La verità storica su Genova non la deve dare il Tribunale ma la politica


Riccardo Chartroux


Chi ha a cuore la democrazia in Italia dovrebbe dire chiaramente che le responsabilità di quello che è accaduto alla Diaz sono interamente di chi era al governo in quei giorni, e che fatti simili non saranno mai più tollerati.


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La verità storica su Genova non la deve dare il Tribunale ma la politica

 

 

 

 

 

 

 

 

Barack Obama ha fatto sapere che tra i suoi primi atti da presidente ci sarà la chiusura di Guantanamo. Che c’entra con il G8 e il processo per l’irruzione nella scuola Diaz? Niente in apparenza. Se non che la chiusura di Guantanamo è una buona notizia per chi ha a cuore il senso più profondo della civiltà occidentale: il rispetto dei diritti individuali. Con una certa dose di ottimismo ci si può leggere l’inizio della fine della ossessione securitaria che ha caratterizzato gli ultimi anni, che ha piegato la difesa dei diritti alle ragioni di schieramento, alla logica di noi e loro, sei contro Guantanamo quindi proteggi al Qaeda, difendi i rom dunque stai dalla parte dei ladri, condanni le violenze della polizia allora sei amico dei black bloc.

E’ una notizia che a un cittadino che crede nella democrazia fa piacere. La sentenza sulla Diaz invece no. Lascia un po’ di amaro in bocca l’assoluzione per i funzionari che erano lì quella notte. E perché? Qualcuno davvero voleva vedere finire in galera, tanto per citarne un paio, Gilberto Caldarozzi, il poliziotto che ha arrestato Provenzano, o Francesco Gratteri, l’uomo che ha inchiodato i corleonesi? Presto leggeremo le motivazioni della sentenza ma il giudice Barone dichiara: il codice richiede che si condanni solo quando la responsabilità penale individuale è provata. Ovvio. E allora al cittadino che crede nella democrazia non spetta stabilire se la sentenza sia giuridicamente fondata o no, quello di cui sente la mancanza non è una condanna per questo o quel funzionario. Non possiamo sempre affidarci ai tribunali per farci spiegare cosa è successo nel nostro Paese, chi ha fatto cosa e perché. I giudici devono identificare e perseguire le responsabilità penali.

Poi ci sono quelle operative (la catena di comando, l’organizzazione degli uomini e delle tecniche operative) che sono affare delle amministrazioni e dei governi. E quelle politiche che riguardano tutti ma in primo luogo il Parlamento. Ma la politica ha brillato per la sua incapacità di metabolizzare il G8 e quello che ha significato per la nostra democrazia. Una commissione di indagine varata durante il governo Berlusconi non ha prodotto che tre documenti diversi (della maggioranza di centrodestra, del centrosinistra e di rifondazione), nessuna verità condivisa. Il governo Prodi aveva nel suo programma il varo di una autentica commissione di inchiesta che però non si è fatta perché il centrosinistra non ha trovato sul tema (ma guarda un po’) una linea comune.

E allora chiediamo una verità storica ai giudici di Genova che fanno un altro mestiere e cioè appunto i giudici penali, e che comunque con la loro sentenza ci dicono che atti illegali gravissimi sono stati commessi da uomini della polizia di Stato nei confronti di oppositori del governo. Dal governo, anche quando tutti i fatti erano arcinoti, non è mai venuta nemmeno una parola di scusa, per quelle 93 persone massacrate e per tutto il Paese umiliato davanti all’opinione pubblica mondiale. Il problema, come si diceva una volta con un brutto e stantio gergo, è politico. Ora si torna a chiedere una commissione di inchiesta sul G8, la chiede anche Antonio Di Pietro, un uomo politico poco amichevolmente apostrofato come “poliziotto” dalla destra (come se fosse un insulto).

Magari si facesse, ma cosa potrebbe produrre se non ancora una volta due relazioni, di maggioranza e di minoranza, se chi era al governo oggi come nel 2001 non ha intenzione di ammettere alcuna responsabilità a partire da quelle di Claudio Scajola, allora ministro dell’interno? Barack Obama non ha promosso una commissione di inchiesta su Guantanamo. Ha detto solo che è una vergogna e che va chiusa. Chi ha a cuore la democrazia in Italia dovrebbe dire chiaramente che le responsabilità di quello che è accaduto alla Diaz sono interamente di chi era al governo in quei giorni, e che fatti simili non saranno mai più tollerati.

Fonte: Articolo21

14 novembre 2008

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