Non è un mondo per bambini
L’Osservatore Romano
Presentato il Rapporto annuale sullo stato dell’infanzia: il miglioramento delle condizioni di vita dei bambini in tutto il mondo resta un obiettivo ancora molto lontano.
Missione possibile, ma ancora molto difficile. Il miglioramento delle condizioni di vita dei bambini in tutto il mondo, e in particolare nei Paesi più poveri e nelle aree colpite da conflitti armati, resta un obiettivo ancora molto lontano.
Basti pensare alla terribile piaga dei bambini soldato o al fatto che nel 2012 sono morti nel mondo oltre sei milioni di bambini sotto i cinque anni — circa 18.000 al giorno — la maggior parte dei quali per cause prevedibili. Inoltre, il quindici per cento dei minori sono obbligati a lavorare, e l’undici per cento delle bambine si sposano prima di compiere quindici anni.
A lanciare l’allarme è l’Unicef, il fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia, nel dossier annuale Every Child Counts: Revealing Disparities, Advancing Children’s Rights, la cui pubblicazione, ieri, ha segnato l’avvio delle celebrazioni del 25° anniversario della Convezione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, approvata dall’Assemblea generale dell’Onu il 20 novembre del 1989.
Al primo posto tra le emergenze, c’è quella della mortalità infantile. In Sierra Leone, nel 2012, ogni mille morti 182 erano bambini sotto i cinque anni; in Angola 164; in Ciad 150; in Somalia 147 e in Congo con 146. Nel mondo, i bambini sono oltre due miliardi: il 31 per cento della popolazione globale. E spesso a ucciderli sono malattie banali, facilmente diagnosticabili e curabili.
Numeri impressionanti, ma che potrebbero addirittura aumentare, tenuto conto del fatto che — come sottolinea l’Unicef — nel mondo oltre 230 milioni di bambini sotto i cinque anni non sono mai stati registrati anagraficamente. A livello globale nel 2012, solo circa il sessanta per cento di tutti i neonati è stato registrato regolarmente alla nascita. Il tasso varia a seconda della regione, con livelli più bassi in Asia meridionale e in Africa subsahariana.
C’è poi il problema della scolarizzazione: nel mondo circa 57 milioni di bambini non frequenta la scuola. A livello mondiale, solo il 64 per cento dei maschi e il 61 per cento delle donne in età da scuola secondaria sono iscritti a un regolare corso di studi. Ciò nonostante, l’iscrizione alla scuola primaria è aumentata nei Paesi meno sviluppati: nel 1990 solo il 53 per cento dei bambini in questi Paesi era ammesso a scuola, mentre dal 2011 il tasso ha raggiunto l’81 per cento. Molte più ragazze oggi frequentano la scuola, ma nel 2011 ancora circa 31 milioni di bambine in età scolare risultavano analfabete.
Fonte: L’Osservatore Romano
30 gennaio 2014