Somalia: ucciso il direttore di Horn Afrik


Enzo Nucci


In Somalia il coraggio resta la principale caratteristica di chi ha scelto di fare il giornalista. Due giorni fa è stato infatti ucciso nell’affollato mercato di Bakara a Mogadiscio il direttore di “Horn Afrik”, una delle principali emittenti radiofoniche private.


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Somalia: ucciso il direttore di Horn Afrik

Said Tahlil Ahmed era appena uscito dalla sede per recarsi ad una riunione convocata dai radicali islamici di Al Shabaab che controllano gran parte della Somalia.
Due killer gli hanno sparato 4 proiettili uccidendolo.
E’ il quinto giornalista a perdere la vita dal 2007.
“Horn Afrik” è stata già duramente colpita in passato. Nell’agosto 2007 in un agguato fu ucciso un famoso cronista della radio. Di ritorno dalla cerimonia funebre, caddero in un analogo attentato il fondatore della radio mentre fu gravemente ferita una giovane giornalista che era in macchina con lui.
Il fondatore della radio, esponente della società civile, doveva andare al Prix Italia di Verona per partecipare ad un dibattito sulla libertà di informazione. In segno di lutto la sua sedia rimase vuota.
Restano inoltre ancora nelle mani dei rapitori la giornalista franco-canadese Amanda Lindhout e il fotografo australiano Nigel Brennan, sequestrati lo scorso agosto.
La violenza non si ferma in Somalia squassata da 18 anni di guerra civile. Dopo l’abbandono del paese delle forze militari etiopi che di fatto l’hanno occupato per due anni, tutte le speranze sono appuntate su Sheikh Ahmad Sharif, il leader moderato che guidò la vittoriosa conquista del paese da parte delle milizie delle Corti islamiche .
Ahmad Sharif è stato infatti  eletto presidente della Somalia dal parlamento del governo di transizione riunito a Gibuti. E’ ritenuto  sulla carta come l’uomo in grado di far dialogare gli estremisti islamici con i  signori della guerra. Ad una settimana dalla sua elezione (salutata favorevolmente anche dagli ex nemici statunitensi) il confronto stenta però a dialogare. Anzi arrivano notizie secondo cui 4 milizie armate  islamiche si sono riunite per combattere il nuovo presidente.
Per la Somalia questa è una delle ultime occasioni per arrivare ad una pacificazione. A fine febbraio scade infatti anche il prolungamento di due mesi della missione di pace del contingente militare dell’Unione Africana. Dopo c’è il buio perchè nessuno all’interno delle Nazioni Unite (a cominciare dal segretario generale Ban Ki-Moon) è disposto ad appoggiare la richiesta avanzata dalla precedente amministrazione statunitense di inviare una propria missione di pace. Ed in Somalia si continua a morire.

Fonte: www.articolo21.info
6 Febbraio 2009

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