“Mossad, base Italia” tutta l’agibilità concessa all’intelligence israeliana


La redazione


Il volume di Eric Salerno ripercorre l’ascesa di un’agenzia ingerente su un paese ingerito. Dall’immigrazione clandestina degli ebrei sopravvissuti all’Olocausto al traffico internazionale di armi…


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"Mossad, base Italia" tutta l'agibilità concessa all'intelligence israeliana

“Mossad, base Italia” è la storia di un'agibilità militare, quindi politica. Di un'agibilità che l'Italia ha, dall'ultima fase della seconda guerra mondiale in poi, sempre concesso ai servizi d'intelligence dell'allora nascitura Israele. Una vera e propria impresa, che ha dapprima ottenuto l'agibilità per l'immigrazione di molti ebrei in fuga dall'Europa verso la Palestina e ha poi ottenuto conoscenze, logistica e lasciapassare per la formazione e le azioni di natura militare. (intervista video ad Eric Salerno, giornalista autore di “Mossad, base Italia”, edito da il Saggiatore).

«L'Italia è stata la piattaforma per tutta questa impresa», spiega Eric Salerno, tra i decani del giornalismo italiano sulle vicende mediorientali. «Dall'Italia sono partiti per la Palestina 25-30mila ebrei usciti dall'Europa tormentata dalla guerra. In Italia si sono svolte molte delle operazioni per mandare armi in Palestina. In Italia sono stati addestrati i combattenti che hanno poi lottato nella guerra per la fondazione di Israele. Sempre in Italia sono stati preparati gli aviatori israeliani, mercenari e non».

“Mossad, base Italia” è un volume avvincente e scevro da gratuito sensazionalismo. «Per organizzare il da fare in Italia, la prima cosa che hanno fatto gli agenti guidati da Ada Sereni, vedova di un'esponente importante della comunità ebraica italiana morto durante la guerra, è stato parlare con De Gaspari: “Voi ci dovete aiutare, e sopratutto chiudere un occhio su quello che facciamo”. Poi hanno fatto leva sul conflitto est /ovest che stava nascendo e lì si sono create alleanze strane e peculiari». L'operato del Mossad in Italia, in sintonia con la storia della politica estera dello Stato ebraico, è sempre stato mosso dal principio de “il nemico del mio nemico è mio amico”. Un principio che come unico parametro ha sempre avuto l'urgenza dell'imminenza. «Alleanze di vecchi nemici che diventavano amici. Gli americani arruolavano gli ex nazisti, così facevano diversi servizi come anche il Mossad. Poi in Italia arruolavano anche ex fascisti o fascisti usciti appena dal conflitto: volevano dimostrare che non fossero contro gli ebrei, ma erano stati solo parte di un sistema legato alla Germania».

In tutto il processo di fondazione dello Stato ebraico, il ruolo delle donne è assolutamente rilevante. Se la paternità del Mossad italico è attribuibile a Mike Harari, la maternità è riconducibile ad Ada Sereni. «Il pragmatismo di Ada Sereni è il pragmatismo di Israele». Fu lei a trattare con De Gasperi, organizzare il flusso migratorio verso la Palestina, pianificare e realizzare l'armamento delle prime organizzazioni militari che scongiurassero il rifornimento degli eserciti arabi avversi. La donna, secondo l'occorrenza, strinse sodalizi con chiunque potesse tornare utile alla causa sionista: dai fascisti desiderosi di azioni anti britanniche, fino ai comunisti che vedevano nella causa israeliana un giusto risarcimento alle politiche antisemite di Italia e Germania. «Gli americani parlano di democrazia, ma la maggior parte dei loro alleati in alcune zone del mondo certamente non sono paesi democratici. Per avere la bomba nucleare, Israele ha intrattenuto rapporti con il Sud Africa dell'apartheid».

Una storia di terrorismo
“Mossad, base Italia” è anche una storia di terrorismo: non c'è altro modo per definire, intellettualmente parlando, il brutale omicidio del poeta palestinese Wail Zwaiter a Roma. «L'uccisione di Zweiter certamente si può definire terrorismo, all'interno di una lotta di terroristi di diverse nazionalità e con diverse idee. Poi possiamo decidere di non chiamarli terroristi ma combattenti per la libertà dei propri paesi, ma anche Begin era un terrorista». Begin, l'uomo che poi divenne anche primo ministro di Israele, «era un terrorista: era a capo dell'organizzazione che ha fatto saltare l'albergo King David a Gerusalemme e l'ambasciata britannica a Roma. Combattevano per quello che volevano, al fine di creare e rafforzare lo stato d'Israele, come stanno combattendo e hanno combattuto i palestinesi. Una cosa che ho notato in tanti anni che mi occupo di Medio Oriente è che i palestinesi, tutto sommato, scimmiottano tutto quello che gli israeliani e gli ebrei hanno fatto per fondare il loro Stato. I documenti dell'Irgun distribuiti in Italia dopo l'attentato all'ambasciata britannica, sono simili a molti documenti distribuiti dai palestinesi, da Hamas come da altri».

“Mossad, base Italia” è una storia destinata a proseguire. Un'impresa che continua a operare non solo in Italia, ma in ogni parte del mondo. «La segnalazione degli almeno 26 agenti del Mossad fatta dalle autorità di Dubai, ritenuti responsabili dell'assassino del palestinese di Hamas, è un fatto interessantissimo». 26 agenti che, prima di colpire una delle menti militari di Hamas, hanno contraffatto passaporti europei e soggiornato nelle nostre città. «È normalissimo che alcuni di questi abbiano transitato per Roma o Milano». Ma quello che colpisce la sensibilità comune è come questi presunti agenti siamo persone assolutamente organiche alla società: «Giovani normali, turisti, uomini di affari, tutta gente con facce normali. Provengono da una società civile, israeliana». Una società completamente militarizzata dove l'esercito, come il Mossad, sono l'istituto fondante ancor più delle istituzioni politiche. Ma il Mossad rimane l'intelligence più all'avanguardia dell'area. Con la Siria troppo impegnata sul controllo sociale e politico interno; l'Egitto che, oltre al controllo interno, affida all'intelligence buona parte del lavoro diplomatico sull'area; con il Libano che vive la frammentazione degli interessi delle comunità confessionali anche dentro gli apparati di intelligence, il Mossad ha gioco assolutamente facile. Ma, come tutte le istituzioni israeliane, anche il Mossad è soggetto al logoramento della propria missione. Quanto potrà durare la felice sintesi tra il servizio d'intelligence e la società israeliana?

Fonte: http://www.agenziami.it

I prossimi appuntamenti:

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Libreria Feltrinelli International, via Cavour 12r. Relatori: Prof. Franco Cardini e Raffaele Palumbo (Controradio)

Bologna, 31 marzo – ore 18

Libreria Feltrinelli. Relatori Prof. Paolo Pombeni (Facoltà di scienze politiche), Lorenzo Bianchi (giornalista del Resto del Carlino)

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