Documento di Richieste Politiche
La redazione
Quello che chiediamo oggi al Governo,al Parlamento e a tutte le forze politiche italiane
In tutto il mondo cresce l’accorata domanda di giustizia, rispetto dei diritti umani e solidarietà di centinaia di milioni di persone prigioniere della miseria, della guerra, dell’oppressione e della violenza. Per rispondere a questa domanda migliaia di cittadini, associazioni ed enti locali italiani promuovono, con grande generosità e senso di responsabilità, ogni giorno decine di migliaia di piccole e grandi azioni concrete. Lo sforzo è immenso e deve essere sostenuto da tutti coloro che hanno il potere e gli strumenti per intervenire. Un compito speciale spetta al mondo dell’informazione e in particolare alla Rai servizio pubblico radiotelevisivo. Tutte le istituzioni sono chiamate a fare di più, in modo più efficace e coerente. Al Governo, al Parlamento e a tutte le forze politiche chiediamo +:
Più impegno contro la povertà che uccide.
In vista della prossima sessione di bilancio, dal DPEF alla legge finanziaria 2008, chiediamo:
• il rispetto degli impegni internazionali sottoscritti e la definizione di un “Piano Italia” per il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio ed evitare un clamoroso fallimento, il minimo che l’Europa e l’occidente possano fare per iniziare a sradicare la povertà;
• un aumento delle risorse per la cooperazione allo sviluppo, definendo un chiaro calendario di impegni per raggiungere l’obiettivo dello 0,51 % APS/PIL entro il 2010 e lo 0,7% entro il 2015 (il Governo si deve impegnare a contabilizzare le operazioni di cancellazione e riduzione del debito in maniera distinta e separata rispetto alle risorse fresche per l’APS);
• l’immediato versamento del contributo italiano promesso al Fondo globale per la lotta all'Aids, alla malaria e alla tubercolosi;
• di rendere più efficiente, efficace e coerente l’azione italiana di cooperazione mediante l’immediato riconoscimento, il finanziamento e la promozione della “cooperazione decentrata” (comunitaria) degli Enti Locali, delle associazioni e delle comunità locali contro la miseria e la guerra;
• di approvare rapidamente la nuova legge sulla cooperazione internazionale, raccogliendo le proposte della società civile e degli Enti Locali e di porre in essere da subito tutti i correttivi necessari per rimettere in moto il pieno funzionamento della Direzione Generale della Cooperazione allo Sviluppo.
Più impegno per mettere fine alle guerre del Medio Oriente.
Chiediamo:
• l’assunzione di un’iniziativa politica, chiara e risoluta, del Governo e del Parlamento per rompere l’immobilismo dell’Europa e della comunità internazionale per mettere finalmente fine al conflitto israelo-palestinese, cuore di tutti i conflitti del Medio Oriente, per cogliere le opportunità offerte dalla formazione del nuovo governo palestinese di unità nazionale e dal piano di pace presentato dai paesi arabi e per scongiurare lo scoppio di una nuova devastante guerra in Terra Santa e in Medio Oriente.
• la ripresa dei finanziamenti all’Autorità palestinese e l’organizzazione, insieme alla rete degli Enti Locali e delle organizzazioni della società civile, di una grande azione umanitaria per portare soccorso alle popolazioni di Gaza e dei villaggi palestinesi, alleviare le sofferenze quotidiane delle persone e in particolare dei più deboli e vulnerabili, rigenerare la speranza e la fiducia in particolare tra i giovani.
• il sostegno concreto ai progetti della società civile e degli Enti Locali impegnati a promuovere l’incontro, il dialogo, la costruzione della fiducia reciproca tra israeliani e palestinesi;
• di assumere tutte le iniziative necessarie per scongiurare ogni azione di guerra contro l’Iran e sollecitare la convocazione di una Conferenza internazione per eliminare tutte le armi nucleari, chimiche e batteriologiche dal Medio Oriente;
• l’approvazione di un nuovo accordo sull’uso delle acque del Medio Oriente (accessibilità, condivisione,…) per promuovere la pace e la convivenza tra i popoli della regione (Iniziativa “Acqua per la pace”)
Più impegno per un’informazione e comunicazione di pace.
