Ragazzo rom muore bruciato a Milano
La Stampa
Tragedia nella notte per il rogo di una baracca in un’area non autorizzata priva di allacciamenti d’acqua.
MILANO – Aveva solo 13 anni. E' morto bruciato questa notte nella misera baracca in cui viveva, in un campo nomadi abusivo alla periferia di Milano. L'incendio è divampato in via Novara: forse, se il fuoco fosse divampato in un'area autorizzata, con gli estintori e le prese d'acqua, la tragedia sarebbe stata evitata. Due persone sono rimaste ustionate. Non sono gravi. Sono state accompagnate all'ospedale Niguarda.
E' successo verso le 3 di questa mattina. L’incendio si è verificato in un campo nomadi non autorizzato che si trova in via Caio Mario, un’area verde in fondo a via Novara, una lunga arteria stradale dell’estrema periferia ovest della città. Poco lontano c'è un altro campo, più grande e regolare. Pare che il rogo sia nato da una scintilla partita dalla stufa a legna accesa per scaldare la gelida notte milanese. Padre, madre e tre figli dormivano, quando una fiammata ha incendiato una parte della baracca. I familiari del ragazzino hanno tentato di spegnere l'incendio che però in poco tempo s'è propagato a tutta la struttura.
Il padre ha portato via tutti i componenti della famiglia mettendoli in salvo ma sembra che nella confusione generale non si sia reso conto che all’appello mancava uno dei figli, morto fra le fiamme. Sul posto è intervenuta la polizia.
L'area di via Caio Mario è stata colonizzata da Rom romeni solo in tempi recenti, ed è composta da 25 baracche. L’insediamento non ha allacciamenti: «La gente si riscalda come può – spiega un ex nomade ora stanziale, che fa il mediatore sociale – chi con le bombole, altrettanto pericolose se accumulate in luoghi non adeguati, sia con stufe a legna».
Fonte: La Stampa
13 marzo 2010