Catania, gli ambulanti senegalesi chiedono di essere regolarizzati


Redattore Sociale


Progetti d’integrazione, corsi di formazione nel settore agricolo e spazi autorizzati in strada e nei centri commerciali per vendere prodotti artigianali: Gli immigrati, regolari, protestano contro il trattamento dei vigili urbani.


CondividiShare on FacebookTweet about this on TwitterEmail to someoneGoogle+
Catania, gli ambulanti senegalesi chiedono di essere regolarizzati

PALERMO – La comunità di senegalesi che vive a Catania chiede al comune di regolarizzare la propria attività di ambulante. L’accoglienza che hanno ricevuto dai cittadini catanesi li ha spinti a richiedere all’amministrazione comunale la possibilità di uscire dallo stato di venditori abusivi per regolarizzare la loro attività. In particolare propongono la creazione all’interno del centro storico etneo di uno spazio mercatale dove possono vendere i loro prodotti artigianali e di avere un’area anche all’interno di alcuni centri commerciali.
In vista di questo sono tutti disposti a tassarsi per potere pagare l’affitto di un negozio che diventi la vetrina dei loro prodotti artigianali, tutti provenienti dall’Africa. Una strada dove tutti potrebbero essere identificati e identificabili e dove nessuno potrebbe vendere prodotti falsi, taroccati o contraffatti.

Inoltre chiedono anche di potere partecipare a dei corsi di formazione nel campo dell’agricoltura, delle tecnologie e dell’energia alternativa al fine di acquisire quelle competenze idonee a poterle mettere in pratica nel loro Paese d’origine dove in futuro pensano di ritornare. Il bisogno di regolarizzare la loro attività ambulante è nato anche dall’avere subito atteggiamenti molto aggressivi da parte di alcuni vigili urbani e delle forze dell’ordine. Atteggiamenti che la comunità senegalese ha segnalato al comune come “discriminatori e lesivi della loro dignità”. In particolare lamentano il fatto che in caso di fermo, i vigili urbani non tengano conto dei documenti in regola. Inoltre spiegano dal comune “è capitato con alcuni immigrati, muniti di permesso di soggiorno e scoperti a vendere merce contraffatta, che qualcuno abbia sequestrato la merce e i soldi ma non abbia fatto verbale e dunque non ne sia rimasta traccia formale. E che abbia argomentato che conveniva anche all’immigrato perché diversamente rischiava di non avere rinnovato il permesso di soggiorno”.

Per questo motivo adesso sono loro che chiedono alle istituzioni competenti maggiori controlli proprio sull’operato di chi è addetto all’ordine pubblico. Secondo il dossier Caritas/migrantes 2009 i senegalesi costituiscono il gruppo straniero da più lungo tempo presente in Italia, tra le comunità di una certa consistenza numerica sono quelle a più spiccata prevalenza maschile.

Fonte: Redattore Sociale

18 gennaio 2010

CondividiShare on FacebookTweet about this on TwitterEmail to someoneGoogle+

Lascia un commento