Roma, raid in negozio bengalese: “Erano 15 italiani con i bastoni”


l'Unità.it


Il locale distrutto a colpi di bastone: “Facciamo attività politica con il Pd, forse è questo che non è andato giù a chi ci ha distrutto tutto…”.


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Roma, raid in negozio bengalese: "Erano 15 italiani con i bastoni"

Mohamed Masumia non riesce a trattenere le lacrime quando racconta del raid subito nel suo negozio ieri sera verso le sette a Roma: «Sono entrati in 15 forse 20, volto scoperto e bastone in mano, e hanno iniziato a spaccare tutto. Hanno anche aggredito i clienti del nostro fast food e mio fratello e altri tre sono finiti all’ospedale. C’erano diversi giovanissimi tra i 17 e i 19 anni e qualcuno più grande, sui 30, 35 anni». Il locale distrutto a colpi di bastone in zona Magliana è un Internet Point come tanti altri nella Capitale con un piccolo bar annesso. Secondo una prima ricostruzione dei carabinieri, era composto da una quindicina di persone italiane. Il titolare del negozio e i feriti sono adesso ascoltati dai carabinieri della stazione di Villa Bonelli per cercare di capire la matrice del raid. Al momento nessuna ipotesi è prevalente rispetto ad altre anche perché il gruppo che ha effettuato l'assalto non avrebbe detto nulla durante l’aggressione. Mohamed dice di avere avuto sempre buoni rapporti con gli abitanti del quartiere: «L’unica cosa che mi viene in mente è che facciamo attività politica con il Pd, forse è questo che non è andato giù a chi ci ha distrutto tutto…» dice riprendendo a singhiozzare.

Un assalto in piena regola, dunque, con tanto di bastoni che sono serviti a distruggere l'internet point bengalese e ferire quattro persone, tra clienti e dipendenti del locale che si trova nel quartiere Magliana, a Roma. Un raid compiuto da un gruppo di circa 15 italiani che, con i volti coperti da sciarpe, è entrato ed ha colpito tavolini, vetrine e i pochi clienti che si trovavano nel locale che è anche una sorta di fast-food. Clienti anche italiani, tutti feriti lievemente e medicati al pronto soccorso dell'ospedale S. Camillo. Un raid vero e proprio, secondo i carabinieri, che però al momento non ha una vera e propria connotazione politica o razzista. Il gruppo di assalitori, infatti, sembra che non abbia proferito parola sulle motivazioni del violento gesto. Naturalmente gli investigatori dell'arma, così come successo in passato per episodi analoghi, stanno valutando tutte le ipotesi possibili.

Per questo stanno cercando di capire se il titolare del locale possa aver avuto litigi o screzi con qualcuno. Ma anche se i possibili obiettivi dell'assalto, invece, possano essere stati i clienti dell'internet point. Italiani o bengalesi. Per questo motivo il titolare del negozio e i feriti sono adesso ascoltati dai carabinieri della stazione di Villa Bonelli per cercare di capire la matrice del raid. L'assalto di questa sera, comunque, ha riaperto vecchie ferite ancora non completamente rimarginate nella memoria della città. Riportando i ricordi ad un assalto, quello di natura chiaramente razzista e xenefoba avvenuto nel maggio del 2008 nella zona del Pigneto, uno dei quartieri più multietnici della città. Quel giorno un gruppo di giovani incappucciati, armato di bastoni, al grido di «Sporchi stranieri» e «Bastardi», ha assaltato e devastato tre negozi di immigrati asiatici nel quartiere. Fu un assalto improvviso, di pochi minuti, con un bengalese colpito da una bastonata, vetrine e interni di un bar, di un phon center-lavanderia e di un negozio di alimentari devastati.

Fonte: Unita.it

14 marzo 2010

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