Berlusconi accende lo scontro: “Meno immigrati meno crimini”
Rainews24
Il premier fa sua l’equazione che vede immigrati e delinquenti legati da una relazione inscindibile: “La diminuzione degli extracomunitari significa meno forze per le organizzazioni criminali”.
Meno extracomunitari uguale meno criminali. Silvio Berlusconi fa sua l'equazione che vede immigrati e delinquenti legati da una relazione inscindibile. Il premier ne parla dopo il consiglio dei ministri a Reggio Calabria, rivendicando il pugno di ferro contro l'immigrazione clandestina, che ha dato risultati "molto positivi". Un fatto importante, sottolinea Berlusconi, perche' una "riduzione degli extracomunitari in Italia significa meno forze che vanno a ingrossare le schiere dei criminali".
La tesi non e' nuova, ed e' quasi quotidianamente proclamata dalla Lega Nord. E' pero' la prima volta, forse complice l'incipiente campagna elettorale per le regionali, che il premier parla degli "extracomunitari" come potenziali manovali del crimine.
Una volta di piu', colpisce la distanza dall'altro "co-cofondatore" del Pdl Gianfranco Fini, che nelle stesse ore in cui Berlusconi parlava in Calabria dava voce a una visione opposta del problema immigrazione. Secondo Fini, che parlava alla presentazione di un libro sull'Unita' d'Italia, nella costruzione dell'idea di Nazione bisogna evitare "la tentazione dell'etnicismo e del revanscismo" puntando invece sull'idea democratica aperta "ai nuovi cittadini". E' dunque un'Italia sempre piu' multietnica quella che Fini immagina, dove gli immigrati e i loro figli sono un fattore di crescita e non un nemico da guardare in cagnesco.
Una posizione condivisa dall'opposizione, che cavalca la polemica contro Berlusconi accusando il premier di razzismo e di subalternita' al pensiero leghista. "Una frase cosi' – dice il leader del Pd Pier Luigi Bersani riferendosi alla dichiarazione del premier – ci mette fuori da qualsiasi contesto moderno. Un governo non puo' sempre agitare le paure, deve saper anche guidare il paese alla razionalita"'. Livia Turco, parlamentare democratica e autrice della prima legge sull'immigrazione (la Turco-Napolitano), taccia Berlusconi di "volgarita"', ricordando il contributo degli immigrati al mantenimento dello stato sociale.
L'Idv non e' da meno nel censurare le parole del premier: "L'Italia – sostiene il capogruppo Massimo Donadi – ha bisogno di leggi severe ma giuste, non di inutili slogan razzisti che alimentano il clima di intolleranza".
Ma e' proprio vero che gli extracomunitari sono attirati dal crimine? Una ricerca della Caritas sul tasso di delinquenza tra gli immigrati lo nega. Dalle tabelle viene fuori che gli extracomunitari in regola infrangono la legge in una percentuale di pochissimo superiore a quella degli italiani: a delinquere e' infatti l'1,4 per cento degli stranieri contro lo 0,75 per cento degli italiani. "E' falso, percio' – sostengono i ricercatori della Caritas – dire che il tasso di criminalita' degli immigrati e' molto superiore a quello degli italiani".
I fedelissimi del premier sostengono pero' che le parole di Berlusconi sono state travisate. 'Le polemiche – dice il capogruppo Pdl al Senato Maurizio Gasparri – sono completamente fuori luogo. E' evidente che il riferimento era agli immigrati che giungono in Italia per delinquere attraverso organizzazioni criminali". Il clima politico e' pero' poco favorevole a interventi pro-immigrati. Dalla legge comunitaria in Senato e' stata stralciata la regolarizzazione degli immigrati senza contratto: sarebbe stata, spiega Gasparri, una "affrettata sanatoria per extracomunitari o lavoratori in nero". La Lega applaude: e' stata scongiurata, dice il capogruppo Federico Bricolo, una "sanatoria indiscriminata per i clandestini".
Fonte: RaiNews24
28 gennaio 2010