Immigrati. Berlusconi dichiara: "No all’Italia multietnica"
La redazione
A seguito delle dichiarazioni del Premier: "Non apriremo le porte a tutti. Non faremo come la sinistra che vuole un’Italia multietnica", il Meeting di Assisi si indigna: "Non si possono più accettare queste cose in silenzio".
da www.corriere.it
ROMA – «Nessuno scandalo» per il caso degli immigrati respinti e ricondotti in Libia. Silvio Berlusconi appoggia la linea dura di Roberto Maroni. E rilancia: «Si deve fare chiarezza sulle due visioni – afferma il presidente del Consiglio. – La sinistra con i suoi precedenti governi aveva aperto le porte ai clandestini provenienti da tutti i Paesi. Quindi l'idea della sinistra era ed è quella di un'Italia multietnica. La nostra idea non è così». Per questo, dice Berlusconi, «non apriremo le porte a tutti come la sinistra». La linea del governo in maniera d'immigrazione è quella dell'«accoglimento solo per chi» ha diritto «all'asilo politico», e cioè «coloro che mettono piede sul nostro suolo, intendendo anche le acque territoriali». Per il resto, prosegue il premier, «vale il nostro diritto di respingere», non si violano «gli accordi internazionali», fermo restando che in mare verranno forniti «tutti i tipi di assistenza».
MARONI – In precedenza, era stato lo stesso Maroni a confermare che la linea dei respingimenti degli immigrati clandestini «continuerà finché gli sbarchi non cesseranno». Le polemiche scoppiate sulla vicenda (con le dure critiche dell'opposizione e anche della Chiesa),«sono infondate». Secondo il ministro dell'Interno, quella dei respingimenti è una linea che «si è rivelata molto efficace e che è largamente condivisa dai cittadini italiani che vedono finalmente una reazione forte e decisa del Governo». Non solo: la linea è «assolutamente conforme a tutte le normative europee e ai Trattati internazionali».
FRATTINI – Franco Frattini è della stessa opinione. Il respingimento dei clandestini, afferma il ministro degli Esteri, risponde alla «doverosa applicazione del patto che i leader europei hanno siglato nel dicembre scorso, a conclusione della presidenza francese» dell'Ue. «Si è chiamato patto europeo – ha spiegato il titolare della Farnesina – perché si è detto per la prima volta che il problema dell'immigrazione non è dell'Italia o di Malta. Se respingiamo lo facciamo anche in nome della Germania, della Francia o dell'Olanda».
REAZIONI – Le parole di Berlusconi provocano però la dura reazione dei partiti di opposizione. Critiche arrivano dal Pd. «Sì, noi abbiamo un'idea diversa del'Italia, signor presidente del consiglio: multietnica, pluralista, libera, un paese fondato sul lavoro e sul rispetto – afferma Giovanna Melandri. – Un Paese di persone oneste e sincere che si impegnano in quello che fanno con passione e fatica. Un Paese in cui non conta il colore della pelle, la razza o la religione, ma piuttosto l'onestà e la sincerità del cuore». Federica Morgherini, sempre del Pd, cita qualche esempio: «È il mondo che è diventato multietnico. New York, Londra, Parigi, sono città multietniche. Anche Roma e Milano lo sono. È multietnico il presidente degli Stati Uniti, che avrà senz'altro apprezzato la battuta con cui la sua elezione è stata accolta dal capo del governo italiano, ma guarda caso non ha ancora trovato il tempo per incontrarlo. Ed è multietnica la squadra del Milan, che negli ultimi vent'anni ha schierato giocatori di colore provenienti dall'Olanda, dalla Francia, dal Brasile, dall'Africa». Duro Leoluca Orlando, dell'Italia dei Valori: «Ronde e deportazione ricacciano l'Italia al tempo del nazifascismo. Le ronde sono state nella storia delle dittature il grimaldello per scardinare lo Stato di diritto e per mortificare le forze dell'ordine. Confondere, inoltre, la doverosa difesa dei confini nazionali e l'espulsione dal territorio nel rigoroso rispetto di regole prestabilite con la deportazione è inaccettabile». Secondo Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione, le parole di Berlusconi sono «manifestamente xenofobe e discriminatorie».
da www.repubblica.it
ROMA – Le critiche dell'Onu e del Vaticano alla decisione di respingere verso la Libia gli ultimi barconi carichi di migranti non fermano il governo. Come conferma il ministro dell'Interno, Roberto Maroni: la linea dei "respingimenti" intrapresa da alcuni giorni "continuerà", perché è "efficace" e "assolutamente conforme a tutte le normative europee e ai trattati internazionali". E anche il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, difende la scelta: "Non apriremo le porte a tutte come la sinistra – attacca – la loro è un'idea di società multietnica, la nostra idea non è così, è quella di accogliere solo chi ha le condizioni per ottenere l'asilo politico".
"Non vedo nessuno scandalo – dichiara il premier – è chiaro che in mare dobbiamo dare assistenza, ma noi siamo in linea con le disposizioni europee. Non c'è nulla che violi gli accordi internazionali". E quanto alla legge Bossi-Fini, "non c'è nessun progetto di cambiamento che io conosca".
Maroni, invece, ribadisce che "chi non è ancora entrato nelle acque territoriali italiane verrà rimandato nel Paese di provenienza, chi entra nelle nostre acque verrà accolto come sempre, valutando se ha i requisiti per rimanere in Italia". Poi fa riferimento alle "polemiche che si ripetono da due giorni" e parla di "accuse infondate a cui non replico, anche se in taluni casi hanno toccato toni grevi, pesanti ed offensivi. Questa linea continuerà finché gli sbarchi non cesseranno". Questo perché si tratta, sostiene ancora Maroni, di un'iniziativa che si è rivelata "molto efficace ed è largamente condivisa dai cittadini italiani, che vedono finalmente una reazione forte e decisa del governo".
Ancora più dure le parole di un altro ministro leghista, Roberto Calderoli. Che se la prende con le Nazioni Unite: "Non capiamo come può parlare l'Onu sulla Libia – dichiara – quando sino al 2006 proprio la Libia aveva la presidenza dell'Onu per i diritti umani : quindi se l'Onu le aveva dato questa presidenza non si vede perché oggi strepita nei confronti dell'aver riportato i migranti da dove erano partiti".
Ma le recenti iniziative dell'esecutivo fanno ancora discutere il mondo politico. Con critiche anche molto pesanti. Che vangono, ad esempio, da Antonio Di Pietro: "Il governo sta adottando provvedimenti razzisti e xenofobi, la soluzione al problema dell'immigrazione non è certamente nella proposta dei posti sugli autobus riservati ai milanesi o nel ributtare a mare chi arriva sulle coste italiane". Giudizio durissimo anche da Nichi Vendola, leader di Sinistra e libertà: "E' una vergogna internazionale – attacca – non possiamo abituarci a questo progressivo scivolamento verso le barbarie. Non possiamo subire leggi che contrastano con la dichiarazione universale dei diritti dell'uomo".
Parere opposto rispetto a quello del presidente dei senatori Pdl, Maurizio Gasparri: "Il respingimento alle frontiere – sottolinea – è un atto legittimo previsto dalle norme dell'Unione Europea e da tutti gli accordi internazionali".