Immigrati sui media: una gigantografia in negativo


Redattore Sociale


E’ l’immagine degli stranieri che emerge da stampa e tv in Italia. Il ritratto è sempre lo stesso: un criminale, maschio, spesso clandestino. L’identikit è stato tracciato da una ricerca dell’Università La Sapienza di Roma.


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Immigrati sui media: una gigantografia in negativo

ROMA – Una gigantografia in negativo, sostanzialmente statica e apparentemente immutabile, focalizzata sulla dimensione dell’emergenza, della sicurezza, degli stereotipi e di una visione problematica del fenomeno migratorio. E’ questa l’immagine degli stranieri in Italia che emerge da stampa e tv. L’identikit è stato tracciato dalla ricerca nazionale “Immigrazione e asilo nei media italiani”, realizzata dalla facoltà di Scienze della comunicazione dell’Università La Sapienza di Roma e presentata oggi alla Camera. Il risultato è che il ritratto delle persone straniere immortalato dai media è lo stesso delle rilevazioni degli ultimi 20 anni: è spesso un criminale, è maschio (nell’80% dei casi) e la sua personalità è schiacciata sul solo dettaglio della nazionalità o della provenienza etnica (rom e rumeni sono i più frequentemente citati nei titoli di tg). Su tutto, poi, domina l’etichetta della “clandestinità” che, prima di ogni altro termine, definisce l’immigrazione in quanto tale.
 
L’indagine è stata finanziata dall’allora ministero della Solidarietà sociale e la rilevazione dei dati è
avvenuta su una settimana campione durante i primi sei mesi del 2008. Lo studio ha riguardato le edizioni serali dei sette telegiornali nazionali (Tg1, Tg2, Tg3, Tg4, Tg5, Studio Aperto e TgLa7), i sei quotidiani più diffusi in base al differente orientamento politico-culturale (Corriere della Sera, La Repubblica, L’Unità, il Giornale e Avvenire), più il free press Metro. In totale sono stati analizzati 1.084 tg, grazie al contributo del Centro d’ascolto sull’informazione radiotelevisiva, e 1.540 articoli. L’indagine è stata intesa come ricerca-pilota anche in merito al lavoro del centro studi dell’Osservatorio “Carta di Roma”, la carta deontologica dei giornalisti in merito al linguaggio da usare quando si parla o si scrive di immigrazione.
 
Le notizie di cronaca nera o giudiziaria con protagonista una persona straniera (come autore o vittima di reato) sono sempre la maggioranza – raggiungendo quasi il 60% nei tg e il 53% nei quotidiani, un livello mai rilevato in passato – e nello specifico gli stranieri sono protagonisti
di fatti criminali molto più facilmente degli italiani (60% contro 36% nei telegiornali, 43% contro 36% sulla stampa). Un’altra possibile fonte di distorsione è presente nella tipologia di reati che vengono rappresentati nei media. Se in generale si assiste a una sovra-rappresentazione di quelli contro la persona, nel periodo di rilevazione considerato le persone straniere compaiono più frequentemente di quelle italiane quando sono responsabili o vittime di fatti particolarmente brutali come la violenza sessuale (più del triplo, 24% contro 7%), le lesioni personali (più del doppio, 24% contro 11%) o il sequestro (più del quadruplo, 17% contro 4%).
 
Solo 26 servizi di tg affrontano l'immigrazione in tutte le altre possibili dimensioni del fenomeno (economica, di confronto culturale, d’integrazione, di solidarietà sociale, eccetera); in po’ meglio fanno i quotidiani. Ma c’è anche una “buona notizia”: nel complesso le news con protagonista un «migrante, un minore straniero, un richiedente asilo o rifugiato, una vittima di tratta o un appartenente a minoranze etniche» rappresentano poco più di un quinto do tutte le notizie di cronaca rilevate su stampa e tv. Guardando invece alle caratteristiche del dibattito che si sviluppa sui media intorno al fenomeno migratorio e all’asilo, un dato evidente è la netta sproporzione fra la presenza di esponenti politici e quella di altri soggetti interessati quali le forze dell’ordine, la magistratura o, soprattutto, le comunità straniere. Questo fatto sposta l’attenzione più sul dibattito ideologico fra gli schieramenti che sul reale contenuto dei provvedimenti.

Fonte: Redattore Sociale

18 dicembre 2009

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