Clima: fondi per paesi in sviluppo, decidono Ecofin e vertice Ue
Apcom e Virgilio
Il Consiglio Ambiente dell’Ue è dovuto ricorrere a un’escamotage’, oggi a Bruxelles, per superare l’opposizione polacca a un testo che avrebbe identificato in modo piuttosto dettagliato i meccanismi finanziari per il sostegno ai paesi in via di sviliuppo.
Il problema dei finanziamenti da parte degli Stati ricchi ai paesi in via di sviluppo è uno dei più importanti da risolvere in vista dei negoziati per l'accordo internazionale sul clima alla conferenza Onu di Copenaghen, in dicembre.
La presidenza di turno ceca dell'Ue e la Commissione europea avrebbero voluto indicare chiaramente al Consiglio Ambiente i meccanismi finanziari, anche se la decisione finale dovrà comunque essere presa dal Consiglio Ecofin, e sarà certamente necessario anche un passaggio al vertice Ue dei capi di Stato e di governo, il 19 e 20 marzo. Nelle conclusioni del Consiglio odierno, i ministri dell'Ambiente indicano che si seguirà una delle due proposte avanzate dal Messico e dalla Norvegia, o una combinazione delle due, restringendo così il campo delle opzioni disponibili (almeno questa è l'interpretazione che ha dato il ministro dell'Ambiente ceco, Martin Bursik, a nome della presidenza di turno). In realtà, di fronte all'opposizione polacca (il ministro di Varsavia diceva di non avere mandato da parte del suo premier) a qualunque decisione, è stato lasciato il campo libero per l'Ecofin e il vertice Ue.
Le due possibili soluzioni indicate dal Consiglio ambiente riguardano una ripartizione dei finanziamenti da stanziare basata sul Pil dei paesi industrializzati, oppure un sistema in cui le Nazioni Unite mettono all'asta una parte dei diritti scambiati nelle 'borse delle emissioni' dei paesi ricchi, attribuendono i proventi a un fondo specifico per i paesi in via di sviluppo.
Il Consiglio Ue ha comunque accettato le stime della Commissione secondo cui gli investimenti necessari per mantenere l'aumento globale della temperatura entro i 2 gradi centigradi saranno nel 2020 attorno ai 175 miliardi l'anno per la riduzione delle emissioni ("mitigation") e fra i 23 e 54 miliardi l'anno nel 2030 per l'adattamento al cambiamento climatico. Una buona parte di questi investimenti dovranno avvenire nei paesi in via di sviluppo, ha avvertito il commissario all'Ambiente Stavros Dimas. E secondo le Ong ambientaliste, circa 35 miliardi di euro dovrebbero essere stanziati dall'Ue per questi paesi.
Fonte: Apcom e Virgilio