La cooperazione tra Italia e Iraq dietro l’arresto dell’ex ministro Clini


La Stampa


Un programma di gestione delle risorse idriche e ambientali per la ricostruzione del Paese da oltre 54 milioni di euro.


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Il programma di cooperazione ambientale Italia-Iraq, in merito al quale Corrado Clini è accusato di un’appropriazione di fondi per 3,4 milioni, è stato avviato nel 2003, nell’ambito di una iniziativa multilaterale che ha visto la partecipazione delle Agenzie e dei ministeri dei paesi «della coalizione» (Australia, Canada, Giappone, Gran Bretagna, Olanda, USA) oltreché della Banca Mondiale e del Programma delle Nazioni Unite sull’Ambiente (Unep). Tra i vari progetti ha assunto particolare importanza il progetto New Eden per la gestione integrata delle risorse idriche e ambientali nel sud dell’Iraq, presentato alle Nazioni Unite come progetto pilota per la ricostruzione del paese.

Un programma che si è rivelato strategico non solo per lo sviluppo del settore agricolo ma anche per le aziende italiane alle quali il governo iracheno ha affidato il compito di elaborare il master plan per la gestione integrata delle risorse idriche dell’Iraq. Il ministero dell’Ambiente italiano ha sottoscritto un accordo con la Fondazione «Iraq Foundation», che raccoglieva il gruppo di intellettuali e professori universitari iracheni emigrati in Usa per sfuggire alle persecuzioni di Saddam Hussein. L’accordo tra il ministero dell’Ambiente italiano e la Iraq Foundation è stato firmato a Roma il 21 luglio 2003, alla presenza del ministro dell’Ambiente italiano, Altero Matteoli, il rappresentante del Governo provvisorio dell’Iraq, il vice ministro Ali Farhan, della presidente della Iraq Foundation Rend Rahim Franche primo ambasciatore dell’Iraq negli Usa, e dell’Ambasciatore Usa in Italia Mel Sembler.

In particolare, il ministero dell’Ambiente italiano ha avuto la leadership del progetto per la ricostruzione delle zone umide della Mesopotamia, desertificate dal regime Saddam Hussein con danni ambientali gravissimi al sistema climatico locale e del Golfo Persico. In dieci anni il programma si è sviluppato ed esteso, con la significativa partecipazione dell’Agenzia delle Nazioni Unite per l’Ambiente (Unep). Il governo iracheno, sulla base dei risultati del programma di cooperazione ambientale, ha approvato l’istituzione del parco nazionale delle «Marshlands», le zone umide negli antichi Giardini dell’Eden. Il programma, tra il 2004 e il 2012 è stato presentato, e discusso con i partner internazionali, in occasione delle Assemblee generali delle Nazioni Unite e delle Conferenze delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici.

Le ultime riunioni di verifica del programma si sono svolte a Bagdad nel luglio 2012 e a Doha nel dicembre 2012 con la partecipazione dei ministri italiano ed iracheno dell’Ambiente: in particolare a Doha è stato verificato lo stato dell’arte del programma in corso dal 2008 e sono stati individuati gli interventi per il 2013-2014. Le imprese italiane che hanno partecipato e partecipano al programma in Iraq sono state selezionate da Iraq Foundation e dalla organizzazione non governativa «Nature Iraq», che opera come «agenzia di implementazione» del programma: entrambe sono istituzioni di diritto iracheno, ed hanno operato nella piena autonomia e senza alcun indirizzo del ministero in merito alla scelta di partner italiani. Le prestazioni di tali imprese sono retribuite direttamente da Iraq Foundation, senza alcuna indicazione in merito da parte del ministero.

Fonte: www.lastampa.it

26 maggio 2014

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