Immigrazione: come rispondere ad un fatto epocale


La redazione


Martedi 7 giugno a Savignano sul Rubicone presso l’Arena Gregorini si è svolto l’incontro pubblico “Immigrazione: come rispondere ad un fatto epocale”. Un commento del moderatore Piero Piraccini, Tavola della pace e Coordinamento nazionale degli Enti Locali per la pace e i diritti umani.


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Immigrazione: come rispondere ad un fatto epocale

Rappresentanti istituzionali di 9 comuni (l’Unione del Rubicone) in una piazza di Savignano la sera del 7 giugno, assieme a un numeroso gruppo di persone sedute nei gradoni dell’anfiteatro, interessate ad ascoltare con le proprie orecchie e vedere coi propri occhi i nuovi profughi, ospiti da alcuni giorni in una località del proprio territorio dal nome gentile: Fiumicino. Erano lì sia per conoscere le storie di queste persone fino allora sconosciute, sia per interrogarsi sulle cause (sono antiche) della loro fuga da luoghi in cui guerre e fame – l’una e l’altra indissolubilmente unite – ne hanno resa impossibile la permanenza.              

Il sindaco di Savignano che introduce la serata, una scolaresca che intona una canzone di pace, Pierluigi di Piazza – fondatore della comunità Balducci a Zugliano, in Friuli – che da anni fa dell’accoglienza una ragione del suo sacerdozio, i profughi (sono accompagnati dagli operatori della Caritas) che timidamente dicono grazie per la solidarietà che gli è stata dimostrata e raccontano i loro viaggi – la gran parte a piedi – da uno stato all’altro, da un continente all’altro, migliaia di chilometri alla ricerca di un altro dove, sconosciuto ma sperato migliore, e poi esponenti delle forze di polizia che evidenziano come la paura e il sospetto indotti su tanta parte della popolazione siano sproporzionati e immotivati rispetto ai problemi della sicurezza che l’immigrazione comporta e, infine, il sindaco di San Mauro Pascoli che conclude la serata richiamando il ruolo che le città devono svolgere per l’accoglienza, il compito che gli amministratori e i cittadini tutti devono darsi perché la ragione congiunta all’umanità tolga spazio a considerazioni razziste. Nulla di più scontato, per la verità, perché mutuando una definizione dell’Unesco, se è vero che il razzismo nasce dalle menti delle persone, anche la solidarietà e la capacità di accogliere devono nascere dalle nostre menti. Con un richiamo a Padre Ernesto Balducci, un amico di queste terre, che – correva l’anno 1990 – descriveva la vera muraglia che divide il mondo: quella fra chi ha fame e chi sciala nell’opulenza, e ammoniva del prossimo arrivo degli schiavi del 2000 a causa di un modello di sviluppo insostenibile che crea guerre e ingiustizie. Perché nessuno può dire che non sapeva. Perché quei barconi colmi di disperati o quelle file interminabili di persone che camminano cercando di evitare i reticoli dei fili spinati, perché le ecatombe quotidiane nell’acqua del mediterraneo richiamano alla mente altri fili spinati e altri lager di tempi che si sperava non potessero più tornare. Nella sostanziale indifferenza dell’Europa oggi, nella paura di sapere ieri convinti che quelle tragedie toccassero solo le vite degli altri.                                                                                                        

Al termine della serata, tutti avevano in mano la locandina della Marcia della Pace PerugiAssisi del prossimo 9 ottobre. Una marcia per la fratellanza contro l’indifferenza.           

Piero Piraccini (Tavola della Pace – Coordinamento Nazionale Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani)                                            

 

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