S.O.S. Africa


Alex Zanotelli


L’editoriale di Alex Zanotelli pubblicato sul numero di luglio di Mosaico di Pace, la rivista mensile di Pax Christi, denuncia il silenzio assordante dei media italiani e delle agende politiche rispetto al continente africano e ripropone la grande sfida di liberare l’Africa da guerre e povertà.


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S.O.S. Africa

Un silenzio assordante sembra regnare nei media italiani e nelle agende politiche. L'Africa è avvolta da silenzio e disinteresse. Nonostante le denuncie della società civile, quanta poca attenzione su questo immenso continente, in barba a una situazione estremamente difficile che esso vive.
Partiamo innanzitutto dal Congo, sull'orlo di un'altra crisi. Nei prossimi mesi, potrebbe precipitare in un'altra guerra. Nel precedente conflitto ha perso 4 milioni di persone. Siamo davvero così incoscienti nel consentire una nuova guerra, pur sapendo dove essa condurrà, cioè altre morti e altra distruzione, e pur essendo ben consapevoli degli enormi interessi (anche nostri) che ci sono in quest’area?
Altrettanto grave è la situazione nel Corno d’Africa. La sua area, divisa in tre tronconi, è crollata ed è ripiombata in una guerra che sembra non aver fine. Le truppe di Addis Abeba non hanno posto fine al problema della Somalia. Anzi, non hanno atto altro che accrescerlo. Non solo non si è realizzata nessuna normalizzazione ma la situazione è particolarmente grave. Né qualcuno può pensare che i bombardamenti americani in Somali possono costituire una soluzione! L’Etiopia sperava, con questa guerra, di risolvere alcuni suoi problemi interni, come spesso accade. Invece, non solo questo non è accaduto ma non si sa quanto si potrà andare avanti nello stato in cui è. E sempre nel Corno d’Africa ricordiamo l’Eritrea , dove vige una dittatura spaventosa che non accetta nessun dissenso politico. Eppure, in tutta quest’area africana, abbiamo enormi responsabilità storiche.
Vicino al Corno d’Africa c’è il Sudan, dove in Darfur si vive ancora una situazione spaventosa. In questa guerra hanno perso la vita oltre 300.000 persone. E’ uno stillicidio interno. Una pace mai raggiunta. Sembra non si possa fare assolutamente nulla. Talmente difficile fare qualcosa che se ne parla sempre meno. Del Sudan come del Ciad, che è teatro di una guerra civile. Come se il silenzio risolvesse i problemi.
Forse i tempi migliori si intravedono per la Costa d’Avorio, anche se rimangono irrisolti tutti i suoi problemi interni. Così come sono irrisolti i problemi dell’Uganda del Nord, dove le truppe di Musseveni si sono scontrate per lunghissimi anni con “l’esercito del Signore” di Koni. E anche se Koni adesso è in Congo e vi sono tentativi di mediazione, 6 milioni e mezzo di persone sono rinchiuse in questi “villaggi protetti” e rischiano la propria vita.
Infine vorrei insistere sulla storia della Nigeria. Siamo profondamente coinvolti con l’ENI, SHELL, e AGIP. Estraiamo ogni giorno 153mila barili di petrolio e la cosa più grave che stiamo facendo è provocare continui incendi con il gas che fuoriesce insieme al petrolio. Grandi torce, insomma, che rendono la Nigeria è il primo paese al mondo per l’emissione di anidride carbonica. Comprendo bene che la situazione è talmente tesa da comportare il rischio di rapimenti di “nostri” uomini ma credo anche che questo è un ulteriore segnale che la popolazione nigeriana vuol far giungere a noi. Perché la situazione non è più tollerabile.
L’Africa è troppo piena di conflitti pur rappresentando solo l’1% del prodotto mondiale lordo. Quindi una “nullità” totale. In campo finanziario vale ancora meno. Diventa il continente più oppresso che esiste, il più emarginato. A questo si aggiunge l’altro dato gravissimo: buona parte dei malati di Aids si trova in Africa. Sono ben 38 milioni di persone.
Ricordiamo che il Governo Prodi ha promesso al G8 ultimo di pagare (finalmente) 260 milioni al Fondo mondiale per la lotta contro l’Aids.
E poi attendiamo ancora delle risposte sul problema degli immigrati che tentano di arrivare nel nostro Paese e in Europa – e certo non in vacanza – attraversando il deserto o l’oceano.
Sono migliaia le persone che perdono la vita in mare nelle lunghissime e disumane “traversate della morte”. Dobbiamo cancellare la legge Bossi-Fini e accogliere regole più umane.
Quante parole sull’Africa! Quante promesse anche all’ultimo G8! Oserei dire che sono vuote, fayue perché sono anni e anni che si ripetono le stesse cose e che si promettono fondi per aiutare i popoli dell’Africa. Pochissime volte sono seguiti i fatti.
Sono stati promessi 50 miliardi di dollari per aiutare i popoli d’Africa. Perché non mantener fede alle promesse verso i popoli dimenticati, se occorre anche tagliando altri capitoli di spesa? Che sia veramente solo una grande commedia questa dei G8?
Non chiediamo carità, chiediamo solo un po’ di giustizia.
O mettiamo l’Africa tra le priorità delle nostre agende politiche o i tanti problemi che il continente africano vive ci travolgeranno. Saremo sommersi.
Ci attende una grande sfida:liberare l’Africa da guerre e povertà.
Una grande sfida per l’Europa. Una grande sfida per la Chiesa.

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