Il buon giornalista!
Agi
Bush riesce a schivare un paio di scarpe lanciategli da un reporter a Baghdad: antropologia culturale spicciola per comprendere il vero significato di un gesto che, per gli arabi, vuol dire totale disprezzo.
Fuori programma a Baghdad per George W. Bush. Durante la conferenza stampa congiunta con il premier iracheno Nuri al Maliki nella sua residenza, un giornalista iracheno ha lanciato le scarpe contro il presidente Usa, che e' riuscito a schivarle. Il reporter, Muntazer al-Zaidi del canale tv 'Al-Baghdadia', di proprietà irachena ma diffuso dal Cairo, è stato neutralizzato dalle forze di sicurezza. L'uomo era seduto in terza fila e mentre i due leader si stringevano le mani davanti alle telecamere, si è alzato in piedi gridando rivolto a Bush "questo è il tuo bacio d'addio, cane" e lanciando subito dopo una scarpa dopo l'altra verso il presidente Usa. Bush si è chinato per evitare la prima scarpa, mentre la seconda lo ha evitato per un pelo. Il presidente ha tentato di sdrammatizzare l'accaduto ironizzando: "L'unica cosa che posso dirvi che si trattava di scarpe taglia 10 (una 42 in Italia, ndr)". Altri giornalisti iracheni presenti nella sala, si sono alzati in piedi per scusarsi con Bush, che ha ringraziato minimizzando: "Vi ringrazio…ma in realtà non ho capito cosa volesse quel tizio". Nella cultura islamica, l'insulto "cane" con cui Bush è stato apostrofato dal giornalista, è considerato uno tra i più pesanti perché quello che in occidente è considerato il miglior amico dell'uomo, dai musulmani è visto come un animale impuro. Allo stesso modo, essere colpito dalla suole delle scarpe è un altro affronto. Quando il 9 aprile del 2003 le truppe Usa entrarono a Baghdad abbattendo una grande statua di Saddam Hussein, molti tra gli iracheni presenti si scagliarono sull'effigie del rais colpendola con le scarpe per sfregio.
Fonte: Agi
15 dicembre 2008
Vocabolario: scarpe
di Paola Caridi
Ora, la scarpa di per sé non ha nessun retrogusto mediterraneo, ma il suo uso, invece, quello sì. Siccome l'ignoranza è crassa, non solo in Europa, ma soprattutto negli Stati Uniti, sembra che il presidente americano (a fine mandato) George W. Bush si sia stupito di tutto il clamore attorno a quel lancio di scarpe a sorpresa durante la sua visita (a sorpresa?) a Baghdad. E allora? Tirar delle scarpe, insomma, è come protestare negli States. Eh, no. Tirare delle scarpe, almeno nel mondo arabo, è uno di quei gesti che significano, tutto assieme, disistima totale, rabbia, odio, nausea e quant'altro. Tirare una scarpa è il gesto più duro che si può compiere. Gesto simbolico, è vero, ma siccome le scarpe sono considerate sporche, e in moschea con le scarpe non si entra, è molto peggio che tirar pietre. Tanto per far un esempio, oltre a quello che compare su tutti giornali, delle scarpe contro la statua di Saddam Hussein nel 2003, le scarpe sono i proiettili delle proteste. Quando, al Cairo, ci sono le proteste del venerdì fuori dalla moschea di Al Azhar, i fedeli sulla porta prendono le scarpe che stanno in fila fuori dalla zona sacra e le lanciano ai poliziotti.
Muntadar al-Zeidi, il corrispondente della tv irachena al Baghdadiyya, ha tirato le sue scarpe misura 10 accompagnandole da una frase che dice molto: "Questo è il bacio d'addio, cane". Le scarpe sono considerate sporche, perché toccano continuamente la terra, e il cane (purtroppo) anche lui – come il maiale – ha il muso sporco. Gli arabi, e questa è un'altra piccola lezione di antropologia culturale spicciola, hanno la memoria lunga. Non basta, per gli USA, aver raggiunto accordi sulla sicurezza con il governo iracheno perché si dimentichi il bagno di sangue di questi cinque anni e mezzo.