Cecenia, sequestrati e uccisi due attivisti di una ong russa
Repubblica.it
Zarema Sadulayeva, leader di "Salviamo la generazione" e suo marito erano stati portati via ieri da sedicenti uomini della sicurezza. Trovati i loro cadaveri. Nella stessa organizzazione aveva militato Natalia Estemirova la giornalista erede della Politkovskaja assassinata il mese scorso.
A meno di un mese dal rapimento e
dall'uccisione di Natalia Estemirova, giornalista e collaboratrice della ong russa Memorial, in Cecenia con una dinamica tragicamente analoga sono stati eliminati altri due militanti di una organizzazione non governativa. I corpi di Zarema Sadulaieva, responsabile di "Salviamo la generazione", e di suo marito sono stati trovati stamane nel bagagliaio della loro auto alla periferia di Grozny.
La notizia del'uccisione dei due attivisti, diffusa sulla radio Eco di Mosca da Aleksandr Cerkasov, del direttivo di Memorial, è stata poco dopo confermata dal ministero dell'Interno ceceno. "I corpi dei due attivisti sono stati trovati nel bagagliaio della loro macchina presso un sanatorio nel villaggio di Cernorece con ferite di arma da fuoco", ha detto il rappresentante del ministero dell'interno citato da Interfax.
Zarema Sadulaieva e il marito Alik Dzhabrailov, entrambi di 33 anni, erano stati prelevati ieri pomeriggio nell'ufficio della loro organizzazione a Grozny da sconosciuti armati, alcuni in borghese altri in divisa nera, che si sono qualificati come uomini delle forze di sicurezza. Dopo averli portati via, alcuni di loro erano tornati per prendere il telefonino e l'auto del marito di Sadulaieva. L'auto nella quale sono stati trovati oggi i corpi con i segni di numerosi colpi d'arma da fuoco.
Il 15 luglio scorso, Natalia Estemirova era stata eliminata in modo molto simile: sequestrata da sconosciuti a Grozny, era stata trovata morta poche ore dopo nella vicina Inguscezia. Memorial aveva accusato apertamente il presidente ceceno Ramzan Kadyrov di essere il mandante morale dell'assassinio.
Oggi Kadyrov si è detto "sdegnato" per il nuovo duplice omicidio e si è impegnato a fare piena luce e a individuare i responsabili.
"Nell'epoca sovietica ci mettevano in carcere, ma non ci uccidevano", ha commentato sconsolata Liudmila Aleksieeva, nota militante per i diritti umani, capo dell'Ufficio moscovita del Gruppo di Helsinki.
Fonte: repubblica.it
11 Agosto 2009