Afghana: "E’ ora di dire che il re è nudo"


Achille Rossi


Afghanistan: è bastato che il presidente americano Obama spiegasse al mondo che il “re è nudo” perché tutti se ne accorgessero. Due anni fa, invece, nessuno scelse, non gli italiani, non gli europei, non gli americani, di ascoltare chi cercava di spiegare che bisognava correre ai ripari.


CondividiShare on FacebookTweet about this on TwitterEmail to someoneGoogle+
Afghana: "E' ora di dire che il re è nudo"

A distanza di due anni dall'appello della piattaforma 'Afgana', "e' triste riconoscere come quasi tutti i temi indicati nel marzo 2007 dalla societa' civile italiana siano diventati adesso patrimonio del dibattito dei Paesi riuniti all'Aja". Lo riferisce una nota della rete rete di associazioni, ong, accademici e cittadini sottolineando che "il rafforzamento della missione Eupol, le aperture regionali (Iran) e, soprattutto, il superamento della sola opzione militare erano gia' tutti indicati in un documento che fu presentato in Italia ai cittadini, all'allora governo in carica e ai parlamentari di entrambi gli schieramenti". Ma rimase "inascoltato, bollato forse come utopistico o impraticabile. E' bastato invece che il presidente americano Obama spiegasse al mondo che il 'e e' nudo' perche' tutti se ne accorgessero, dal ministro Frattini ai suoi illustri colleghi nei governi e nei ministeri europei".
  Ora, ribadisce Afgana, "il superamento dell'opzione militare, un maggior impegno nella cooperazione civile, l'iniziativa regionale, istruttori 'non combattenti' al posto di incursori, sono sulla bocca di tutti, come lo erano sulle nostre, e su quelle della societa' civile afgana, due anni fa".
  Il senso di 'Afgana' era quello di 'consigliare' il governo e di farlo riflettere sulla complessita' di un Paese fragile e gravato dalle ipoteche dovute a trent'anni di guerra che nel 2001 si era deciso di ricostruire a tavolino. "Ma nessuno scelse", riferiscono da Afgana, "non gli italiani, non gli europei, non gli americani, di ascoltare chi cercava di spiegare che il 're era nudo' e che bisognava correre ai ripari. Due anni perduti. Per Afgana era solo il frutto di una lezione appresa 'sul terreno' in Afghanistan confrontandosi con la piccola, frammentata, disomogenea societa' civile afgana, spesso evocata ma mai realmente appoggiata, finanziata, ascoltata. Sara' adesso arrivata l'ora di ripescare qualche vecchia idea prima che sia del tutto sbiadita? Cominciando a scegliere tra gli interlocutori, anche i soggetti delle rispettive societa' civili e il loro semplice 'buon senso'. In Italia, in America, in Germania o Spagna e naturalmente in Afghanistan".

Fonte: OngAgiMondo

1 aprile 2009

CondividiShare on FacebookTweet about this on TwitterEmail to someoneGoogle+

Lascia un commento