Le frontiere del Pakistan tra bombardamenti e propaganda


Duilio Giammaria


Quali rischi per il "nuovo" Pakistan. La questione centrale (al di là delle rivendicazioni territoriali afgane che non riconoscono legittimità alla famosa Durand Line) è la questione talebana.


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Le frontiere del Pakistan tra bombardamenti e propaganda

Il nuovo presidente Pakistano ha giurato davanti ad una platea di dignitari e diplomatici, ma anche in presenza del Presidente Afgano Karzai. Una circostanza da interpretare come un rinsaldamento dei rapporti dopo che nei mesi scorsi si erano ripetuti scontri a fuoco sulla frontiera? Presto per dirlo, già ad altre volte la “diplomazia” orientale aveva prodotto grandi promesse e discorsi di intesa seguite a pochi giorni da minacciosi proclami e scambi di accuse. La questione centrale (al di là delle rivendicazioni territoriali afgane che non riconoscono legittimità alla famosa Durand Line) è la questione talebana.

Da quando nel 2001 l’Afghanistan è presidiato da esercito americano e truppe Nato, le zone tribali pakistane (FATA) sono diventate il rifugio per bande di talebani che lì trovano, armi e fondi.

Dal 2004 il fenomeno è cresciuto sino a farlo diventare un caso politico (a Peshawar nel 2004 vinse una coalizione di partiti fondamentalisti).

Oggi si parla apertamente di un rischio di talebanizzazione del Pakistan.

Evidentemente la strategia internazionale diretta dagli Stati Uniti si è dimostrata insufficiente e priva di “rapidità” nella comprensione di un fenomeno in continua evoluzione.

Negli ultimi giorni, forse in coincidenza con il final rush delle elezioni americane, fonti autorevoli ma non ufficiali, hanno rivelato che Washington ha già autorizzato e autorizzerà in futuro blitz delle forze speciali contro rifugi dei talebani.

Già da mesi (vedi cartina) bombardamenti missilistici telecomandati prendono di mira supposti covi di guerriglieri. Mentre rimane incerto l’obiettivo quello che è certo è che questi bombardamenti coinvolgono quasi inevitabilmente la popolazione civile.

Così la politica estera americana di fine amministrazione rischia di porre una seria ipoteca sulle relazioni con il Pakistan e mettere in seria difficoltà i paesi europei, le cui truppe sotto la bandiera NATO sono presenti in Afghanistan, che a discapito delle operazioni umanitarie e di ricostruzione, rischiano sempre più percepiti, grazie all’efficace e capillare propaganda talebana, come eserciti invasori asserviti agli interessi americani.

Articolo di Duilio Giammaria Inviato Speciale Rai Tg1

Fonte: Articolo21

13 settembre 2008

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