Scontri in Iran, almeno quindici morti
Repubblica.it
Sarebbe stato ucciso il nipote di Moussavi. Secondo fonti dell’opposizione gli agenti hanno aperto il fuoco. La polizia nega. I disordini più gravi a Teheran e Tabriz.
TEHERAN – Secondo giorno di violenti scontri tra polizia e manifestanti anti-governativi a Teheran durante il corteo per la festività sciita dell'Ashura. Il sito d'opposizione Jaras ha riferito che la polizia ha aperto il fuoco sui manifestanti e almeno quattro persone sono rimaste uccise e altre due ferite. Anche il sito Rahesabz parla di quattro morti, affermando che uno dei suoi reporter ne è stato testimone. Omid Habibinia, giornalista che è riuscito a entrare in contatto con alcune fonti a Teheran nonostante il blackout delle linee cellulari e di molti siti web, ha riferito invece di cinque vittime. Tra queste, secondo il sito Parlemannews, ci sarebbe anche il nipote del leader riformista Mir Hossein Moussavi: "Oggi, a mezzogiorno, Sayed Ali Moussavi, il nipote 35enne di Mir Hossein Moussavi, è stato colpito al cuore vicino piazza Enghelab ed è morto dopo essere stato trasportato all'ospedale Ebnesina". Altre cinque vittime, sempre secondo i siti web dell'opposizione, si sono registrate nella città nordoccidentale di Tabriz.
Le vittime. "Finora nessuno è stato ucciso", ha detto il capo della polizia di Teheran, Azizollah Rajabzadeh, citato dall'agenzia Isna. Poi però è stata la tv di Stato ad ammettere "numerosi" morti, tra cui ci sarebbe anche il nipote del leader dell'opposizione, negli scontri nelle varie città. L'emittente iraniana Press Tv conferma che quattro manifestanti sono stati uccisi a Teheran.
"La polizia non ha sparato". La polizia nega ogni coinvolgimento, sottolineando che le milizie schierate nella capitale "non sono dotate di armi da fuoco" e spiegando che due persone sarebbero state vittime di un incidente stradale, un altro uomo sarebbe caduto da un ponte e un quarto sarebbe stato ucciso da un colpo di pistola esploso da "sconosciuti". La stessa fonte precisa che le vittime a Theran, in tutto, sarebbero cinque.
Gli arresti. La polizia afferma di aver arrestato 300 persone. Un testimone ha raccontato alla Bbc di aver visto un van della polizia investire un manifestante. Alcuni giornalisti hanno denunciato la scomparsa, durante gli scontri, di un loro collega siriano, M. Reza Al Bacha, che lavora per una tv di Dubai.
Spari sui manifestanti. Jaras ha riferito che diversi agenti hanno rifiutato di obbedire all'ordine di sparare sui manifestanti, sparando in aria quando sono stati messi sotto pressione dai superiori. Dal web arriva la notizia di scontri anche a Isfahan, nel centro dell'Iran, e nella vicina Najafabad, città natale del grande ayatollah riformista Hossein Ali Montazeri, morto una settimana fa.
I cortei. Dopo le manifestazioni di ieri, quando gli oppositori hanno cercato di tornare in piazza ma sono stati affrontati da poliziotti in assetto antisommossa e miliziani Basiji, oggi il centro di Teheran era presidiato da centinaia di agenti. In risposta ai cortei dell'opposizione migliaia di sostenitori del presidente Mahmud Ahmadinejad sono scesi in piazza a Enghelab, la lunga strada nel centro della capitale da cui la polizia aveva cacciato i riformisti. Nonostante la massiccia presenza di forze di sicurezza, migliaia di persone, giunte a piccoli gruppi, si sono radunate nel centro di Teheran. La polizia è intervenuta prima con i gas lacrimogeni e poi caricando la folla, che ha incendiato dei cassonetti.
Gli scontri. Gli scontri si sono propagati in un'area molto vasta. Dalla piazza Imam Hossein, a est, alla piazza Enghelab, a ovest, distanti alcuni chilometri tra di loro. Incidenti sono stati segnalati anche sulla piazza Ferdowsi, sul viale Vali Asr e sul viale Hafez. Lungo quest'ultima arteria, in particolare, testimoni hanno riferito di aver visto dimostranti rovesciare e incendiare due veicoli della polizia e mettere in fuga le forze di sicurezza che controllavano un ponte. Un altro testimone ha detto di aver visto agenti e miliziani in borghese.
Il "movimento verde" in piazza. Le autorità hanno proibito qualsiasi manifestazione dell'opposizione in occasione dei giorni di Tasua e Ashura, ieri e oggi, quando processioni religiose attraversano in lutto le città iraniane nel ricordo del martirio di Hussein, il terzo Imam sciita, avvenuto a Kerbala nel 680 dopo Cristo. Ma era scontato che il cosiddetto 'movimento verde' che si oppone al governo di Ahmadinejad avrebbe approfittato di questa occasione per tornare a far sentire la sua voce. Anche perché oggi cade il settimo giorno dalla morte del grande ayatollah dissidente Hossein Ali Montazeri, i cui funerali, lunedì scorso, hanno vista riunita nella città santa di Qom un'enorme folla di oppositori. La tradizione sciita vuole che si torni a commemorare i defunti una settimana dopo il decesso.
La condanna della comunità internazionale. Sulle violenze in Iran è intervenuta anche la Casa Bianca: "Condanniamo l'ingiusta repressione delle manifestazioni civili. I manifestanti godono dei diritti universali ad esprimere le proprie opinioni liberamente". Anche la Francia ha protestato fermamente contro la repressione violenta delle manifestazioni in corso a Theran e nelle altre città iraniane.
Fonte: repubblica.it
27 Dicembre 2009
