L’Onu chiede a De Mistura si sostituire Eide
Emanuele Giordana - Lettera22
Crescono le quotazioni del diplomatico italo norvegese Staffan De Mistura per coprire la sede vacante di Unama in Afghanistan.
Per adesso sono ancora indiscrezioni e una nomina ufficiale non c'è. Ma sono indiscrezioni di tutto rilievo.
Richard Holbrooke, l'inviato speciale Usa per la regione, ha caldeggiato con Foreign Policy la candidatura di Staffan De Mistura, l'italo norvegese ora vice direttore esecutivo del Programma alimentare mondiale con sede a Roma. Ma una decisione ufficiale ancora non c'è da parte del palazzo di Vetro. Solo qualche giorno fa il New York Times aveva sponsorizzato il francese Jean-Marie Guéhenno, uno dei tre nomi nella rosa dei candidati con il britannico Ian Martin. De Mistura è già stato in Afghanistan, dal 1988 al 1991, come direttore dell'ufficio per il fundraising e le relazioni esterne dell'Onu. Ma è anche molto stimato, sottolinea FP, negli Usa: dal National Security Advisor di Obama, Jim Jones, dal generale David Petraeus e da Karl Eikenberry, attuale ambasciatore americano a Kabul. Se i ben informati dicono che la candidatura di Martin era solo di bandiera e dunque senza speranze, la decisione di De Mistura dipende in realtà soprattutto da lui.
Dopo un numero enorme di missioni, dall'Irak alla Somalia, il diplomatico Onu che gode di ottima fama non sembrerebbe intenzionatissimo a prendersi questa ennesima gatta da pelare. Per questo, pur essendo un sottosegretario, avrebbe accettato di fare il numero 2 pur di restarsene tranquillo a Roma. A meno che non glielo chieda direttamente Ban Ki-moon.
Come che sia anche De Mistura ha i suoi detrattori. Secondo alcuni osservatori, proprio le sue amicizie americane non piacerebbero a Karzai e infine sul web, Inner City Press ha accusato il diplomatico di nepotismo per aver favorito il genero del segretario generale, Siddarth Chatterjee, preso come capo del suo staff quando De Mistura stava in Irak. Una polemica di basso profilo (che saltò fuori nel 2007) e che non sembra drestinata ad avere molto fiato. Anche il possibile veto di Karzai resta tutto da vedere. Il presidente afgano sicuramente non è favorevole al britannico e non è detto che per forza debba esserlo per il francese (si è vociferato per altro, se si dovesse ripresentare di nuovo l'idea di una super autorità civile, di una possibile candidatura per Kouchner) e non risulta che abbia a che ridire sul vice direttore del Pam. I prossimi giorni diranno.
Fonte: Lettera22
10 gennaio 2010