Trentamila in fuga da guerra e violenza
Vladimiro Polchi
Nel 2008 boom di richieste d’asilo, quasi tutte dall’Africa. Laura Boldrini, portavoce in Italia dell’Unhcr: “Mancano fondi per far sì che i rifugiati camminino da soli”.
Roma – Giovane, africano, in fuga da guerre o persecuzioni, arrivato in Italia via mare. Eccolo: 31.097 domande di protezione internazionale solo nel 2008. E’ il boom dei rifugiati: 122% in più dell’anno precedente. Italia, terra di record: nel 2008 ha registrato il più alto incremento di richieste tra tutte le nazioni industrializzate. E così il nostro paese si colloca oggi al quarto posto tra le mete prescelte dai rifugiati (dopo Stati Uniti, Canada e Francia).
“E’ vero che questo numero rappresenta più del doppio rispetto alle richieste d’asilo del 2007 (14mila) e più del triplo rispetto a quelle del 2006 (10mila). Ed è anche vero che è il numero più elevato mai registrato in Italia – spiega il direttore del Consiglio italiano per i rifugiati, Christopher Hein – tuttavia si tratta sostanzialmente di un allineamento con gli altri Stati europei paragonabili”. Insomma siamo arrivati tardi, ma ci siamo rifatti velocemente. Fino a qualche anno fa, infatti, rispetto ai 17.093.361 di rifugiati nel mondo (fonte Unhcr, 2003), di cui 5.368.405 in Europa, l’Italia ospitava 12.440 rifugiati.
Chi sono i richiedenti asilo? Il maggior numero di domande arriva dai nigeriani (5.333 nel 2008), somali (4.473), eritrei (2.739) e afgani (2.005). Per far fronte a questi numeri, la rete Sprar (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati) nel 2008 ha incrementato la sua capienza del 72,6%: ai 2:541 posti finanziati in via ordinaria dal Fondo nazionale per i servizi d’asilo, nell’estate 2008 si sono aggiunti 1:847 posti, grazie a risorse straordinarie del ministero dell’Interno. A questa rete va poi aggiunta l’ospitalità offerta dai centri governativi, per un totale di 9mila posti. Cresce anche il numero delle sistemazioni informali, spesso precarie.
“Il fatto è che in Italia – prosegue Hein – siamo stati abituati a un volume assai modesto di richieste in confronto ad altri paesi, anche ben più piccoli, come Olanda, Svezia e Svizzera. Non parlerei perciò di “emergenza rifugiati”. La vera emergenza deriva dall’insufficiente capienza delle strutture di accoglienza e più ancora dalla mancanza di progetti per favorire l’integrazione”. Laura Boldrini, portavoce in Italia dell’Unhcr, va oltre: “Nel 2008, oltre il 70% degli immigrati giunti via mare ha presentato domanda d’asilo e il 50% di loro ha ottenuto una qualche forma di protezione. L’Italia non è più vista come un paese di transito, per raggiungere il Nord Europa. La provenienza dei rifugiati cambia in base alle diverse condizioni geopolitiche dei Paesi più vicini all’Italia – prosegue – negli anni ’90 infatti provenivano per lo più dall’ex Jugoslavia, col record dei 33mila richiedenti asilo del ’99: quasi tutti in fuga dal Kosovo”. Come arrivano in Italia? “Per lo più via mare, attraverso il canale di Sicilia, gli africani; l’Adriatico, gli iracheni e afgani”: secondo la Boldrini “mancano fondi per far sì che i rifugiati camminino da soli”.
Fonte: Repubblica
13 maggio 2009