Onu, apre i battenti la 63ma Assemblea Generale


Gianna Pontecorboli


Nei suoi 63 anni di vita, l’Onu ha visto di tutto. Quello che non si era mai visto, fino ad ora , era la trasformazione del Palazzo di Vetro in una frettolosa scuola di diplomazia e politica estera per una quarantaquattrenne signora che aspira alla carica di vicepresidente degli Stati Uniti…


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Onu, apre i battenti la 63ma Assemblea Generale

New York – Nei suoi 63 anni di vita, l’Onu ha visto di tutto, dalla scarpa di Kruscev sbattuta sul podio, alla pistola puntigliosamente esibita alla cintola di Arafat. Quello che non si era mai visto, fino ad ora , era la trasformazione del Palazzo di Vetro in una frettolosa scuola di diplomazia e politica estera per una quarantaquattrenne signora che aspira alla carica di vicepresidente degli Stati Uniti ma ha chiesto il suo primo passaporto l’anno scorso e la Russia la conosce solo perche’ la vede all’orizzonte dalle sue finestre in Alaska.

Per la sessantreesima Assemblea Generale dell’Onu, che apre ufficialmente il suo dibattito questa mattina a New York , la presenza di Sarah Palin rappresentera’ certo la sorpresa piu’ curiosa. Sarah, che avrebbe dovuto pronunciare un duro discorso questa mattina durante la manifestazione organizzata da alcuni gruppi ebraici per protestare contro il leader iraniano Mahmoud Ahmadinejad , ma e’ stata ‘’ disinvitata’’ dopo il rifiuto a partecipare di Hillary Clinton, fara’ il suo apprendistato all’ombra della grande sala dell’Assemblea . Gia’ da sabato, la campagna elettorale di McCain ha confermato che la Palin si incontrera’ oggi con il presidente dell’Afganistan Ahmid Karzai , il presidente della Colombia Alvaro Uribe e un anziano ‘’maestro’’ d’eccezione, l’ex segretario di Stato di Nixon e Ford, Henry Kissinger. Mercoledi, poi, Sarah incontrera’ anche il il presidente iracheno Jalal Talabani , il nuovo presidente del Pakistan Ali Zardari e il presidente delle Georgia , Mikheil Saakashvili. Un programma ambizioso, che impegnera’ la candidata sui temi piu’ caldi del momento, dalla sicurezza in Afganistan e in Pakistan al trattato di libero commercio con la Colombia . ‘’E’ una grande opportunita’ per Sarah Palin di incontrare e interagire con i leader mondiali con cui dovra’ trattare come vicepresidente’’, ha spiegato uno dei collaboratori di McCain.

In realta’ , anche se la presenza di Sarah scatenera’ certo nei prossimi giorni la curiosita’ di fotografi e diplomatici, e probabilmente mettera’ in ombra la contemporanea presenza del candidato democratico alla vicepresidenza , Joe Biden, i circa 85 capi di stato e di governo che parteciperanno alle prime due settimane del dibattito avranno anche molti altri temi a cui dedicarsi. Il clima della grande settimana annuale della diplomazia, per esempio, sara’ gia’ chiaro a partire da oggi, quando si confronteranno sul podio il presidente Bush e il ministro degli esteri russo Sergei Lavrov. Quello di Bush, gia si sa, sara’ un discorso di addio, in cui il presidente americano cerchera’ di smentire la sua immagine di ‘’cowboy‘’ solitario e arrogante, che ha sollevato contro gli Stati Uniti in questi anni il risentimento di tanti paesi. Insieme al presidente iracheno Talabani, Bush fara’ il gesto simbolico di radunare e ringraziare formalmente tutti i paesi che lo hanno aiutato nella guerra in Irak. Saranno soprattutto le parole di Lavrov , pero’ ,a far capire alla diplomazia internazionale quanto profonda sia la spaccatura tra l’occidente e Mosca dopo la crisi delle Georgia . La ritrovata assertivita’ della Russia, infatti, mette in pericolo il proseguimento dei lavori al consiglio di Sicurezza e le riunioni che sono previste in questi giorni tra i rappresentanti dei sei paesi che si occupano della questione , Gran Bretagna, Francia, Stati Uniti, Russia Cina e Germania, per inasprire le sanzioni contro l’Iran. Tutto questo proprio in un momento in cui la Corea del Nord sembra fare un passo indietro sulla questione delle armi nucleari, l’Iran sta ‘’lavorando’’ intensamente dietro le quinte per ottenere un seggio non permanente attorno al grande tavolo a ferro di cavallo e la conclusione delle trattaive per il Medio Oriente e’ sempre piu’ un miraggio lontano.

Per l’Italia, arrivera’ Silvio Berlusconi, che parlera’ di fronte all’Assemblea Generale venerdi mattina e si fermera per tre giorni. Il responsabile del Ministero degli Esteri, Franco Frattini, e’ invece gia’ arrivato ieri sera a New York dopo una breve puntata a Washington e si fermera’, con un fittissimo calendario di appuntamenti, fino al 27. Per Frattini, il lavoro non sara’ facile. Su molti fronti che riguardano anche l’Italia, infatti, la grande settimana della diplomazia si apre all’insegna della tensione. Il segretario generale Ban-ki-Moon, che avrebbe voluto fare dell’incontro un’occasione per rinnovare gli impegni dei paesi donatori per realizzare gli obbiettivi del Millennio per combattere la poverta’ e il sottosviluppo, avra’ le mani in parte legate dalla crisi di Wall Street . E il nuovo presidente dell’Assemblea generale, Miguel d’Escoto, un ex prete sandinista vicino a Ortega, nei giorni scorsi ha lasciato capire che si battera’ per dare piu’ potere ai 192 paesi dell’Assemblea a scapito dei cinque ‘’grandi’’ al Consiglio di Sicurezza . Un modo diverso per far capire che la riforma del Consiglio non puo’ piu’ aspettare.

Fonte: Lettera22

23 settembre 2008

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