. L’Anp ha reagito con collera e ha invocato ulteriori pressioni internazionali su Israele, mentre Hamas ha rinnovato gli appelli per una nuova intifada armata in Cisgiordania. Nel frattempo da Gaza tornano ad essere sparati razzi verso il Neghev, dove gli abitanti israeliani sono di nuovo costretti a buttarsi nei loro rifugi.  Un quadro dunque instabile e allarmante, mentre Netanyahu e il suo ministro della difesa Ehud Barak partono per una delicata missine diplomatica in una Casa Bianca sempre più scettica verso il governo israeliano.

Fonte: l'Unità

22 marzo 2010

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