Sudan: pace ad ostacoli


Nigrizia.it


Nord e Sud Sudan hanno raggiunto un accordo che metterà fine al boicottaggio dei lavori parlamentari. L’intesa riguarda le riforme per la democratizzazione del paese e le regole per il referendum sull’indipendenza del sud. Sullo sfondo, Juba formalizza la creazione del proprio esercito, con un Comando militare separato.


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Sudan: pace ad ostacoli

Il regime sudanese e gli ex ribelli del Sud avrebbero raggiunto ieri un accordo sull'attuazione di riforme democratiche in vista delle elezioni dell'aprile 2010, le prime elezioni libere dal 1986, e in previsione anche del referendum per l'indipendenza del sud previsto per il 2011.

L'annuncio arriva dopo settimane di boicottaggio dei lavori parlamentari ed una serie di incontri, iniziati giovedì, tra il presidente sudanese Omar el-Bashir e il presidente del sud, Salva Kiir.
Il compromesso raggiunto ieri dovrebbe contribuire ad alleggerire le tensioni che minacciano l'accordo di pace firmato tra Nord e Sud nel 2005 dopo 22 anni di conflitto e due milioni di morti.

Le due parti avrebbero deciso di mettere mano alla legge sulla sicurezza nazionale e di intelligence, che sarà poi sottoposta al Parlamento. Poco altro trapela dell'intesa, che dovrebbe porre fine ad una crisi che avrebbe costretto l'inviato speciale statunitense per il Sudan, Scott Gration, ad un viaggio improvviso per cercare di allentare le tensioni.

Il nodo dello scontro riguarda soprattutto le regole sulla validità del referendum del 2011 sull'indipendenza del sud. Juba chiedeva infatti una maggioranza semplice, 50% più 1 dei votanti, mentre il Congresso Nazionale, partito al potere a Khartoum, spingeva invece per la maggioranza dei due terzi.

L'accordo raggiunto ieri prevede, secondo il quotidiano locale, Sudan tribune, che il referendum sia valido con un quorum del 60%, mentre, per il riconoscimento dell'indipendenza, sarà sufficiente il 50% più uno dei "si".
Ad alimentare la tensione ha contribuito, la scorsa settimana, un decreto emanato dal presidente sud-sudanese, con il quale Juba sanciva la creazione del primo Comando militare del Sud Sudan.

Da mercoledì dunque la regione si è dotata di una vera propria struttura di comando militare, autonoma rispetto all'esercito sudanese.
Una mossa che appare essere un monito che pende sulle decisioni del governo Khartoum.

Sul piatto: le enormi ricchezze del sottosuolo sud-sudanese, a cui Khartoum non intende rinunciare, e l'opportunità, per il presidente Omar Hassan El Bashir, di legittimare, attraverso le elezioni, il proprio potere, ottenuto grazie ad un colpo di stato, nel 1989.

Una legittimazione popolare che darebbe ancora più forza ad El Bashir, dopo il mandato di cattura internazionale, emesso nel marzo scorso, dalla Corte Penale Internazionale dell'Aja, per crimini di guerra e contro l'umanità commessi nella regione occidentale del Darfur.

(L'intervista a Franco Moretti, direttore di Nigrizia, è stata estratta dal programma radiofonico Focus, di Michela Trevisan)

Fonte: nigrizia.it
14 Dicembre 2009

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