Caso Monza, Poletti: “Quei cartelli per la pace non vanno rimossi”


Elisabetta Norzi


“Monza, città per la pace”. Era la scritta che accoglieva chi entrava nel Comune brianzolo e che, da qualche settimana, è scomparso dall’ingresso cittadino. Il neo sindaco della Cdl, Marco Mariani, eletto alle ultime elezioni amministrative, ha infatti deciso di togliere i cartelli che delimitano i confini di Monza. La motivazione? “La pace si fa […]


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Caso Monza, Poletti: “Quei cartelli per la pace non vanno rimossi”

“Monza, città per la pace”. Era la scritta che accoglieva chi entrava nel Comune brianzolo e che, da qualche settimana, è scomparso dall’ingresso cittadino. Il neo sindaco della Cdl, Marco Mariani, eletto alle ultime elezioni amministrative, ha infatti deciso di togliere i cartelli che delimitano i confini di Monza. La motivazione? “La pace si fa con l’impegno, non con le scritte”. Eppure il Comune fa parte del Coordinamento nazionale degli Enti locali per la pace, che raccoglie 10 Regioni, 60 Province e oltre 600 Comuni, e proprio in Brianza nacque Ernesto Teodoro Moneta che nel 1907 ricevette il Premio Nobel per la pace, unico italiano insignito del riconoscimento. La decisione di rimuovere i cartelli ha suscitato molte polemiche, sia tra i politici sia nel mondo dell’associazionismo pacifista. Nel corso del mese di luglio verrà anche organizzato un evento (ancora da definire sia come programma che come data) che possa servire da stimolo alla Giunta per proseguire l’impegno per la pace. Adriano Poletti, sindaco di Agrate Brianza e membro della presidenza del Coordinamento nazionale degli Enti locali per la pace, commenta l’accaduto.

Che cosa è successo con i cartelli della pace?
“Comincio da un auspicio: che l’idea di togliere i cartelli della pace non vada avanti, si fermi. I cartelli non sono stati infatti tutti rimossi e l’assessore è ancora in tempo a fermarsi. Monza è uno dei Comuni italiani che aderisce al Coordinamento nazionale degli Enti locali per la pace, e questo era stato deciso con una delibera dopo un lunghissimo Consiglio comunale in cui si aprì un confronto approfondito e in cui si fu tutti d’accordo – destra e sinistra – che la pace non è di parte e non ha colore”.
E’ in quell’occasione che si decise di mettere i cartelli all’ingresso della città?
“Sì, uno degli effetti di quella delibera fu proprio quella di mettere i cartelli all’ingresso della città, come avviene in tutti i Comuni aderenti al Coordinamento”.

Come commenta, quindi, questa scelta?
“Se il Comune rimane all’interno del Coordinamento, togliere le scritte mi sembra di cattivo gusto. Perché questa decisione? Non si capisce, soprattutto se il Comune rimane, come ha confermato il sindaco, dentro il progetto. E’ vero che l’impegno per la pace non lo fa un cartello, però è un messaggio. L’amministrazione comunale sostiene che la pace non ha valore di parte, ma con questa scelta sembra affermare esattamente l’opposto: cambiata la Giunta, togliamo i cartelli. Non solo: per mettere i cartelli era stata fatta una lunga seduta di Consiglio e approvata una delibera; per toglierli nessuno ha chiesto nulla. Non è molto corretto”.

Qual è stata la motivazione che il sindaco ha dato al Coordinamento?
“E stato detto che ci sono cose più rappresentative e riconoscibili per la città, da riportare quindi sui cartelli d’ingresso: come ad esempio ‘Monza, città del Gran Premio”. In più il sindaco ha sostenuto che il lavoro concreto per la pace non si fa con una scritta”.

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