In marcia per Ali, a Mogadiscio un’altra vittima per la libertà d’informazione


Enzo Nucci


Ali Iman Sharmake non verrà alla Perugia-Assisi. Lo hanno assassinato nei giorni scorsi in Somalia. Doveva essere con noi durante la settimana della pace per aiutarci a capire cosa possiamo fare per mettere fine alla terrificante guerra che da 16 anni sta devastando la Somalia. Lo ha ucciso una mina. Non lasciamo che lo uccida una seconda volta la nostra indifferenza. (Flavio Lotti)


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In marcia per Ali, a Mogadiscio un'altra vittima per la libertà d'informazione

Riportiamo il testo dell’articolo scritto da Enzo Nucci, inviato della Rai a Nairobi, per www.articolo21.info

Ali Iman Sharmake doveva recarsi in Italia a fine settembre per partecipare ad una tavola rotonda sul tema "informazione e guerra" al Prix Italia in programma a Verona. Doveva confrontarsi con i direttori delle tv pubbliche di Afghanistan e Iraq, tutti paesi martoriati dalla guerra. Agli inizi di ottobre inoltre avrebbe dovuto prendere parte come relatore anche ad alcune sessioni di lavoro organizzate dalla Tavola della Pace in preparazione della marcia Perugia-Assisi in programma per domenica 7.

Una bomba, o meglio una mina, ha spezzato la sua vita impedendogli di farsi conoscere anche in Italia. Ali ha fondato e diretto "HornAfrik", una stazione radiotelevisiva molto popolare in Somalia. Era ormai cittadino canadese ma nove anni fa aveva deciso di tornare in patria proprio per fondare questa radio e tv che trasmettendo su satellite è molto seguita anche dalla diaspora somala nel mondo. Sabato a Mogadiscio era andato al funerale di un altro giornalista,ucciso poche ore prima. Aveva tenuto l'orazione funebre condannando la violenza che squassa il paese. Risalito sull'auto, un ordigno telecomandato ha fatto saltare in aria l'automobile. Nello scoppio sono rimasti feriti anche una giornalista ed il comproprietario della radio. La polizia ha annunciato l'arresto di due persone.

"Questi assassinii selvaggi di giornalisti sono un indicatore delle condizioni pericolose di lavoro dei giornalisti in Somalia, dove il caos e l'assenza di legge minaccia il giornalismo indipendente" afferma la Federazione Internazionale dei Giornalisti. La condanna dell'assassinio è arrivata anche da Eric Laroche, inviato delle Nazioni Unite in Somalia.
Proprio in questi giorni l'organizzazione indipendente Human Rights Watch ha pubblicato un rapporto dove denuncia che sono migliaia i civili somali uccisi dall'inizio dell'anno dall'esplosione di bombe rudimentali, granate e mine. "Abbiamo prove evidenti che bombardamenti indiscriminati su zone popolate da civili da parte dell'aviazione etiopica siano intenzionali" denuncia senza mezzi termini l'organismo umanitario. "I comandanti responsabili di questi raid devono rispondere di crimini di guerra" afferma Human Rights Watch.

L'attuale governo di transizione, sostenuto dalle Nazioni Unite, ha preso il potere nel dicembre scorso sconfiggendo le corti, grazie al fondamentale aiuto militare delle truppe etiopiche che sono però viste dalla popolazione come occupanti.
Articolo 21 propone iniziative, dibattiti ed incontri specifici  per discutere il problema della libertà di stampa in Africa con particolare riferimento alla situazione in Somalia. E' il modo migliore per rendere omaggio alla memoria di Ali Iman Sharmake, un uomo che ha sempre condannato la violenza senza mezzi termini e per questo motivo si è visto più volte chiudere la sua radio, per la quale ha pagato con la vita il prezzo dell'autonomia.

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