Darfur: Padre Albanese, Cina chiude Olimpiadi e torna terrore
AGI Mondo ONG
In Darfur, dopo le Olimpiadi di Pechino, è tornato il terrore. Lo dichiara Padre Giulio Albanese il missionario comboniano fondatore dell’agenzia Misna.
Non appena si sono chiusi i Giochi di Pechino, in Darfur e' tornato il terrore. E' il duro commento di padre Giulio Albanese, il missionario comboniano fondatore dell'agenzia Misna, dopo l'irruzione armata dell'esercito di Khartum nel campo profughi di Kalma, nel sud della tormentata regione sudanese. "La Cina non ha permesso che durante le Olimpiadi venisse data visibilita' alla questione darfuriana", ha sottolineato Albanese contattato telefonicamente dall'Agi, "ma ora che la 'missione Giochi' e' compiuta, Pechino e' tornata a essere lo sponsor di Khartum e a calpestare i diritti umani di profughi e sfollati in nome del petrolio, l'oro nero cui nessuno vuol rinunciare". Un fatto "inquietante", ha sottolineato l'esperto di Africa, "perche' il copione e' sempre lo stesso: le truppe sudanesi attaccano i campi profughi della regione con la scusa che sono covi dei ribelli, e a pagare il prezzo piu' alto e' la povera gente, che viene di continuo massacrata e uccisa". A fermare Khartum non e' bastato il provvedimento della Corte internazionale dell'Aja contro il presidente sudanese Omar Hassan al Bashir per genocidio e crimini di guerra, ha sottolineato Albanese. Il governo del Sudan "continua a fare orecchie da mercante ma", ha avvertito il comboniano, "se la comunita' internazionale non uscira' in fretta dall'attuale letargo e non passera' dalle parole ai fatti, la situazione darfuriana continuera' ad aggravarsi".
L'attacco di oggi in cui sono morte almeno 18 persone, per il missionario "e' la conferma che anche il mandato di cattura spiccato dall'Aja si e' tradotto in una bolla di sapone, e che l'incondizionato sostegno della Cina autorizza Khartum a fare quello che vuole, calpestando i diritti umani di milioni di civili inermi". Nonostante sulla crisi darfuriana ci sia stata "una discreta copertura mediatica", ha concluso Albanese, "la pace e' rimasta un traguardo assai lontano". Per questo, ha insistito, "e' venuto il momento di rilanciare il negoziato, ma anche di mettere Khartum con le spalle al muro e obbligare la Cina a farsi da parte". (AGI)
Fonte: http://www.ong.agimondo.it/
25 agosto 2008