Chiediamo che la Rai decida:
• di dedicare 5 minuti, tutti i giorni, dopo il TG della sera, per far sì che ogni giorno la gente apra il cuore e la mente al mondo e alle persone che lo abitano;
• di programmare una trasmissione settimanale, in prima serata, di alta qualità e di grande approfondimento sui temi più scottanti del mondo, della pace, della giustizia e dei diritti umani: una trasmissione per conoscere le sfide che ci coinvolgono (come per esempio la grave crisi mondiale dell’acqua) e discutere le possibili soluzioni;
• una programmazione diffusa per la promozione della cultura della pace e dei diritti umani;
• di abolire la pubblicità nelle fasce di programmazione dedicate ai bambini per dare ai nostri figli una formazione più libera e meno condizionata;
• di garantire il pluralismo aprendo le porte ai costruttori di pace, alle organizzazioni della società civile e agli Enti Locali impegnati per la pace, la giustizia e la democrazia internazionale.
Più impegno per educare alla pace e ai diritti umani.
Chiediamo:
• di approvare entro il 4 ottobre 2007 una legge ad hoc per la celebrazione del 60� anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (2008) mediante la promozione di una vasta campagna di educazione all’azione per i diritti umani (e in particolare per i diritti ancora non completamente riconosciuti (pace, pari opportunità, ambiente, acqua,…) da realizzare con le organizzazioni della società civile e gli Enti Locali;
• di rendere permanente l’educazione alla pace e ai diritti umani in tutte le scuole di ogni ordine e grado valorizzando le esperienze sin qui realizzate, anche tramite l’emanazione di una apposita direttiva.
Più impegno per i diritti umani.
Chiediamo:
• di approvare rapidamente il disegno di legge sull’immigrazione e la condizione dello straniero in Italia;
• di approvare rapidamente il disegno di legge per l’istituzione della “Commissione nazionale per la promozione e la protezione dei diritti umani e la tutela dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale”;
• di organizzare una sessione annuale del Parlamento in seduta comune per discutere dello stato dei diritti umani in Italia e delle raccomandazioni che i pertinenti organismi internazionali rivolgono al nostro paese;
• al Parlamento, di ratificare senza indugio le Convenzioni Internazionali rispettivamente sui diritti umani delle persone con disabilità, sulla protezione di ogni persona dalle sparizioni forzate, sui diritti dei lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie;
• coerenza di comportamento nelle relazioni bilaterali nel senso di condizionare la stipulazione e l’attuazione degli accordi al rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali;
• la partecipazione dell’Italia, con personale qualificato, in tutte le sedi internazionali in cui si trattano i diritti umani;
• un impegno fattivo e sistematico perché siano rispettati i diritti dei popoli alla pace, allo sviluppo umano, all’ambiente, all’autodeterminazione.
Più impegno per una nuova Onu democratica e capace.
Chiediamo:
• la definizione, con il concorso del Parlamento, della società civile e degli Enti Locali, di un piano d’azione dell’Italia, da sviluppare nei due anni di permanenza nel Consiglio di Sicurezza, per difendere, salvare, rilanciare e democratizzare l’Onu includendo le seguenti proposte: costituire l’Assemblea Parlamentare delle Nazioni Unite; creare un Consiglio per la sicurezza umana (economica, sociale e ambientale) e promuovere il controllo dell’Onu su tutti i beni comuni mondiali; riconoscere il diritto umano all’acqua per la vita entro il 10 dicembre 2008 e organizzare il Forum Mondiale dell’Onu sull’Acqua; implementare gli accordi previsti dall’art. 43 della Carta delle Nazioni Unite per il mantenimento della pace e della sicurezza internazionali; convocare una Convenzione Universale sul futuro delle Nazioni Unite; potenziare il sistema Onu per i diritti umani e in particolare l’Ufficio dell’Alto Commissario; approvare la Dichiarazione dei diritti dei popoli indigeni;
• di appoggiare la proposta di una Convenzione Universale sul futuro delle Nazioni Unite con la partecipazione anche di organizzazioni e movimenti di società civile e di Enti di governo locale;
• di rendere tripartita la composizione delle delegazione italiana negli organismi Onu (Governo, Parlamento, organizzazioni della società civile) a cominciare dalla prossima convocazione dell’Assemblea Generale;
• la riapertura dell’Ufficio dell’Onu in Italia.
