Giochi olimpici, governo e maggioranza sconfitti in Parlamento
Articolo 21
No alla partecipazione alla cerimonia d’apertura ei giochi olimpici di Pechino. "Adesso comunque la decisione è presa, l’indirizzo politico è chiaro ed inequivocabile e Berlusconi deve rispettarlo".
Venerdì 11 luglio la maggioranza e il Governo Berlusconi sono stati sconfitti in Parlamento. Non si tratta di un abbaglio estivo o di un pesce d'aprile fuori stagione. E' effettivamente quello che e' successo in Commissione Esteri della Camera e l'argomento di cui si discuteva non era esattamente dei piu' marginali: la partecipazione o meno di Berlusconi alla Cerimonia di inaugurazione dei Giochi Olimpici a Pechino. Di questo tema – tra gli altri – noi radicali abbiamo fatto una battaglia politica da alcuni mesi insieme ad altre associazioni e alcuni parlamentari con manifestazioni, convegni, interrogazioni parlamentari e infine con una risoluzione. Si tratta della naturale continuazione, in Parlamento e nelle piazze (non nelle televisioni e pochissimo sui giornali e quindi siamo lontani dalla stragrande maggioranza degli italiani) della battaglia per la difesa dei diritti fondamentali del popolo tibetano per il quale, solo tre mesi, fa tutto il mondo si indignava; oggi, invece, in assenza di sangue che scorre per le strade di Lhasa, il mondo si trova in tutt'altro affaccendato.
Tutto pareva quindi essere finito nel dimenticatoio, se non fosse stato per un fatto cui il Governo di Pechino ha attribuito grande valore politico: ovvero la presenza dei Grandi della Terra a Pechino l'8 agosto, per rendere omaggio al Governo della Repubblica Popolare Cinese in occasione delle Olimpiadi, mentre in Tibet, nel Turkestan Orientale e per tutti i dissidenti si continua a vivere da cittadini di serie B (quando va bene) o nel terrore di poter esprimere le proprie idee, sotto pena di botte, tortura o la galera.
E mentre tutto cio' accade, e continuera' ad accadere, prosegue la campagna propagandistica, quella si' di stampo stalinista e comunista, condotta dal Governo cinese contro il Dalai Lama accusato di fomentare le violenze e volere la secessione. Menzogne che vengono accettate benevolmente dai nostri leader, quasi come fossero un dazio da pagare prudentemente in vista di qualcosa di piu' importante. Ma in vista di che cosa si accettano le menzogne e tanti leader si apprestano ad andare alla corte del regime di Pechino? In queste settimane, dobbiamo prenderne atto, sono venuti solo no da Hu Jintao alle richieste dell'Onu e del Parlamento Europeo di monitorare cosa accade in Tibet e di consentire un'indagine indipendente. Per cio', premiare con il riconoscimento politico un governo che si comporta cosi' non potra' che incoraggiarlo nel continuare su questa infausta strada. L'approvazione ieri della risoluzione che "impegna il governo italiano a non partecipare con i massimi rappresentanti politici alla Cerimonia di Apertura delle Olimpiadi" ha un grande significato politico, per la maggioranza e per l'opposizione, oltre che per il Governo. Il PD ha votato compatto la risoluzione che ho presentato. Cosi', invece, non hanno fatto i parlamentari della maggioranza che peraltro, in questi primi due mesi, non hanno mai mancato di sottolineare come il Governo Berlusconi si stesse impegnando nella difesa dei diritti umani nel mondo, attribuendogli evidentemente delle frettolose pagelle di promozione…
Una maggioranza che ha sottovalutato l'importanza di questa decisione, tanto da non avere i numeri per poter sconfiggere l'opposizione (nella quale non erano poche le assenze anche autorevoli). Adesso comunque la decisione e' presa, l'indirizzo politico e' chiaro ed inequivocabile e Berlusconi deve rispettarlo. Se vi saranno, come accade nei paesi dove non esiste lo stato di diritto, delle tentazioni di ignorare questo voto, si sappia che vigileremo sul rispetto di quel che resta delle istituzioni e delle regole democratiche dopo 50 anni di partitocrazia e non democrazia.
Anche e soprattutto in questo modo, mi si consenta di dirlo, si puo' e si deve fare opposizione: senza rincorrere e "denunciare" il Governo Berlusconi su tutte le sue proposte, ma incalzandolo su temi importanti e davvero "garantisti" come ad esempio quello della difesa della verita' e della vita in Iraq, per scongiurare la condanna a morte contro Tareq Aziz, per i diritti del popolo tibetano, e per il diritto a una "giustizia giusta" per il popolo italiano.
di Matteo Mecacci
Deputato Radicale, Membro Commissione Esteri della Camera
12 luglio 2008