Una partnership euro-africana per rafforzare le istituzioni locali


Elisabetta Norzi


Il progetto, a cui aderisce l’Anci Toscana, ha l’obiettivo di decentralizzare il potere governativo in alcuni stati africani, dal Rwanda al Burkina Faso. Stefano Fusi, sindaco di Tavarnelle Val di Pesa, spiega di che cosa si tratta.


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Una partnership euro-africana per rafforzare le istituzioni locali

Rafforzamento delle istituzioni, monitoraggio della decentralized governance, promozione della pace e dello sviluppo. Sono le linee su cui sta lavorando, in Africa, l’Anci Toscana, partner del progetto Euro-African Partnership for Decentralized Governance: network di amministratori locali impegnati in Mali, Burkina Faso, Liberia, Ghana, Randa. Ce ne parla Stefano Fusi, sindaco di Tavarnelle Val di Pesa (Firenze).

In che cosa consiste il progetto?
Anci Toscana ha aderito all’iniziativa Euro-African Partnership for Decentralized Governance, promossa da Un-Desa e Regione Toscana, che ha l'obiettivo di contribuire al rafforzamento delle istituzioni locali in Africa, attraverso la costruzione di partenariati tra enti locali e regionali europei ed africani. Si tratta di un’esperienza innovativa, nata dopo la 1° Conferenza delle Assemblee Regionali Europee ed Africane sul decentramento, che si è tenuta a Firenze nel settembre 2004 ed ha permesso la creazione di una importante rete di amministratori locali.

Quali i problemi più rilevanti nelle città africane con cui state lavorando?
Le nostre attività sono dirette in particolare alla costituzione e al rafforzamento delle istituzioni e al monitoraggio della decentralized governance, alla promozione della pace e dello sviluppo. I partner dell’associazione lavorano anche in numerose attività specifiche e progetti chiave rivolti a singoli paesi, ad esempio sono operativi due progetti in Rwanda e Burkina Faso per la creazione di reti informative in supporto alle amministrazioni locali che coinvolgono 10 Comuni. Il nostro approccio si rivolge essenzialmente alle istituzioni locali, che sono spesso di recentissima costituzione e che quindi si confrontano con situazioni diverse: sia dove esistono necessità strutturali – spesso mancano addirittura le sedi – sia dove invece i problemi sono immateriali. Una delle iniziative portate avanti in questi anni è il modulo formativo Africaform che ha coinvolto oltre cinquanta sindaci africani in missione di formazione, informazione e scambio in Italia.

Come si lega questo progetto all’Onu dei popoli?
Così come l’Onu dei Popoli, l’associazione nasce dalla volontà di promuovere una democratizzazione dell’Onu che parta dal basso, dalla società civile, che rimetta al centro delle politiche e dell’agenda mondiale i popoli e tutti gli esseri umani. Sostenere i comuni, le istituzioni locali e il decentramento significa valorizzare il livello decisionale più vicino ai cittadini, quello che meglio ne conosce le esigenze, le volontà, le richieste. Possono così essere i soggetti di un processo di diplomazia che parte dal basso, a condizione che siano capaci di ascoltare le esigenze e le richieste delle proprie comunità e di agire per lo sviluppo del proprio territorio.

E alla marcia Perugia-Assisi? Chi parteciperà dall’Africa?
Saranno presenti alla marcia e parteciperanno ai lavori dell’assemblea dell’Onu dei Popoli del prossimo ottobre, cinque donne amministratrici locali provenienti da cinque diversi Paesi africani (Mali, Burkina Faso, Liberia, Ghana, Rwanda). Durante quella settimana sarà inoltre organizzato a Roma un incontro preparatorio del "Seminar of Local Governments elected women leaders" sul ruolo delle donne nei governi locali in Africa, che si terrà il prossimo 19 novembre a Monrovia, back to back con la Pan Africa Conference of Ministers of Local Government in Africa del 20-22 novembre.

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