Un po’ di sale sulla pace


La redazione


Cronistoria della polemica sullo slogan della Marcia Perugia-Assisi: "Tutti i diritti umani per tutti"


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Non c’è pace alla marcia per la pace? E se c’è, dov’è finita? Il dibattito ha tenuto banco per qualche giorno sui siti web del mondo pacifista, fino ad approdare in prima pagina del Corriere della Sera il 16 giugno scorso. Con un titolo non proprio azzeccato: “La marcia cambia nome e perde la parola pace”. A firma di Mario Porqueddu, il pezzo prende spunto da alcuni accenni polemici usciti sul sito di Nigrizia e su Peacereporter, fino a dare la parola a Flavio Lotti, coordinatore della Tavola della Pace, che spiega come mai quella parola pace, dalla marcia, non sia mai sostanzialmente scomparsa: “Verrebbe voglia di organizzare lo sciopero della parola pace perché ogni giorno ce n’è grande abuso. Se davvero vogliamo la pace dobbiamo cercarne il significato vero e profondo. Per noi la pace è il riconoscimento e il rispetto dei diritti umani per tutti. Abbiamo voluto fare piazza pulita di tanta retorica che circonda quel termine. Noi marceremo per un’urgenza: quella di milioni di persone che vivono in situazioni di conflitto e di assenza di diritti”. Tutto comincia con una dichiarazione di padre Alex Zanotelli che interviene per primo nel criticare la posizione della Tavola: “Tanti politici alla marcia per la pace non si potevano accettare. Così li si toglie dall’imbarazzo… “. L’agenzia di stampa Adista cerca di fare il punto della situazione e, a questo punto, degli “schieramenti”: Zanotelli, Enrico Euli e il nipote di Capitini che criticano Flavio Lotti; Lisa Clark dei Beati Costruttori di pace che sta con il coordinatore della Tavola della Pace e con il Coordinamento degli enti locali per la pace (“è necessario ribadire che quello dei diritti è il punto importante da cui partire”), don Tonio Dell’Olio, responsabile dell’area internazionale di Libera e membro della Tavola della Pace che dice: “Capisco la provocazione di Lotti, devo dire che è pienamente riuscita a suscitare un dibattito anche vivace. Ora però è necessario mettere un punto; se qualcuno deve togliere la parola “pace” non è certo la marcia Perugia-Assisi, ma le varie missioni armate in giro per il mondo che esportano una “pace “ più simile alla pax romana che a quella di cui parlavano Gandhi e Gesù. Sono convinto che quando i toni del dibattito si faranno più sereni riapparirà anche la parola “pace”, i cui contenuti non sono mai stati messi in discussione”.

Eccola allora riapparire quella “pace” tanto agognata, e che tutti – giustamente – continuano a cercare. Una “pace” che mai si era allontanata dalla marcia. E che solamente – spiega in seguito Lotti in una lettera al direttore della Corriere della Sera, Paolo Mieli – si era per un attimo nascosta dietro al cono d’ombra proiettato dal nuovo slogan della marcia “Tutti i diritti unani per tutti”: “Contrariamente a quanto titolato dal suo giornale sabato scorso – scrive Lotti al Corriere – la marcia Perugia-Assisi non cambia nome e non perde la parola pace. Al contrario la rilancia e la nobilita invitando tutti a riscoprirne il significato autentico. Viviamo in un tempo in cui spesso le parole importanti vengono svuotate del loro significato. Quando la parola “pace” viene svuotata di ogni significato concreto, il discorso sulla pace diventa ambiguo e persino pericoloso. Alcuni la usano persino (ma non è una novità storica) per giustificare le guerre e il proprio coinvolgimento. Sono gli stessi che attaccano “i pacifisti”, distinguono tra “pacifisti” e “pacificatori” fino a presentare gli eserciti (solo i propri naturalmente) come i principali, migliori e più efficaci strumenti di pace”. “Ancora oggi la pace viene definita da molti in modo negativo (l’assenza di guerra) e, per questo, continua ad essere trattata come “un concetto debole”, generico e confuso che consente gravi arbitri e strumentalizzazioni – conclude Lotti -. Ecco dunque la scelta, meditata e condivisa da centinaia di associazioni, gruppi ed enti locali, di dedicare la prossima Marcia Perugia-Assisi a quell´insieme di valori, bisogni umani vitali e obiettivi concreti che meglio di ogni altra cosa descrivono la pace: i diritti umani. Contro i predicatori dell’indifferenza, della sfiducia e della rassegnazione, contro l’antipolitica montante, noi invitiamo tutti ad impegnarsi per la pace, contro la miseria e la guerra, promuovendo i diritti umani dal proprio quartiere, dalla propria città fino all’Onu. In un mondo senza bussola, prigioniero di troppi egoismi e violenze, la prossima Marcia Perugia-Assisi mette un po’ di sale sulla pace e ci aiuta a ritrovare la strada verso un futuro migliore per tutti. Perché è ormai chiaro che “o sarà per tutti o non sarà per nessuno”.

Mauro Sarti

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