Un messaggio di speranza per i giornalisti che vivono la professione come servizio alla collettività


Claudio Toni, Sindaco di Fucecchio


Oggi 13 settembre a Fucecchio sarà allestito e presentato il monumento dedicato ad Enzo Biagi. Un’opera che ha in se i valori dell’unione, della fratellanza, della libertà, della democrazia e della giustizia.


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Un messaggio di speranza per i giornalisti che vivono la professione come servizio alla collettività

Questa piscina e questa piazza sono state costruite insieme dalle amministrazioni di Fucecchio e di Santa Croce sul confine comunale che è poi anche il confine tra le province di Firenze e di Pisa. Quest’opera ha quindi in se i valori dell’unione e della fratellanza. Valori che fanno parte della tradizione Toscana. Una terra di gente laboriosa che ha fatto della pace, della giustizia e della libertà i propri valori di riferimento.  Oggi si rafforza il legame che la nostra città, anzi i due nostri comuni, la nostra terra, ha con un grande giornalista come Enzo Biagi. Un legame speciale visto che a Fucecchio ha ricevuto la cittadinanza onoraria nel 2002.

Questo legame lo abbiamo voluto rafforzare anche dopo la sua scomparsa, ci siamo sentiti in dovere di rendere omaggio ad un giornalista e uno scrittore come lui con un segno indelebile.

Con il Comune di Santa Croce decidemmo alcuni mesi fa di intitolargli questa piazza che condividiamo e dove ha sede la nostra nuova piscina. Non lo ritenevamo comunque sufficiente.

Volevamo lasciare un segno profondo del suo passaggio, che fosse anche un messaggio di speranza per coloro che vivono la professione di giornalista come un servizio alla collettività e non come un servizio ad un editore. Per questo insieme al Sindaco Ciaponi abbiamo deciso di commissionare un’opera a Marco Puccinelli. Un‘opera, e oggi nel giorno dell’inaugurazione lo possiamo dire a gran voce, della quale siamo molto orgogliosi.

Ricordiamo Biagi attraverso questa splendida realizzazione con quello stesso orgoglio con il quale lui parlava dell’amicizia con il nostro più illustre concittadino: Indro Montanelli.

L’amicizia che legava Enzo Biagi a Indro Montanelli era forte, come forte fu la felicità nel ricevere un riconoscimento nella città del suo collega e amico da poco scomparso.

“Venire a Fucecchio – disse – per me è una sorta di pellegrinaggio, nel paese di un uomo che rimarrà nelle storie personali di tutti coloro che lo hanno conosciuto".

La cittadinanza onoraria, infatti, gli fu attribuita dal nostro comune “per la sua appartenenza a una ristretta schiera di giornalisti e scrittori italiani noti in tutto il mondo per la professionalità, la sensibilità e l’indipendenza rispetto al potere, di cui faceva parte anche Indro Montanelli”.

La loro amicizia è stata la scintilla per tutte le iniziative: dalla cittadinanza onoraria, alla intitolazione della piazza e poi alla realizzazione dell’opera di Puccinelli.

Voglio rivolgere un personale ringraziamento a Marco Puccinelli, per l’opera, molto bella, e in particolare per la scelta del materiale.

La scelta dell’acciaio ha un grande significato. Eterno e inossidabile come vorremmo fosse il ricordo di Enzo Biagi.

La scomparsa di Enzo Biagi è stata una grave perdita per il giornalismo italiano e più in generale per il mondo della cultura. Grave come lo fu la scomparsa di Indro Montanelli. Entrambi hanno svolto un ruolo di coscienza critica del giornalismo nel rivendicare il diritto alla libertà di stampa e a un’informazione non condizionata dal potere, con comportamenti concreti e coerenti, che hanno richiesto coraggio e spirito di servizio nei confronti della professione e dei lettori.

Valori di libertà, democrazia e giustizia, cui Biagi si è sempre ispirato, sono gli stessi in cui si riconosce la nostra comunità.

Per questo motivo gli scrissi un telegramma il giorno in cui tornò a lavorare in Rai, perché la sua voce rappresentava un riferimento importante per molti cittadini.

Per troppo tempo abbiamo subito un’informazione viziata ed ambigua, ancor oggi è difficile orientarci in questa melassa di notizie talvolta false o costruite ad arte, sentiamo la necessità di una voce libera che sappia distinguere il vero dal fasullo, la notizia importante dalla frivola.

No a caso la sera nella quale salutò gli spettatori dopo 814 puntate de Il Fatto, il suo programma cancellato da Rai Uno, disse “Eventualmente è meglio essere cacciati per aver detto qualche verità, che restare a prezzo di certi patteggiamenti”.

Questo ci da la misura di come fosse un uomo di forti convincimenti morali e allo stesso tempo di intensa umanità.

Ricordo ancora quel 26 settembre di 6 anni fa. Arrivò a Fucecchio poco dopo le 11 accompagnato dalla figlia Anna. All'ingresso nel Palazzo Comunale comprese subito quanto la sua visita fosse attesa. Presenti, oltre a una lunga schiera di giornalisti, tanti cittadini arrivati per poterlo ascoltare dal vivo dopo averlo visto tante volte in tv. E lui non deluse nessuno, si concesse con grandissima disponibilità alla domande presenti e alle richieste di autografi o di una semplice stretta di mano. Poi il momento, forse, più toccante dell'intera giornata, al Cimitero Comunale per la visita alla tomba dell'amico Indro Montanelli. Quindi l'incontro con una rappresentanza di studenti fucecchiesi al Parco Corsini. Biagi non si sottrasse a nessuna curiosità dei ragazzi. Rispose con grande partecipazione, dispensando consigli, ricordando episodi, aneddoti, parlando di tutto ciò che lo riguardava. Con una sola eccezione: nessun accenno alla polemica con il Presidente del Consiglio per la cancellazione della sua rubrica su Rai Uno. Un maestro, anche di eleganza.

In quella circostanza emerse in tutta evidenza anche ai nostri occhi che Biagi non era solo un uomo della tv, ma una persona che combatteva con grande schiettezza per la giustizia e la libertà. Che aveva deciso di battersi anche contro chi ha concentrato nelle proprie mani tanto potere mediatico da costituire un pericolo per la democrazia.

Fonte: Articolo21

12 settembre 2008

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