Somalia: istituzioni allo sfascio


Nigrizia.it


Le truppe etiopiche si ritireranno entro gennaio 2009. Il presidente somalo nomina un nuovo premier, ma incontra l’opposizione del Parlamento e anche della comunità internazionale, che lo accusa di voler minare il processo di pace nato con gli accordi di Gibuti.


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Somalia: istituzioni allo sfascio

Il presidente somalo Abdullahi Yusuf Ahmed ha nominato come nuovo primo ministro Mohamoud Mohamed Gouled, ex ministro dell’Interno.

Domenica 14 dicembre, il presidente somalo aveva annunciato in conferenza stampa la sua intenzione di rimuovere il premier Nur Hassan Hussein, uomo simbolo degli accordi stretti con l’ala moderata delle Corti islamiche, firmati a Gibuti, sulla base del quale l’esercito etiopico si starebbe ritirando dal paese, dopo due anni di presenza in sostegno all’esercito somalo. "Il governo di Nur Hassan Hussein non è stato capace di svolgere i suoi compiti. Sono obbligato a salvare il paese", ha detto Yusuf per motivare la sua decisione, che lunedì è diventata effettiva.
La scelta del presidente, da mesi in contrasto con il primo ministro, ha incontrato la ferma opposizione del Parlamento somalo, che lunedì con una mozione ha espresso forte sostegno al premier Nur 'Adde' Hassan Hussein, respingendo anche la richiesta di Yusuf di sciogliere il governo per incompetenza e cattiva amministrazione.

Secondo i parlamentari somali il licenziamento del premier è incostituzionale e illegittimo, su questa linea anche molti osservatori internazionali e analisti politici, che accusano il presidente Yusuf di voler far fallire l’accordo di Gibuti. In difesa del processo di pace e contro il capo di stato somalo, si è schierato anche il ministro degli esteri del Kenya, che ha annunciato sanzioni contro Yusuf e la sua famiglia. La nomina di un nuovo premier rende solo più difficili e tesi i rapporti tra presidente ed istituzioni nazionali, e farà accelerare l’iter sulla mozione di messa in stato di accusa del presidente (impeachment), che finora il Parlamento somalo ha congelato.

La situazione potrebbe precipitare presto: le truppe etiopiche dovrebbe lasciare il paese entro gennaio 2009, e il paese è in buona parte ormai nelle mani degli insorti islamisti, la cui ala radicale, in una conferenza stampa lunedì ha dichiarato di non riconoscere gli accordi di Gibuti e di non essere disposta a trattare con le autorità. Il contingente etiopico non sarà sostituito, e una volta che le truppe saranno rientrate ad Addis Abeba, a difendere il territorio somalo resteranno solo i militari dell’Unione Africana, circa 3,200 uomini, troppo pochi per contrastare il potere degli insorti.

Fonte: www.nigrizia.it

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