Più impegno per la risoluzione pacifica dei conflitti nel Corno d’Africa
Chiediamo:
• l’assunzione di chiare iniziative politiche a sostegno della risoluzione negoziale delle crisi aperte: in Somalia, dove centinaia di migliaia di civili sono praticamente ostaggio di un conflitto ormai diventato regionale; tra l'Etiopia e l'Eritrea, dove la mancata delimitazione del confine tra i due paesi ha causato crisi politiche interne e uno stato di grave instabilità in tutta la regione; nel Darfur, in cui un conflitto regionale rischia di rimettere in gioco la pace nell'intero Sudan;
• l’assunzione di un deciso ruolo nei prossimi incontri internazionali per la soluzione dei conflitti nei paesi del Corno d'Africa a favore di una politica di confronto e di dialogo che includa tutti gli attori coinvolti, compresa la società civile, e non solo i governi e i gruppi combattenti;
• il sostegno concreto ai progetti della società civile e degli Enti Locali impegnati a promuovere l’incontro, il dialogo, la costruzione di reti locali a sostegno dei processi di pacificazione nei paesi del Corno d'Africa, e in particolare in Sudan dove questi legami tra associazioni italiane e sudanesi sono già consolidati.
Più impegno per il disarmo.
Chiediamo:
• l’apertura di un tavolo di confronto tra il Ministero della Difesa e le organizzazioni della società civile e gli Enti Locali impegnati per la pace e la sicurezza umana;
• di agire per dare concreta attuazione all’approccio della sicurezza umana nelle “missioni di pace” e di promuovere l’istituzione della infrastruttura europea dei corpi civili di pace;
• la riapertura della discussione sul progetto di costruzione della nuova base americana di Vicenza;
• la riduzione delle spese militari, della produzione e del commercio delle armi italiane;
• di opporsi al progetto americano di Scudo spaziale;
• di promuovere l’eliminazione di tutte le armi nucleari ancora presenti in Italia, in Europa e in Medio Oriente.
Più impegno per un’Europa di pace, unita e solidale.
Per il rilancio del processo costituente europeo, a partire dal Consiglio europeo di giugno, chiediamo:
• di promuovere la partecipazione delle organizzazioni della società civile europea, dei rappresentanti del Parlamento europeo, dei Parlamenti nazionali e non solo dei governi nell’elaborazione di un eventuale mini-trattato europeo;
• di riconoscere nella eventuale nuova versione del “Trattato Costituzionale”, la pace come valore, diritto e obiettivo dell’Unione Europea e di sopprimere la ridicola e contraddittoria frase “economia sociale di mercato fortemente competitiva” e sostituirla con una frase che sancisca l’impegno a costruire l’Europa sociale nel rispetto di tutti i diritti umani in conformità al principio della loro interdipendenza e indivisibilità;
• di inserire nel nuovo “Trattato Costituzionale” la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, così da darle forza giuridica pienamente vincolante;
• di strutturare il “dialogo civile” sviluppando i canali di accesso per la rappresentanza degli interessi generali, in particolare di quelli solidaristici.
Invitiamo tutte le associazioni, le organizzazioni della società civile, laiche e religiose, i Comuni, le Province e le Regioni impegnate nella promozione dei diritti umani a segnalare e allegare le richieste concrete più urgenti che intendono rivolgere al Governo, al Parlamento e a tutte le forze politiche.
Documento rivisto a Perugia il 4 giugno 2007