Dichiarazione del Presidente Napolitano in occasione della visita di Stato del Re di Giordania
La redazione
"In questo momento noi auspichiamo la ripresa rapida di un dialogo diretto tra Israele e Autorità Nazionale Palestinese" al fine di raggiungere "un accordo di pace equo, duraturo e definitivo". E’ quanto affermato dal Presidente della Repubblica al termine del colloquio al Quirinale con il Re di Giordania Abdullah II Ibn Al Hussein, in visita di Stato in Italia.
E' con grande piacere che ho accolto al Quirinale, per la sua prima visita di Stato in Italia, il Sovrano di un Paese che è uno dei pilastri della stabilità del Medio Oriente e che – pur agendo sulla scena internazionale a tutela degli interessi giordani e arabi – è sempre stato all'avanguardia nella ricerca della pace e nello sviluppo dei rapporti con l'Occidente e con l'Europa.
Sua Maestà Abdullah II era già stato molti anni fa da giovane ufficiale, accompagnando l'indimenticabile Re Hussein, in visita in questo Palazzo. Ma questa volta lo ospitiamo come Capo dello Stato giordano e cogliamo l'opportunità che ci viene offerta per conversazioni approfondite e franche.
La conversazione tra noi e l'incontro con le due delegazioni si sono concentrati sul tema non solo dello sviluppo delle relazioni tra i nostri due paesi ma sulla questione della urgente necessità di un Accordo di pace equo, duraturo e definitivo tra Israele e Autorità Nazionale Palestinese.
I negoziati israelo-palestinesi con l'obiettivo di dar vita alla convivenza pacifica e alla cooperazione nella sicurezza tra due Stati – quello di Israele e quello Nazionale Palestinese – sono stati avviati ben sedici anni fa col primo Accordo di Oslo, e stentano ancora a raggiungere una conclusione. In questo momento noi auspichiamo la ripresa rapida di un dialogo diretto tra le Parti.
Tutte le parti pagano il prezzo del protrarsi di questa situazione di conflitto ancora lontano dal risolversi.
Ne paga il prezzo la popolazione palestinese costretta in condizioni di vita disumane, in modo particolare nella Striscia di Gaza.
Ne paga il prezzo Israele che potrà avere piena sicurezza nella sua esistenza e nel suo sviluppo solo attraverso lo stabilimento di una pace con il popolo palestinese.
E il prezzo lo pagano non solo i paesi della regione Medio Oriente in senso lato, ma lo pagano tutti i paesi del Mediterraneo perché questo rappresenta un ostacolo grave alla piena valorizzazione delle potenzialità delle nostre economie e delle nostre società.
Nel mentre continuano i contatti tra le due parti palestinesi rappresentate da Hamas e Al Fatah per il possibile raggiungimento di un accordo, si impone comunque l'avvio più sollecito di un negoziato che guardi alla soluzioni dei problemi di fondo.
E' una necessità assolutamente urgente, e noi ci auguriamo che vengano segni di buona volontà e disponibilità da parte del governo israeliano. Lo diciamo noi in quanto paese legato da profonda amicizia e da profondo rispetto per lo Stato di Israele.
Abbiamo entrambi espresso vivo apprezzamento per i nuovi orientamenti di politica internazionale dell'amministrazione americana espressi dal Presidente Obama, anche se abbiamo piena comprensione delle molteplici difficoltà che egli deve affrontare nell'esercizio del suo mandato. Accanto all'impegno americano sono evidentemente indispensabili l'impegno dei Paesi arabi moderati e l'impegno dell'Europa.
Per quel che riguarda i Paesi arabi voglio esprimere la mia più sentita gratitudine a Re Abdullah II per la sua illuminata opera a favore della pace, che Egli ha perseguito anche nei momenti di maggiore tensione; così come, più in generale, il mio profondo apprezzamento per l'esempio dato nell'apertura a culture diverse e nella promozione del dialogo, anche del dialogo interreligioso con particolare attenzione alla protezione dei luoghi sacri cristiani in Gerusalemme.
In quanto all'impegno dell'Unione Europea per il Medio oriente noi confidiamo che la imminente (finalmente!) entrata in vigore del Trattato di Lisbona potrà dare nuovo impulso alla iniziativa delle istituzioni dell'Unione sul terreno internazionale e con particolare riguardo alla questione medio orientale.
In quanto alle relazioni bilaterali che rappresentano un tema di specifico interesse per gli incontri che Sua Maestà avrà con il Presidente del Consiglio e con i rappresentanti del Governo italiano, noi consideriamo estremamente concrete le possibilità a cui lo stesso Re Abdullah II ha fatto cenno nei nostri colloqui: per lo sviluppo di queste relazioni in alcuni campi: nel campo dell'energia, dell'infrastrutture e del turismo. Sappiamo che la nostra struttura imprenditoriale, in modo particolare quella costituita dalle piccole e medie imprese, può diventare un attore importante anche per uno sviluppo ulteriore e nuovo della Giordania.
Sappiamo che ci legano profonde e antiche relazioni culturali. Domani inaugureremo al Quirinale la mostra "Giordania: crocevia di popoli e di culture", e anche questo rappresenterà un segno delle profonde, tradizionali relazioni di amicizia e di reciproco rispetto e interesse che legano l'Italia e la Giordania.
Palazzo del Quirinale
20/10/2009