Già cinquantamila firme contro le bombe a grappolo
Redattore Sociale
Approvata all’unanimità una risoluzione della Camera per la messa la bando di questo tipo di munizioni. Soddisfatta la Campagna italiana contro le mine, che organizza due momenti di sensibilizzazione a Roma durante la Notte bianca dell’8 settembre
ROMA – La Commissione esteri della Camera dei deputati ha approvato, all"unanimità, una risoluzione in cui si “considera il Processo di Oslo il Foro multilaterale appropriato per il raggiungimento di uno specifico trattato per la messa al bando delle munizioni a grappolo”. Il “Processo di Oslo” avviatosi lo scorso febbraio su iniziativa del governo norvegese, vede coinvolti circa 70 paesi impegnati nella conclusione di un trattato internazionale che metta al bando le cluster bombs entro il 2008. “La posizione assunta il 25 luglio dalla commissione esteri della Camera è motivo di enorme soddisfazione – commenta Giuseppe Schiavello della Campagna italiana contro le mine – attraverso questa risoluzione il parlamento ha deciso di dare pieno appoggio al Processo di Oslo, il quale grazie all’impegno di alcuni paesi, sta cercando di dare una risposta concreta all’emergenza umanitaria causata dalle cluster bombs.”
Le informazioni provenienti da ong impegnate sul campo ci parlano di 400 milioni di persone che vivono oggi in aree colpite da submunizioni cluster inesplose e pertanto veri e propri campi minati. Sono stati confermati 13.306 incidenti dovuti a munizioni cluster. In aree come l’Iraq ci sono state più di 1000 vittime durante i bombardamenti e più di 4000 in Laos dopo i raid aerei della guerra di Indocina. Le munizioni cluster colpiscono i civili nel momento di maggior vulnerabilità, cioè al loro rientro dopo la fine del conflitto. La popolazione è ignara e impreparata alle esplosioni. Specialmente i bambini sono a rischio, soprattutto se giocano o si avvicinano alle zone limitrofe alle loro abitazioni. In Kosovo il 53% degli incidenti dovuti a cluster bombs si sono verificati nei due mesi successivi alla fine del conflitto, la maggior parte delle vittime erano bambini tra i 5 e i 15 anni. “La Commissione esteri, votando questa risoluzione, ha dimostrato la sua determinazione a dare una risposta in tempi rapidi all’emergenza umanitaria creata in questi ultimi anni dall’uso delle submunizioni a grappolo. Al prossimo appuntamento internazionale, previsto a Vienna per dicembre 2007, auspichiamo che nostre le delegazioni diplomatiche, facciano richiamo alla volontà del nostro parlamento di supportare, senza ambiguità, questo processo negoziale” conclude Schiavello.
La Campagna italiana contro le mine in pochi mesi ha raccolto 50 mila adesioni da parte di cittadini che hanno risposto all’appello nelle piazze e tramite il web per la campagna contro le cluster bombs: sono 400 milioni le persone che vivono oggi in aree colpite da submunizioni cluster inesplose, veri e propri campi minati. Per coinvolgere la cittadinanza su questi temi, la Campagna promuoverà due eventi sotto il titolo di “Bomba mangia bomba” nell’ambito della Notte bianca di Roma il prossimo 8 settembre. Due punti informativi saranno allestiti nella capitale, uno in piazza Trilussa e l’altro in viale America – laghetto dell’Eur, dove a partire dalle ore 20 i volontari raccoglieranno le adesioni alla campagna per la messa al bando delle cluster bombs. Come ringraziamento per il loro contributo a questa importante iniziativa, verranno omaggiati con delle ottime bombe fritte, tipici dolci della tradizione romana. “Un piccolo gesto simbolico per un grande impegno, poiché queste sono le uniche bombe che ci piacciono”.