Ingrid Betancourt è libera!


Repubblica.it


Le prime parole dopo la liberazione sono per le altre persone sequestrate. Poi i ringraziamenti e il rinnovato impegno: "Aspiro ancora alla presidenza".


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Ingrid Betancourt è libera!

BOGOTÀ – Sorridente, commossa, emozionata, Ingrid Betancourt per prima cosa ha ringraziato tutti quelli che si sono prodigati per la sua liberazione. Dopo aver abbracciato la madre, ha ringraziato a più riprese il presidente e l'esercito colombiano, ha ripetuto più volte che è stata un'"operazione impeccabile". Quindi l'ex candidata presidenziale ha promesso che adesso si batterà per il ritorno di quelli che continuano a essere sequestrati. "Siamo stati prigionieri di questi guerriglieri, ma non proviamo odio per loro" ha detto ancora, "ma adesso non dobbiamo dimenticare gli altri ostaggi, quelli che sono ancora rimasti nella giungla".

Ingrid Betancourt, liberata insieme a tre contractor statunitensi e undici militari, ha poi incontrato i giornalisti insieme al presidente colombiano. Intanto sono partiti da Parigi i figli della donna insieme a una delegazione francese, mentre hanno fatto ritorno negli Usa i tre americani liberati.

Parole di soddisfazione per la liberazione degli ostaggi e ringraziamenti per Uribe e l'esercito colombiano sono arrivati da numerosi capi di governo, a partire dal presidente francese Nicolas Sarkozy. Anche il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon e il presidente della commissione Europea, José Manuel Barroso, hanno espresso sollievo e gioia, così come Benedetto XVI che si è rallegrato per la "bella notizia".

"Lotterò per gli altri ostaggi". Nel suo primo incontro con i giornalisti Ingrid Betancourt ha ricordato gli altri ostaggi delle Forze armate rivoluzionarie della colombia (Farc) e di altri gruppi armati, vivi o morti. Dopo aver nuovamente ringraziato il governo e l'esercito colombiano e tutti coloro che hanno pensato a lei durante i suoi anni di prigionia, Betancourt ha parlato anzitutto degli altri ostaggi in mano alle Farc, promettendo loro che "vi porteremo tutti fuori".

L'ex ostaggio ha poi rivolto parole di gratitudine per l'appoggio datole dai media internazionali: "Devo molto ai mezzi di comunicazione, se non fosse per loro, forse adesso non sarei viva". Infine ha concluso dicendo di aspirare ancora alla carica di presidente. "La rielezione di Alvaro Uribe nel 2006 è stata molto positiva per la Colombia" ha detto la donna che era in corsa per la carica presidenziale nel 2002 contro Uribe quando fu rapita dalle Farc. "Uribe è stato finora un buon presidente, ma continuo ad aspirare alla sua carica. Anche se per ora sono solo un soldato in più" ha concluso.

Uribe ringrazia militari colombiani. Il presidente colombiano Alvaro Uribe ha affermato che la liberazione senza ricorso alla violenza è un fatto "comparabile alle grandi epopee della storia dell'umanità", ed è stata effettuata con successo "senza aver versato una goccia di sangue, senza aver sparato un solo colpo d'arma da fuoco". Uribe si è quindi felicitato con la forza pubblica del suo paese. "Le forze armate colombiane, l'esercito della nostra patria, i nostri soldati e poliziotti, sono entrati a far parte della storia degli eroi dell'umanità. Hanno scritto il nome della Colombia a caratteri d'oro nel mondo democratico", ha detto nel discorso rivolto alla nazione dal palazzo della presidenza.

Uribe ha giudicato cosa "molto buona" l'aver dato notizia al mondo dell'avvenuta liberazione dei 15 ostaggi, in particolare agli Stati Uniti, che hanno visto liberati tre loro cittadini, alla Francia e all'Europa che "durante tutti questi anni non ha abbandonato un solo momento la dottoressa Ingrid Betancourt". Il presidente colombiano ha anche offerto alle Farc di entrare in un processo di pace con il suo governo, che porti alla liberazione degli altri sequestrati.

Il mondo riconosce trionfo di Uribe. La liberazione di Ingrid Betancourt segna il trionfo di Uribe. I leader di tutto il mondo hanno ringraziato Uribe e l'esercito colombiano. Dall'Eliseo Sarkozy ha elogiato "l'impegno di Uribe" e anche i figli di Ingrid, Melanie e Lorenzo, e la sorella Astrid, accanto al presidente francese, hanno reso omaggio al presidente colombiano. I famigliari dell'ex candidata presidenziale in passato avevano aspramente criticato Uribe, accusandolo di aver ostacolato il tentativo di mediazione del presidente venezuelano Hugo Chavez, che finora non ha commentato la liberazione di Betancourt.

Scontati gli elogi di George W. Bush, il principale alleato di Uribe, definito "un leader forte" dal presidente americano. Sulla stessa linea il premier spagnolo José Luiz Rodriguez Zapatero che ha inviato un telegramma di congratulazioni al presidente colombiano. Elogi anche dal rappresentante della politica estera dell'Ue, Javier Solana, che in un comunicato si è felicitato "con il presidente colombiano Alvaro Uribe e con le forze armate" di Bogotà. In Sudamerica il segretario generale dell'Organizzazione dei Paesi americani (Osa), José Miguel Insulza, ha ringraziato il presidente colombiano per l'operazione.

Figli in volo da Parigi. Il ministro degli Esteri francese, Bernard Kouchner, e alcuni membri della famiglia di Ingrid Betancourt sono partiti dall'aeroporto militare di Villacoublay, vicino a Parigi, per raggiungere la Colombia. Sull'aereo i figli Melanie e Lorenzo Delloye, l'ex marito Fabrice, la sorella Astrid e i suoi due bambini. Con loro, anche alcuni medici, compreso quello personale di Sarkozy, che si occuperanno delle condizioni di salute dell'ex ostaggio. Ingrid è "perfetta e lucida" ha dichiarato intanto a Bogotà il suo secondo marito, Juan Carlos Lecompte. "E' solo più magra" ha aggiunto, ammettendo di essere rimasto sorpreso dalle condizioni tutto sommato buone della moglie.

Arrivati in Texas i tre americani.
Sono arrivati in Texas i tre vigilanti a contratto del Pentagono, catturati dalle Farc nel 2003 e liberati insieme a Ingrid Betancourt. L'aereo con a bordo Marc Gonsalves, Keith Stansell e Thomas Howes, tutti cittadini americani, è atterrato nella notte nella base aerea di San Antonio e i tre sono poi stati trasferiti in elicottero all'ospedale militare di Fort Sam, a Houston.

Fonte: Repubblica.it

3 luglio 2008

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