Germania, per il massacro in Afghanistan si dimette il ministro della difesa tedesco


Andrea Tarquini


Fu richiesto l’intervento dei jet alleati per un probabile attentato: nel bombardamento 142 morti. Molti erano civili che prendevano carburante da una cisterna.


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Germania, per il massacro in Afghanistan si dimette il ministro della difesa tedesco

BERLINO – Sbavature e silenzi sulla guerra in Afghanistan aprono una crisi al vertice politico tedesco. Franz Josef Jung (della Cdu, il partito della Cancelliera Angela Merkel), fino ad oggi ministro del Lavoro nel nuovo governo, ma ministro della Difesa nell'esecutivo precedente, è deciso a dimettersi.

Lo ha confermato a Spiegel online (www.spiegel.de) il portavoce governativo, Ulrich Wilhelm. In tal modo Jung, travolto dalle rivelazioni dei media conservatori (Bild, quotidiano popolare del gruppo Springer) si assume le responsabilità delle lunghe ore di silenzi e smentite della Difesa sulle vittime civili del raid aereo effettuato da un F15 della US Air Force ma chiesto dal comando della guarnigione tedesca contro i Taliban che avevano sequestrato due camion cisterna.

La situazione del Bundesministerium der Verteidigung (il ministero della Difesa) e delle forze armate si fa di ora in ora più difficile. E questo complica inevitabilmente le cose per l'erede di Jung alla Difesa, il giovane, popolarissimo aristocratico conservatore bavarese barone Karl-Theodor zu Guttenberg. Anche lui nel governo pre-elettorale, ma da ministro dell'Economia, quindi totalmente estraneo alle decisioni sulla missione afgana.

Il raid aereo sta dunque creando la situazione politica più difficile che un impegno militare oltre confine abbia mai provocato all'establishment tedesco dalla fondazione della democrazia nel 1949 a Bonn.

Rievochiamo i fatti: in settembre, poco prima delle elezioni, il comando del quartier generale-base principale tedesco a Kunduz, appreso grazie a voli di ricognitori che a sei chilometri dalla base i taliban avevano sequestrato due camion cisterna, temette che i terroristi volessero usarle per un attacco alla caserma. E siccome la Germania, pur schierando in Afghanistan il terzo contingente nella forza internazionale ISAF dopo Usa e Regno Unito, non ha nel paese aerei da combattimento, fu chiesto all'aviazione americana di attaccare. Molti civili intanto stavano prendendosi il carburante dalle cisterne. Fu una strage, in tutto 142 morti. Subito dopo il raid un video segreto dei militari mostrò subito che era stato un massacro di civili, ma a lungo il ministero della Difesa tacque e negò.

La Germania fu anche criticata per l'eccesso di reazione: due cisterne a 6 chilometri dalla base a molti non sembrarono un pericolo tanto grave da richiedere un intervento dei jet alleati. E lo stesso attuale ministro della Difesa zu Guttenberg è in imbarazzo per aver definito "reazione appropriata" il raid aereo.

L'attuale governo Merkel è una coalizione tra la CduCsu della Cancelliera e i liberali del ministro degli Esteri e vicecancelliere, il giovane Guido Westerwelle. E'uscito dalle elezioni del 27 settembre che, col successo liberale e conservatore e la disfatta della socialdemocrazia (Spd) hanno posto fine alla Grande Coalizione tra la Merkel e la Spd, che aveva governato una legislatura intera dal 2005 a quest'anno.

La polemica sul raid e le dimissioni di Jung rendono tra l'altro ancor più difficile la situazione per tutti i paesi europei della Nato, dopo la richiesta dall'amministrazione Obama di seguire l'esempio americano e aumentare i loro contingenti in Afghanistan.

Fonte: la Repubblica

27 novembre 2009

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