In Rai, la scelta di omettere è inammissibile
Carlo Verna
L’omissione di notizia è indubbiamente una categoria di comportamento dei giornalisti su cui andare oltre l’interrogarsi. Editoriale di Carlo Verna, segretario Usigrai, Consigliere nazionale dell’ordine dei Giornalisti.
Non raccontare fatti perche' ( guarda caso in piena sintonia con chi detiene il potere politico, economico e mediatico ) li si ritiene spazzatura e' cosa che va stigmatizzata. Anche io sono scettico sulla via disciplinare al giornalismo, ma una deontologia che sfugga alla discrezionalità assoluta, al relativismo editoriale deve pur esserci. Almeno simbolicamente i comportamenti omissivi vanno valutati dall'ordine dei giornalisti. Ci potrà ,poi, essere una risposta convincente sul piano professionale, anche se a mio avviso, mai lo sarebbe sul piano editoriale.
Ma in quel caso il procedimento si concluderebbe con un'assoluzione. Si sarebbe trovata in ogni caso una sede idonea in cui discutere.
Perchè nessuno puo' essere arbitro di se stesso quando teorizza che di un fatto non si parla, non per motivi legati alla riservatezza o alla sicurezza delle persone, come accade quando i parenti di un sequestrato chiedono il silenzio stampa , ma per altre valutazioni. Quali sono quelle di effettivo interesse pubblico ? Chi fa queste scelte cosi' drastiche per la completezza dell'informazione deve essere quantomeno chiamato a spiegarle.
In Rai a mio giudizio ,poi, proprio per la natura di servizio pubblico, la scelta di omettere e' inammissibile.Ne discuta il consiglio di ammnistrazione, ne discuta la commissione di vigilanza.
Articolo di Carlo Verna, segretario Usigrai, Consigliere nazionale dell'ordine dei Giornalisti
Fonte: Articolo21
22 giugno 2009